“I film oggi in sala”, il rituale del manifesto del cinema che sopravvive in piazza a Urbino

di MARIA ELENA MARSICO

URBINO – Il sole è tramontato quando Paolo, con una chiave, apre le vetrine davanti ai portici di Piazza della Repubblica. Con sé ha i manifesti dei film che proietterà nel suo cinema, il “Ducale”. Alcuni turisti lo guardano incuriositi, qualche studente vuole scoprire cosa sarà in sala nei prossimi giorni. Paolo compie questo rituale da oltre quarant’anni. Affigge i cartelloni dei film nelle vetrine in piazza, davanti al cinema e all’inizio di via Raffaello. Anche Marco del cinema Nuova Luce fa lo stesso. Nell’epoca in cui la pubblicità viaggia soprattutto sui social, questo è ancora il modo per conoscere le ultime uscite: “Non ho visto la locandina in piazza e pensavo non dessi il film”, gli dice un passante facendo riferimento a Esterno Notte – Parte 1 di Marco Bellocchio. “Avevo dimenticato di lasciare le chiavi a chi mi sostituiva quando non c’ero”, risponde Marco. Un’immagine che riporta indietro nel tempo, ai film in pellicola, ai luoghi di Nuovo cinema Paradiso.

“È utile perché è bella”

“Quando accende il suo lampione, è come se facesse nascere una stella in più, o un fiore. Quando lo spegne addormenta il fiore o la stella. È una bellissima occupazione, ed è veramente utile, perché è bella”, lo dice il Piccolo Principe di Antoine de Saint – Exupéry una volta arrivato sul quinto pianeta, quello del lampione e il lampionaio che svolge il suo mestiere con stanchezza perché il mondo ha cominciato a girare troppo velocemente: compie un giro al minuto. E così il lampionaio deve accendere e spegnere la luce una volta ogni sessanta secondi. Anche Paolo è stanco di aprire e chiudere la vetrina il martedì o il mercoledì sera, dopo tanti anni di lavoro. È faticoso cambiare i manifesti. Ma continua a compiere questo rituale ormai scomparso nelle grandi città. “In un manifesto devo condensare la storia di un film e devo riuscire ad attrarre le persone”, spiega al Ducato Costantina Di Tizio, moglie di Paolo Tomassini. Insieme sono i proprietari dello storico cinema Ducale, nato il 30 ottobre 1950 per volontà di Antonio Tomassini – padre di Paolo – e del socio Dante Agostini lì dove prima c’era un ex convento.

Costantina mostra le foto di come era il Cinema Ducale

“Il primo film proiettato qui è stato Non c’è pace tra gli ulivi con Lucia Bosè e Raf Vallone. Abbiamo il volantino, non abbiamo ritrovato la locandina”, spiega Costantina nel foyer del cinema Ducale. Intorno a lei ci sono diversi manifesti. “Ci sono quelli dei film che abbiamo dato di recente e quelli ridisegnati per il progetto ‘Il cinema ritrovato’ della Cineteca di Bologna. Abbiamo Ladri di Biciclette di Vittorio de SicaGli Uccelli di Alfred Hitchcock e Jules et Jim di François Truffaut“. Il suo regista preferito, però, è Luchino Visconti e proprio prima del corridoio che porta alla sala 1 del Ducale c’è una fotografia del Gattopardo: “In passato si usavano molto le foto. Quando si proiettava il film si acquistavano il manifesto, le locandine e le fotografie tratte dal film che erano costosissime anche per chi le produceva”.

Costantina e la foto del Gattopardo

Costantina indica i manifesti intorno a lei, le immagini di Via col vento di Victor Fleming e poi si avvicina a ognuno di loro, come se fosse la guida in un museo. “Ci sono anche dei cartonati, come quello della Marvel. Abbiamo deciso di metterlo perché c’è un gatto che ci ricorda la nostra, Milla, che veniva qui al cinema”, spiega. Poi sorride ed esclama: “Un gatto nel cinema ci deve stare! Per ricordare Milla”.

L’arte del manifesto cinematografico

Secondo Costantina, quella del manifesto è un’arte: “In una società, far scomparire l’immagine del cinema vuol dire tagliargli le gambe. Molti ragazzi e bambini chiedono il manifesto quando lo vedono affisso. I più gettonati sono quelli della Marvel”. E racconta che, nonostante la pubblicità sui social network, tante persone guardano il manifesto in piazza e poi decidono di andare al cinema: “È una vetrina importante ed è vero che nelle grandi città non li mettono più. C’è una tassa sull’esposizione che varia in base al luogo. Tre anni fa avevano proposto di mettere i totem digitali al posto delle vetrine. Mio marito Paolo era contento perché è faticoso affiggere le locandine. Io invece ero molto dispiaciuta perché in quel modo sarebbe scomparso un aspetto fondamentale del cinema”, ed è per questo che vorrebbero realizzare una mostra con quei manifesti cinematografici che hanno un grande valore artistico. Come per i giornali, il fascino della carta ancora resiste.

“Si è spenta la magia dell’operatore”

Secondo Marco Lazzari del cinema Nuova Luce, nelle piccole città l’affissione delle locandine è importante perché c’è ancora la funzione della piazza ed è qualcosa che continuerà anche in futuro. Nel caso in cui questo modello di promozione dovesse sparire, lui ha pronto un piano B. “Vorrei trovare un locale sfitto e adibirlo con la programmazione del cinema. Mi piacerebbe usarlo anche per esporre vecchi cimeli”.

Dalla cabina di proiezione del Cinema Nuova Luce

Nel piccolo ingresso del Nuova Luce, dietro alla biglietteria, c’è una porta che nasconde la cabina di proiezione. Oggi è tutto digitalizzato, ma qualche ricordo del passato è rimasto. Come la pellicola del trailer di Un giorno questo dolore ti sarà utile, film del 2011 di Roberto Faenza.

La pellicola di un trailer

“Mio padre, Franco, ha preso in gestione il cinema negli anni Sessanta. Prima con Don Giuseppe, poi ha portato avanti l’attività senza la curia”. Dal 2008, dalla morte del padre, è Marco a gestire il Nuova Luce che è un cinema d’essai, uno dei primi a essere riconosciuti nelle Marche. Per aggiornare il pubblico della programmazione in sala non usa solo i manifesti, ma anche i social network e un gruppo Whatsapp. Marco ha imparato a montare i film, ad aumentare e diminuire la luce su pellicola: “Le persone chiedevano di vedere come si monta e si smonta un film. Era una parte bella di questo lavoro che oggi è diventato più freddo. Basta spingere play e comincia il film. Si è spenta la magia dell’operatore”.

Marco Lazzari del cinema Nuova Luce, con la locandina di Peter Pan

Scegliere il film dalla locandina

In cima alla scalinata, all’entrata, c’è un proiettore cinematografico che Franco utilizzava per portare il cinema nelle vicine frazioni come Schieti o Pieve di Cagna. Sulla parete che affianca le scale che portano alla galleria della sala cinematografica, c’è una locandina in formato cartolina del cartone animato Disney Peter Pan. In alto e a destra dell’immagine vi è impresso a puntini il numero di serie. È la locandina preferita di Marco e per questo ha deciso di esporla. Per lui, i manifesti sono molto importanti. “Ho scelto film in base alla locandina. Già l’immagine può appassionarti. Qualche anno fa quando affiggevi il manifesto la gente chiedeva di staccarlo perché lo volevano”. Marco racconta anche di quando qualche volta gli fanno qualche foto durante il rituale delle locandine: “È bellissimo vedere la gente che furtivamente coglie quell’attimo”.

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