Marche Pride, la marea arcobaleno Lgbtq+ sfila a Pesaro per la prima volta

di GUGLIELMO MARIA VESPIGNANI

PESARO – Che quella del 2022 sia un’edizione speciale del Marche Pride è chiaro ancora prima dell’inizio: si tratta, innanzitutto, della prima non vincolata dalle restrizioni anti-covid dal 2019, dopo l’evento in modalità online del 2020 e dopo la piazza statica e distanziata dello scorso anno di Ancona. Inoltre, per la prima volta in assoluto, è la città di Pesaro ad ospitare la manifestazione marchigiana dell’orgoglio Lgbt+.

Una scelta che, spiegano gli organizzatori, è il passo iniziale per la realizzazione di uno dei principali obiettivi dietro la nascita del comitato Marche Pride, ovvero l’allargamento della protesta in tutti i territori della regione. “Le Marche sono l’unica regione italiana con il nome al plurale” spiega il segretario generale dell’Arcigay Ancona Matteo Marchegiani. “Questo è un fatto emblematico della diversità tra i vari luoghi della Regione e un motivo in più per intensificare gli sforzi per essere presenti in ognuno di essi”.

L’attesa è tanta: già un’ora prima dell’orario del concentramento sono decine le persone in Piazzale della Libertà. Ragazzi e ragazze che hanno deciso di trascorrere il pomeriggio ad attendere la partenza del corteo, ma anche tante famiglie con bambini al seguito, e camminando lungo il piazzale si sente parlare anche inglese e spagnolo.

Mentre gli organizzatori distribuiscono volantini con messaggi di sostegno e informazioni utili per le vittime di violenza omolesbotransfobica, accade l’unico strano imprevisto degno di nota della giornata: un piccolo gruppo di ultra-cattolici con un grande cartello si presenta tra la folla e inizia a distribuire i propri opuscoli. Non c’è tensione ma le forze dell’ordine lo notano e per precauzione li fanno allontanare.

“Ce ne faremo una Regione”

Nonostante il caldo, sono già migliaia le persone presenti quando, poco dopo le 17, la testa del corteo inizia a muoversi lungo Viale Trieste. Subito dietro lo striscione di apertura si posiziona il gruppo di sindaci marchigiani – ma non solo – che ha scelto di essere presente al Marche Pride indossando la fascia tricolore. In piazza ci sono i primi cittadini di Pesaro, Fano, Montecalvo in Foglia, Fermignano, Cattolica, Fano, San Mauro Pascoli, San Costanzo, Cesena.

Dalla testa del corteo, guardando loro, il segretario generale del Marche Pride e presidente di Arcigay Pesaro – Urbino Giacomo Galeotti si lascia scappare una battuta: “Con tutti questi sindaci dalla nostra parte del patrocinio regionale possiamo farne tranquillamente a meno, sono loro che ci perdono. Ce ne faremo una Regione”.

I sindaci della provincia di Pesaro e Urbino sfilano al Marche Pride 2022

La polemica è chiaramente indirizzata alla Giunta regionale delle Marche, che ha deciso di negare il patrocinio all’evento motivando la scelta con un articolo del regolamento regionale che impedirebbe alla giunta di concedere il patrocinio a eventi di carattere politico. Galeotti torna serio: “La Regione si è barricata dietro a una disposizione di carattere tecnico, ma in realtà è una scelta politica, dato che nel 2019 il primo Marche Pride è stato patrocinato dal precedente governo. Dopodiché, l’attuale Commissione regionale per le Pari Opportunità ha dato il patrocinio, quindi non tutta la Regione è distante. Sono polemiche che piacciono a tanti, ma che ci interessano fino a un certo punto: noi come comunità stiamo facendo tanto per questo Paese ed è questo il nostro obiettivo”.

Lgbtq+ e diritti umani

Il corteo si apre sul Lungofoglia Nazioni circa un’ora dopo la partenza, ed è lì che si vede realmente la dimensione della folla “rainbow” proveniente da tutte le Marche: tra gli organizzatori alcuni parlano di diecimila persone. Sicuramente oltre duemila, anche secondo la Questura di Pesaro.

