Canile Ca’ Lucio, il gestore Bruno Storaci vuole lasciare la struttura

Il canile di Urbino
di Federico Sozio

URBINO – Bruno Storaci, titolare dell’azienda “Canile il Ragano” che ha in appalto il canile di Ca’ Lucio dal 2017, è pronto a lasciare la gestione della struttura perché, afferma, “è diventata antieconomica”.  Per questa ragione, dopo poco più di un anno e mezzo dall’assegnazione, Storaci è deciso ad abbandonare, indipendentemente da ciò che l’Unione montana Alta Valle del Metauro, proprietaria del canile, deciderà riguardo al futuro della struttura nell’incontro in programma martedì 19 febbraio. 

Il mancato ritorno economico dell’attività si spiega con il calo del numero di animali ospitati nel canile. Analizzando i dati forniti dall’associazione “Gli amici di Pluto e Silvestro” (i volontari che assistevano i cani e che promuovono l’adozione ), e del servizio veterinario Asur, il numero di ospiti è diminuito di oltre un terzo in tre anni: il 31 dicembre 2015 nel canile c’erano 134 cani, a fine 2016 erano 119, un anno dopo 87, fino ad arrivare a 80 al termine del 2018.

Il costo per il mantenimento di ogni cane, esclusa la manutenzione della struttura, è di circa due euro al giorno, per un totale mensile pari a 4.800 euro per gli attuali 80 ospiti. Una spesa coperta dai fondi dell’Unione Montana, che mensilmente versa al gestore 4.910 euro. I costi fissi di gestione, come le bollette, e la manutenzione del canile sono invece a carico di Storaci: “Se potessi andrei via anche stasera – lamenta il gestore – ormai ci rimetto più o meno tremila euro al mese” (Il Ducato ha fatto tutte le verifiche possibili per ottenere la documentazione relativa all’ammontare delle spese diverse dall’alimentazione e dalla cura dei cani sostenute dal gestore senza però ottenere una risposta al riguardo ndr). 

In caso di chiusura definitiva gli animali sarebbero distribuiti in altre strutture sul territorio regionale e nazionale. L’Unione Montana sta comunque valutando altre soluzioni: “Si potrebbe affidare il canile alle associazioni del settore presenti nella provincia, ad esempio”, dichiara Marco Feduzzi, vice segretario dell’Unione Montana. 

A fronte dell’idea, l’associazione “Gli Amici di Pluto e Silvestro” sostiene però di non avere le risorse economiche per gestire la struttura: “Abbiamo sempre fatto il nostro dovere, cercando con successo di far adottare gli animali – spiega Catherine Grellet, presidente dell’associazione – ma per noi sarebbe impossibile sostenere tutti costi per il cibo, le cure dei cani e la manutenzione. Siamo volontari e non abbiamo fondi da investire. Potremmo valutare, eventualmente, se ci proponessero la gestione garantendoci il rimborso per le spese sostenute”.

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