Sanità: il direttore Area Vasta Magnoni: “Per Urbino i bandi ci sono ma non troviamo medici”

L'ospedale Santa Maria della Misericordia di Urbino
di FRANCESCO COFANO

URBINO, 5 MAR.- Al Pronto soccorso di Urbino mancano i medici, ce ne sono la metà di quelli necessari nonostante i bandi. Mancano borse di studio per specializzare i dottori e quota 100 non aiuta. Il direttore dell’Area Vasta 1 Romeo Magnoni, ha descritto al Ducato i problemi dell’ospedale di Urbino, a margine della presentazione dell’evento “Mamme al centro” in occasione della festa della donna,

“Il problema più grosso non solo di Urbino ma di tutti gli ospedali italiani è il pronto soccorso. La pianta organica dovrebbe essere di 13 medici più un primario e invece i medici sono sette. La colpa non è dell’ospedale: pubblichiamo bandi a ripetizione ma non ci sono medici”, afferma il direttore.06

Il perché la domanda di lavoro non incroci l’offerta è presto detto: “I medici specializzati rispetto a quelli laureati sono molti di meno e dal ’95 la legge dello Stato prevede che per lavorare in ospedale bisogna avere la specializzazione. Il numero di specializzati però dipende dalle borse di studio messe a disposizione dallo Stato di concerto con le normative europee”.

Un’emergenza destinata ad aggravarsi con questo governo, secondo Magnoni: “Le borse di studio sono state aumentate di mille unità e questa è senza dubbio una buona cosa. Ma con quota 100 molti medici andranno in pensione nel giro di qualche mese mentre per formare una figura specializzata ci vogliono quattro anni. Sarebbe opportuno che il governo facesse un decreto d’emergenza che obblighi i dottori specializzandi a prestare servizio nei pronto soccorso”, prosegue Magnoni.

La difficile situazione del pronto soccorso si estende anche ai reparti di ostetricia, dove di recente tre medici sono andati via per mobilità, e pediatria. “Il reparto di pediatria, pur tra mille difficoltà, resta un’eccellenza e i numeri sono lì a dimostrarlo. Ci vorrebbe un’iniziativa a livello nazionale perché oggi non siamo competitivi col privato che assume medici non specializzati e in più assorbe i pensionati”, conclude il direttore.

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