Chiusura locali, i gestori di Urbino dal sindaco: “Così è impossibile, abbiamo fatto debiti”

di DAVIDE FANTOZZI

URBINO – “Un provvedimento così rende impossibile organizzarsi. Con l’arrivo dell’inverno sarà ancora più dura”. Seduti di fronte al sindaco di Urbino Maurizio Gambini, durante l’incontro in Municipio, una ventina di gestori di locali pubblici hanno espresso così il loro giudizio sull’ordinanza da firmata dal sindaco il 16 settembre, che prevede la chiusura delle attività commerciali a partire dalla mezzanotte di giovedì, venerdì e sabato. E hanno avanzato le loro proposte per trovare un compromesso, come la chiusura alle 2 tutti i giorni e steward per mettere ordine.

“Molti di noi hanno accumulato debiti”

Gli incassi sono indispensabili per chi gestisce le attività, e alcuni gestori ricordano che “veniamo dalla pandemia. Molti di noi hanno accumulato debiti, vanno capite le nostre esigenze”. Difficile vedere i clienti andarsene, dopo essere stati “costretti a farli alzare dai tavoli a mezzanotte. È una follia”. Non solo ragazzi e ragazze che frequentano l’università, ma “anche turisti, famiglie che vogliono cenare o semplicemente una persona che vuole da bere”.

IL RACCONTO – È giunta mezzanotte: a Urbino è corsa all’ultimo cocktail

Il timore espresso chiaramente è che prolungando l’ordinanza la città possa svuotarsi completamente. “Quando ho dovuto chiudere, sabato scorso, la gente ha preso le macchine ed è andata a bere nei paesi vicini, – dice una titolare – ma non è meglio che restino qui, a questo punto?”. Un’altra proprietaria commenta che “a volte i ragazzi vengono da noi che hanno già bevuto male, comprando alcol da due euro nei supermercati. Dobbiamo far capire loro che possono uscire e divertirsi, responsabilmente, tutte le sere”.

Il sindaco: “Giovedì sera pericoloso”

Gambini ha ribadito che l’ordinanza resterà in vigore per un mese, ossia fino al 15 ottobre. Questa misura, spiega, si è resa necessaria per via della “situazione di pericolo che si viene a creare ogni giovedì sera”. L’allusione è rivolta ai tafferugli avvenuti in piazza della Repubblica nelle settimane passate e a diversi avvistamenti di minori in possesso di alcol. “Ho visto personalmente ragazzini di 14/15 anni col bicchiere pieno in giro”, afferma il sindaco. Per la situazione, che Gambini definisce “ad alto rischio”, non sarebbero sufficienti i numeri garantiti dalle forze dell’ordine, che dovrebbero essere messi in condizione di “fare controlli più stringenti”. L’assessora alle Attività Produttive, Elisabetta Foschi, fa eco alle parole del primo cittadino. “Si deve cercare di tutelare la città. Ci stiamo avvicinando a una soglia critica”, dice.

Il direttore regionale della Confesercenti Marche, Roberto Borgiani, parla della situazione come “decisiva per la città di Urbino”. La decisione presa nell’ordinanza non sarebbe la soluzione migliore, poiché “il messaggio che passa per cui questa città non è sicura indebolirebbe il tessuto sociale ed economico”. La speranza del direttore è quella di “studiare insieme soluzioni diverse”, che possano apportare dei miglioramenti sensibili.

Le proposte: chiusura alle 2, musica “leggera” e steward nei locali

Soluzioni che sono effettivamente portate dagli esercenti. Tre sono le proposte esposte al sindaco: chiusura tutti i giorni alle 2, musica a volume contenuto con spegnimento a mezzanotte e steward disposti nei locali. La chiusura alle 2 permetterebbe, come spiega una portavoce, di “trasformare quella del giovedì, in cui chiudevamo alle 3, in una sera normale”, oltre che risparmiare qualche soldo ed evitare di servire clienti molesti per troppo tempo.

Riguardo alla musica, i gestori dicono che “bisogna dare un segnale di vita, di ripresa”. Il sevizio di steward sarebbe soprattutto all’interno dei locali del centro storico, con la decisione presa in sinergia “insieme alle forze dell’ordine”, assumendo tramite imprese che si occupino di sicurezza. I gestori vorrebbero trovare una linea d’accordo col Comune, aggiornandosi mensilmente sulla situazione.

“Non esiste solo il giovedì”

Inoltre, una richiesta riguarda l’aggiunta in città di “bagni pubblici o chimici, perché i bar non possono far fronte al numero di persone che richiedono questo servizio”. Inoltre, molti esercenti spiegano al Ducato che “è triste pensare che Urbino viva solo il giovedì”, e vogliono mobilitarsi per predisporre la città all’organizzazione di eventi e iniziative culturali. “Concerti, presentazioni di libri, spettacoli di stand-up comedy. Deve passare il messaggio che puoi uscire tutte le sere e trovare qualcosa da fare, ma comportandoti bene”, dicono alcuni titolari. La soluzione consisterebbe quindi nella formazione di “un gruppo unitario che si autocontrolla”, facendosi forte di una comunione di intenti “come mai prima d’ora” dice Alessandro Manenti, gestore del Fuoritema.

Ovviamente esclusa da tutti la possibilità che un minore possa comprare da bere, anzi, ciò viene definito come “un atteggiamento da punire immediatamente”. Inoltre, nel caso un proprietario non volesse rispettare gli accordi presi con Giunta e forze dell’ordine, “nessuno degli altri lo tutelerebbe” afferma un altro gestore. La volontà di collaborare c’è.

“Siamo fiduciosi”

Dopo due ore e mezza di assemblea, il sindaco apre uno spiraglio. “Ci riserviamo di parlarne con altre associazioni e con le forze dell’ordine e la prefettura. Ragioneremo su quanto detto”, conclude. L’appuntamento sarà tra poco meno di 30 giorni, in cui si scoprirà se i provvedimenti proposti saranno approvati previa modifica o verrà prolungata l’ordinanza attualmente in vigore.

Al Ducato, Gambini dichiara di essere “contento di ciò che è stato fatto oggi. Adesso dovremo discutere su come organizzarci, alcune cose vanno cambiate. Mi dispiace andare nei locali e chiuderli”. Secondo Giulio Staccioli e Natale Scopelliti, proprietari rispettivamente del Caffè degli Archi e dell’Art Cafè Urbino, la riunione è stata “positiva. Abbiamo portato le nostre proposte, sulle quali siamo molto fiduciosi, e speriamo tra un mese di poter essere soddisfatti”.

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