Condannata a due anni e mezzo Edda Di Pietro, la donna che truffava le vittime con i suoi mille volti

Tribunale di Urbino
di CLARISSA CANCELLI

URBINO, 11 feb.- Il giudice del tribunale di Urbino ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione e più 1.200 euro di multa Edda Di Pietro, la “donna dai mille volti” accusata di truffa continuata che aveva raggirato le sue vittime, interpretando diversi personaggi, fantasiosi e tutti fittizi.

La sentenza è arrivata nel tardo pomeriggio di martedì, dopo l’udienza in cui la pm Enrica Pederzoli, aveva avanzato una richiesta di condanna pari a un anno di reclusione e 500 euro di multa, mentre la parte civile aveva chiesto di essere risarcita di 25.410 euro, il provento della truffa. La sentenza del giudice ha di fatto sorpreso i presenti: non solo risarcendo di fatto la parte civile con la quantità di denaro richiesta, ma anche aumentando gli anni di reclusione.

Edda Di Pietro, 53 anni, abruzzese residente a San Marino, era già stata condannata per truffa nel 2016 a sette mesi di carcere e 500 euro di multa, con pena sospesa, perché aveva finto di essere un magistrato, convincendo le vittime di poter essere loro utile in alcune cause presso il tribunale di Rimini in cambio di denaro.

In aula oggi anche G.N, padre del giornalista campano truffato dalla Di Pietro. Padre e figlio avevano testimoniato contro l’imputata lo scorso 17 dicembre. La donna li aveva infatti contattati circa sei anni fa sfruttando la conoscenza di un parente. Di Pietro si presentò a loro a Fratte di Sassofeltrio nelle vesti di una donna facoltosa e “docente di cattedra” all’università di Urbino, nonché nipote del magistrato Antonio Di Pietro ed ex moglie del noto imprenditore Diego Della Valle. Aveva promesso al ragazzo, C.N., un lavoro come giornalista a RTV San Marino, sfruttando una sua conoscenza, con uno stipendio di 2800 euro al mese e un extra di 400 euro in nero, oltre a un’automobile Range Rover e possibili interviste esclusive a Della Valle. Un lavoro che ovviamente non c’è mai stato.

L’escamotage era stato architettato proprio per colpire la famiglia che, come raccontato dalla pm, in quel momento stava affrontando il dolore di un grave lutto, ossia la morte di una figlia in giovane età.

Edda Di Pietro si presentava come una donna distinta, elegante. Così brava nel mentire da indurre G.N. a versare acconti fino a 5000 euro per il futuro del figlio. E poi altri 20.000 per la casa in cui il ragazzo sarebbe andato a vivere. Insomma una serie di raggiri che l’hanno portata a procurarsi “un ingiusto profitto”, secondo la pm.

“Abbiamo provato a chiederle il denaro indietro ma ha iniziato a minacciarci continuamente dicendoci che non avrebbe potuto restituire i soldi prima di marzo 2015. Parlava di conti bloccati in Svizzera – aveva spiegato a dicembre il padre del giornalista – e mi disse che se l’avessi denunciata avrebbe fatto passare dei brutti guai a me e alla mia famiglia”.

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