Numeri senz’altro importanti. Ma a pesare ancora di più sono le tante e diverse associazioni del territorio presenti in piazza. Decine i gruppi presenti: tra di loro anche la sezione pesarese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e Amnesty International Marche.

Inevitabile pensare all’intersezione tra le rivendicazioni lgbt+, l’antifascismo e il rifiuto della guerra: “Una giornata del genere in una città come Pesaro ci dà l’idea di quanto non solo la popolazione regionale, ma tutto il Paese, senta propria la battaglia per l’estensione dei diritti, e di quanto noi come antifascisti dobbiamo sentirla nostra” afferma Francesco del Bianco, presidente dell’Anpi Pesaro.

Diritti, appunto, tra cui ci sono anche quelli umani, recentemente violati dall’uso di armi non convenzionali da parte della Russia in Ucraina. “Il nostro compito come associazione è quello di vigilare sul rispetto dei diritti umani in tutto il mondo: è normale, quindi, che oggi siamo in questa piazza, a sostegno dei diritti di tutti” sottolinea Patrizia Corinaldesi di Amnesty International Marche.

Anche Urbino in piazza

Basta dare un’occhiata in giro e pare chiaro, come da aspettative, che una fetta davvero importante della piazza sia composta da studenti e studentesse. E non manca, come ogni anno, anche la delegazione urbinate.

Giulia del Pivo del Gap Urbino, il gruppo studentesco lgbt+ dell’UniUrb, ricorda l’importanza della partecipazione studentesca alla manifestazione, poiché la lotta per i diritti lgbt+ deve per forza coinvolgere anche l’ambito universitario: “La questione delle carriere alias (carriere universitarie di persone transgender ndr) è una parte centrale delle lotte all’interno della nostra comunità. Riteniamo fondamentale che l’istituzione universitaria riconosca la transizione di genere e tuteli le carriere universitarie di queste persone. Il Gap Urbino è sempre stato e rimane in prima linea, e vuole essere un punto di riferimento per la popolazione studentesca”.

L’arrivo

Il corteo si avvia alla conclusione tra cori e canzoni gioiose, con i partecipanti che cantano e ballano a ritmo di musica: è senza dubbio anche una giornata di festa e di riaffermazione – variopinta come da tradizione – dell’esistenza di una comunità che, come ricorda ancora Galeotti, “spesso viene invisibilizzata, e alla quale ancora molti diritti vengono negati. Oggi è un giorno storico, perché torniamo a lottare per noi stessi e noi stesse in maniera completamente libera, ed davvero importante”.

Già, perché i numeri della violenza omolesbotransfobica fanno pensare che la strada da fare sia ancora tanta. Marchegiani di Arcigay Ancona ricorda come, nel solo 2021, “sono giunte alla nostra associazione circa settanta segnalazioni di disagio o crisi dovute a violenza omolesbotransfobica”. Quasi una ogni cinque giorni. E chissà quante saranno le violenze non segnalate. “Anche per questo è ancor più grave lo schiaffo della Regione, perché dimostra il loro disinteresse verso le persone che subiscono queste cose terribili, che purtroppo sono tante”.

La delegazione Anpi al Marche Pride di Pesaro

Attorno alle 19.30 la marea arcobaleno marchigiana fa il suo ingresso nel Campo di Marte, davanti a Baia Flaminia. Poco dopo iniziano gli interventi dal palco, con i rappresentanti delle tante associazioni presenti che prendono parola.

Ma non solo. Anche le istituzioni presenti, oltre a sfilare con il Pride, ci mettono voce e faccia. Tra gli interventi più rilevanti senza dubbio quello del sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che si dice felice e orgoglioso che la propria città abbia ospitato la manifestazione, e chiude invitando gli organizzatori a “continuare a sceglierci”.

About the Author

Guglielmo Maria Vespignani
Nato nel 1991 ad Ancona, sono cresciuto a Jesi e mi sono diplomato al Liceo Classico Vittorio Emanuele II. Laureato in Filosofia nel 2015 all'Università di Bologna, ho successivamente diviso la mia vita tra sport e impegno sociale.

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