Urbino, post razzisti: Gambini prova a minimizzare. Coro unanime di condanna dagli altri candidati

di VALERIO SFORNA

URBINO – Post razzisti e xenofobi, in alcuni casi datati anche a quattro anni fa, infiammano la campagna elettorale a Urbino. Nella polemica scoppiata per il “caso Toccacieli”, il giovane candidato leghista per le comunali che aveva condiviso post razzisti, soltanto il sindaco Maurizio Gambini minimizza e prova a smorzare i toni (la lista della Lega appoggia il suo nome nella corsa alla riconferma). Una vicenda che ha avuto risonanza a livello nazionale dopo l’articolo pubblicato su Open, il giornale di Enrico Mentana e condiviso dallo stesso giornalista sul suo profilo. Gli avversari politici invece hanno prodotto un fuoco di fila, condannando la condotta di Toccacieli e bersagliando proprio il primo cittadino, reo di non aver preso le distanze con sufficiente fermezza.

Gambini: “Nessun imbarazzo”

Gambini si dice sereno e non imbarazzato dalla vicenda e dà la colpa ai social: “Il dibattito su Facebook incita le persone a fare, a volte, dichiarazioni fuori dalle righe”. Il sindaco è il candidato del centrodestra alle prossime comunali e tra le liste che lo sostengono c’è anche la Lega, ma ci tiene a rassicurare gli urbinati: “Fino a quando c’è Gambini le persone dovranno comportarsi in un certo modo, perché sennò saranno fuori dall’amministrazione. Io valuto le azioni che i miei candidati fanno adesso, non quelle che magari hanno fatto cinque anni fa in un momento di rabbia”. Gambini critica però gli estremismi di ogni genere per ricordare poi a tutti le sue origini politiche di sinistra, innescando una battaglia più personale che politica col candidato sindaco Giorgio Londei.

Dalle altre liste un coro unanime: “Fatto gravissimo”. “Si ritiri”

Le prime reazioni arrivano proprio dalle liste a sostegno di Londei, “I moderati per Urbino” e “Uniti per Urbino”, che in un comunicato affermano: “Riteniamo gravissimo che il sindaco non abbia controllato le attività social dei candidati che lo sostengono, dato che Toccacieli se venisse eletto ricoprirebbe una carica istituzionale”. In particolare Gianluca Carrabs di “Uniti per Urbino” la definisce una pesante mancanza e dice: “Se Gambini non prende subito le distanze, ne diventa complice”.

Ancora più forti le posizioni dell’Associazione nazionale partigiani e del candidato sindaco Donato Demeli, sostenuto dalla lista “Sinistra per Urbino – Art 1 Mdp”. La presidentessa dell’Anpi , Cristiana Nasoni, chiede al candidato un passo indietro e il ritiro della candidatura “perché una persona che ha pubblicato quei post, anche se in passato, non può rappresentare la città di Urbino in un Consiglio comunale”. La Nasoni non risparmia una frecciata a Gambini per non aver firmato il patto anti-fascista e anti-razzista come hanno fatto gli altri candidati, mentre Demeli definisce ‘para-fascisti’ i post di Toccacieli.

La speranza a sinistra è quella che la vicenda si risolva come a Vittorio Veneto dove, dopo due giorni di polemiche per le frasi razziste pubblicate su Facebook, il candidato consigliere Tancredi Sforzin si è ritirato dalla lista civica a sostegno del candidato sindaco di centrodestra.

Il candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Gabriele Lauricella, è più cauto. Secondo lui bisogna prima accertare che la notizia sia vera e bisogna tener conto che i post sono vecchi di qualche anno. Detto questo però, anche secondo Lauricella i post razzisti restano un fatto gravissimo “che non fanno altro che diffondere odio”. Per il pentastellato dovrebbe essere il direttivo della Lega a invitare Toccacieli a ritirarsi dalla competizione elettorale.

Mario Rosati, candidato sindaco del Pd di Urbino, non è sorpreso dai post, li aveva già visti da tempo. “Qualche settimana fa la piattaforma Open Urbino ha fatto un sondaggio tra noi candidati – racconta Rosati – mostrandoci una serie di post Facebook con contenuti razzisti, violenti o scorretti chiedendoci se avessimo accettato come candidato di lista una persona che pubblicava questo tipo di post. Tutti noi rispondemmo di no, tranne Gambini. Questo spiega anche perché oggi il sindaco passi sopra a questo fatto”.


Sempre secondo Rosati, il fatto che Gambini minimizzi l’accaduto “sottolinea la distanza dai valori fondamentali di una comunità che si vuol dire democratica e fondata sui valori della Costituzione”.

Anche il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, a Urbino quest’oggi per sostenere la candidatura di Gambini per le comunali e della forzista Anna Maria Rozzi per le europee, afferma che se c’è qualcuno che sbaglia è giusto che paghi. Tajani, pur assolvendo Gambini, ribadisce la netta distanza tra il suo partito, Forza Italia, e la Lega. E lo stesso Gambini sembra rivedere, in parte, le dichiarazioni rilasciate al Ducato. A pranzo con il presidente del Parlamento europeo, ha infatti ammesso che “se c’è qualcuno che sbaglia viene allontanato”.

In tutto il trambusto della giornata riusciamo a parlare anche col protagonista della vicenda, Mirco Toccacieli, che ammette di aver commesso un errore pubblicando quei post e preferisce non fare altre dichiarazioni.

Insomma, la campagna elettorale si accende con due fatti saliti alla ribalta delle cronache nazionali, lo scorso weekend alcuni manifesti della Lega umbra erano stati affissi a Urbino nello stupore generale. Non ci sono più scuse, Urbino è nelle Marche, anche i meno ferrati in geografia adesso lo sanno.

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