Urbino, la primaria di Pediatria: “Noi bistrattati, ma siamo un’eccellenza. Politici e cittadini ci valorizzino”

La primaria del reparto di Pediatria e Neonatologia dell'ospedale di Urbino, la dottoressa Emanuela Lanfranchi
Di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Una “rinascita”, lo chiama così Emanuela Lanfranchi, primaria del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Urbino, il processo che sta conducendo al Santa Maria della Misericordia. Non senza difficoltà: “Siamo un po’ bistrattati. Ci mancano tante cose che noi chiediamo e facciamo fatica ad avere. Non è semplice con tutti questi tagli di budget alla sanità”. È il suo sfogo. “Per le piccole strumentazioni abbiamo dei fondi che ci vengono da alcune piccole donazioni. Naturalmente dobbiamo dare delle priorità, ognuno ha le sue richieste e occorre distribuire le risorse adeguatamente. Ma noi ci mettiamo tutto l’impegno possibile”, dice la dottoressa.

Per oltre 25 anni al reparto di Pediatria dell’ospedale di Fermo, Lanfranchi è stata nominata il 20 aprile 2022 alla direzione dei due reparti di Urbino, e dal luglio 2022 è iniziato quel “lavoro di rinascita”. Volgendo lo sguardo alle prossime elezioni amministrative urbinati, la dottoressa aggiunge: “Io sono un tecnico, il politico ha il compito di fare una buona politica sanitaria. Ma quello che posso dirvi è che la salute non ha colori politici, non è di destra ne di sinistra, per questo motivo va tutelata sempre”.

Un reparto di eccellenze

Qualità, costante assistenza al paziente, impegno, professionisti (medici e infermieri) con elevate competenze. In passato si è assistito a una migrazione delle mamme verso Rimini, per esempio, dove c’è un reparto di Terapia intensiva neonatale, che manca negli ospedali della provincia di Pesaro e Urbino: “Noi non siamo da meno. Qui, a Urbino, esiste un punto di Pediatria e Neonatologia di primo livello. Lavoriamo sempre con la massima serietà. Vorrei che i cittadini valorizzassero questo aspetto”.

La strada, sostiene, è quella giusta, in cui “le prestazioni ambulatorie che facciamo sono alte e, se non necessario, cerchiamo di trattare il bambino o il neonato (con una patologia a bassa e media complessità) internamente senza doverlo trasferire. Un neonato che può essere curato da noi è vantaggioso sia per lui stesso che per la sua mamma. I genitori sono un ottimo canale di cura”.

Una fitta rete quella che la Lanfranchi sta costruendo tra i due reparti, le mamme e i piccoli pazienti. “Noi vediamo tutti i nostri bambini che accedono al pronto soccorso. Chiedo ai genitori e ai pediatri di famiglia, con cui stiamo instaurando un ottimo rapporto, di fidarsi”. Il messaggio è chiaro “far capire ai cittadini che all’ospedale di Urbino possono trovare risposta ai loro bisogni di salute – continua la primaria – rispondiamo con la nostra preparazione e competenza”.

Ricchezza di competenze

Una preparazione scelta e selezionata con attenzione dalla stessa dottoressa: “Ho fatto fatica a selezionare i medici che vengono qui settimanalmente. Controllo i loro curriculum e referenze. Noi abbiamo infermiere che sono bravissime, con un occhio costante sul bambino. E questo è molto importante. Dal punto di vista dell’assistenza medica e infermieristica, l’ospedale di Urbino non è inferiore a nessuno”.

Un “walking progress”, dice la primaria al Ducato, con un organico che diventerà ancora più grande. “Entreremo anche nella rete informativa della specializzazione. Qui in reparto accederanno i primi specializzandi. Occorreranno quattro o cinque anni magari per vedere una squadra più grande ed efficiente, ma ci sto mettendo l’anima e sono fiduciosa”.

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