Il successo di Denis Di Luca, maestro di ceramica raku a Urbino: “Ho allievi da tutto il mondo”

Denis Di Luca
di RAFFAELE DI GAETANI

URBINO – È nel suo laboratorio immerso nelle colline verdi di Urbino che Denis Di Luca, nato nel 1989, modella con le dita le sue opere d’arte create con la tecnica raku. Dopo averle realizzate spedisce le sue creazioni in ogni parte del mondo grazie anche alla notorietà raggiunta sui social network dove solo su Instagram conta 112mila follower. Un numero non scontato per un artista nato nella piccola città urbinate e che si occupa di una tecnica così specifica. Sui social il suo nome cambia e diventa Di Luca Ceramics. Tutto è cominciato grazie a un corso fatto durante le scuole superiori a cui decise di partecipare senza sapere che lavorare la ceramica sarebbe diventato il suo lavoro.

Dopo essersi laureato si è trasferito in Inghilterra dove ha vissuto per quattro anni. Lì ha frequentato un corso per migliorare le sue abilità nella ceramica. Poi è tornato a Urbino dove tutto era cominciato per aderire a un progetto europeo per incentivare la creazione di “un laboratorio artigianale in zone rurali – e aggiunge – ho deciso di aprire l’attività qui”.

La tecnica Raku

La ceramica raku è ottenuta con una particolare tecnica di seconda cottura dell’argilla che viene effettuata in un forno a gas. Denis spiega che “ha due varianti: una giapponese e una americana. La prima è più romantica perché creata per la cerimonia del tè. C’è la perfezione che va trovata in qualcosa che non è perfetto. La seconda invece è con i colori e più industrializzata”.

Il processo è diviso in fasi precise. Per prima cosa viene creato il vaso al tornio che viene rifinito dopo uno o due giorni. Deve essere fatto asciugare in tavole forate perché se venisse usato un getto d’aria si deformerebbe. Il passaggio successivo è la prima fase di cottura da cui esce quello che in gergo si chiama “biscotto”, che viene rifinito prima dell’ultimo passaggio nel forno Raku.

Forno Raku

È così che prendono forma le sue opere, disposte sugli scaffali del laboratorio. Poggiata su un mobile beige c’è una zucca raku color celeste e arancione. Dalla sua superfice lucida si intravedono delle linee irregolari nere in cui entra il fumo durante la cottura. Davanti alla finestra ci sono delle sfere unite in verticale che risultano più opache con colori dal rosa sfumato al marrone chiaro. C’è poi un vaso di colore verde acceso che spicca su tutte altre creazioni. Guardandolo si notano delle linee che creano un effetto ottico simile a delle crepe. Ma non sono rotti, questo è solo una caratteristica della raku.

Amore a prima vista

Il primo contatto di Denis con il mondo della ceramica fu durante gli anni dell’adolescenza mentre studiava all’Itis di Urbino, quando venne a conoscenza della “Festa Raku dove c’erano corsi di ceramica e – aggiunge Denis – ho provato a frequentare un corso estivo come passatempo”. Il suo primo laboratorio artigianale l’ha realizzato insieme al padre che definisce “una persona manuale”. Per Denis “le mani in pasta erano nel dna di famiglia perché entrambi i genitori avevano fatto i fornai per una vita”.

Finite le superiori ha frequentato la facoltà di Design Industriale dove ha iniziato a usare la ceramica ma “finché sono rimasto in Italia la visione era quella dell’hobby” ha detto Denis .

Al tornio come babysitter

Dopo la laurea decise di trasferirsi in Inghilterra a Forrest Row, nell’East Sussex, che definisce “un posto particolare. Un mix strano anche dal punto di vista dell’arte perché eravamo 12 ceramisti su 1200 abitanti”. Per i primi sei mesi è stato ospite di una famiglia come ragazzo alla pari per poi trovare lavoro in un’azienda di stampe 3D.

Ma il legame con la Raku non si è fermato. “Siccome c’era molto tempo tra una stampa e l’altra, ho cercato di dedicarmi al mio brand di ceramica facendo il sito e lavorando sui social anche se la produzione era minima” racconta Denis. Era a conoscenza di un corso per imparare a usare il tornio, ma non avendo le disponibilità economiche riuscì a partecipare scambiando con l’organizzatrice del corso lavori per lei “di pulizia alla casa e al giardino o badando ai suoi figli”.

Alcuni oggetti prodotti da Denis Di Luca

Social network ed e-commerce

Denis ha aperto il suo profilo Instagram nel 2016 e oggi conta 112mila follower. “A me è sempre piaciuto far vedere quello che faccio, sui social posso dire che o hai una botta di fortuna oppure quello che ti premia è la costanza. Per me è meglio avere 1.000 follower che sono acquirenti reali” sottolinea.

Il suo seguito supera i confini nazionali. Durante alcune dirette social utilizza solo la lingua inglese: “Su Tik Tok ho fatto la diretta in italiano e non c’erano nessuno straniero, facebook metà e metà mentre su Instagram tutti stranieri”. Per rispondere alle richieste di vendite utilizza infatti sia un sito web che il classico canale delle fiere, quelle in stile anglosassone dove non si sta per strada ma eventi con un biglietto d’ingresso per la sola entrata a cui partecipano appassionati ed esperti del settore.

Il mondo in visita a Urbino

Denis mentre racconta del suo lavoro trasmette passione. ed è proprio questa che ha deciso di condividere con le persone, più o meno esperte, che si rivolgono a lui per imparare la tecnica Raku. Lui organizza dei corsi di gruppo in giro per l’Europa ma anche nel suo laboratorio: “L’ho fatto da sempre. Avevo iniziato in Inghilterra. Mi sono reso conto ,adesso che sono tornato, dell’importanza dei torricini. Ho piacere che le persone vengano da me e visitino Urbino. È venuta gente di tutto il mondo. La prossima settimana viene uno dall’Australia”.

Il rapporto con il territorio e l’omaggio a Raffaello

Il suo studio si trova in pieno territorio collinare. Dalle finestre si vedono le pieghe del Montefeltro, il territorio da cui se ne è andato per poi tornare. Il suo obiettivo è valorizzarlo e apprezza che quando le persone arrivano da lontano dormono all’interno delle strutture urbinati contribuendo all’economia del territorio.

“Ci tengo a valorizzare il territorio e quando le persone vengono e non visitano Urbino il mio cuore si taglia a metà”

Denis Di Luca

Denis racconta anche di quando una volta ha omaggiato il più celebre artista nato a Urbino: “Un mio amico aveva un ristorante e per i 500 anni di Raffaello ha fatto un menù apposta e mi ha chiesto se riuscissi a creare piatti della forma di tavolozze per far assaggiare le portate. Abbiamo fatto dei prototipi e le pietanze sono stati servite lì”.

Il futuro, sempre in viaggio

Pur avendo Urbino come base stabile Denis continua a girare per il mondo. A breve per il suo lavoro passerà tre settimane in Francia. Poi in estate andrà un mese in Inghilterra. Ad agosto forse andrà in Spagna e a settembre lo attende un viaggio in Olanda.

Con l’umiltà che caratterizza la sua voce parla anche dei suoi obiettivi futuri: “Ci sono fiere in cui non sono stato selezionato in cui mi piacerebbe entrare. Desidero anche viaggiare sempre di più”.

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