Fenomeno Nutella biscuits: vanno a ruba anche a Urbino

di MARIA PIA PETRAROLI e NICCOLÒ SEVERINI

URBINO – I palati golosi sono rimasti con l’amaro in bocca. I Nutella biscuits sono lo snack del momento, ma non si trovano facilmente nei supermercati. Sono soprattutto i giovani a volerli comprare, ma a Urbino – come nel resto d’Italia – gli scaffali sono quasi tutti vuoti e le continue richieste superano di gran lunga l’effettiva disponibilità. Sono stati messi in commercio il 4 novembre, dopo una pubblicità lunga un mese, e da allora sono andati a ruba.

“Li mettiamo su e in mezz’ora finiscono”, hanno detto tutti i commessi dei supermercati della città sentiti dal Ducato. In meno di quattro settimane dal lancio, più di mille buste sono state vendute nel centro storico e nelle zone circostanti. Il primo ad avere i Nutella biscuits è stato il Conad del Sasso, che – insieme a un punto vendita di Fano e a uno di Pesaro – è stato scelto come negozio di prova, per fare dei test-vendita sui consumatori nella provincia. Dalla prima consegna ad oggi in il Conad ha venduto 749 buste: 411 in via Sasso; 178  in via Salvemini e 160 in via Raffaello. Alla Coop di Porta Santa Lucia 392.

Massimo Monceri, Conad via Salvemini

“Di solito per prodotti come questo c’è sempre un boom iniziale nelle vendite, ma secondo me in questo caso la tendenza positiva continuerà anche dopo la prima fase”, ha detto Massimo Monceri del Conad in via Salvemini, che mercoledì sera ha riempito i suoi scaffali con venti buste e la mattina dopo ne è rimasta una sola.

Emanuela Tortorella, addetta della Coop, ha spiegato come si muove il supermercato: “Dato che siamo una cooperativa, abbiamo un limite di ordini per non creare squilibri tra i negozi. Noi fino ad ora abbiamo ordinato 18 scatole a settimana (dentro a ognuno ci sono dieci buste, ndr), ma abbiamo già aumentato la richiesta a 30″. Dai loro dati emerge che l’ordinazione per un’intera settimana va esaurita nei primi tre giorni: “Il carico ci arriva il lunedì, noi mettiamo su sei confezioni alla volta , 60 buste, e nel giro di una giornata le abbiamo già finite”.

La Coal del Consorzio Center ha inaugurato oggi il punto vendita e ha già fatto il primo ordine, mentre l’Eurospin non vende i grandi marchi per politica aziendale.

Difficoltà reali

Sembra evidente che la produzione non riesca a soddisfare la domanda. Una decisione dell’azienda? “Sarei molto sorpresa se fosse una scelta di marketing, perché potrebbe avere delle ripercussioni molto negative sul marchio Nutella”, è il pensiero di Roberta Bocconcelli, docente di marketing all’università Carlo Bo di Urbino. È doveroso fare una precisazione: comunicazione e marketing non sono sinonimi. La comunicazione è solo uno dei processi che mette un prodotto a disposizione del cliente. La mancata soddisfazione della richiesta è dovuta un effettivo cortocircuito nella filiera produttiva: “Non si può parlare di errori – continua la Bocconcelli – piuttosto di problemi di logistica, distribuzione o valutazioni con i partners”. Probabilmente la stessa Ferrero ha sottovalutato l’impatto del suo prodotto sul mercato.

Roberta Bocconcelli, docente di marketing alla Carlo Bo

Durante la conferenza annuale della Società italiana di Marketing all’università Sacro Cuore di Piacenza, Alessandro D’Este, amministratore delegato di Ferrero Italia, è intervenuto per spiegare il lancio dei “biscuits”. Davanti a una platea di esperti del settore, l’ad ha spiegato che il lancio del prodotto è durato dieci anni (dall’idea alla vendita), segno della cautela tipica della multinazionale nell’immettere un nuovo prodotto nel mercato.

“Se fosse una strategia comunicativa sarebbe controproducente per Ferrero, perché anche i “brand lovers” possono diventare “haters” di fronte a questa mancanza sul mercato” continua Bocconcelli. La speculazione di prezzo è il rischio maggiore: navigando su internet, ad esempio, su Amazon sono in vendita tre buste di biscotti a 27.99€, una a 12, contro la media di tre euro nei supermercati.

Nel 2014 Ferrero ha lanciato i Nutella B-ready, altro snack che però non ha avuto tutta quest’attenzione mediatica: “Sono due prodotti diversi, pensati per due platee differenti: i primi sono pensati per uno spuntino veloce per adulti –  conclude la docente – mentre i biscotti sono la classica merenda per bambini e ragazzi, una platea più golosa che domanda una quantità maggiore e quindi le strategie utilizzate sono diverse”.

La nutrizionista: “Non più di tre, a colazione”

Un biscotto uguale 71 calorie. “L’apporto calorico è alto per via del mix Nutella-pasta frolla”, ha detto Francesca Serafini, nutrizionista di Urbino. “Sarebbe meglio non esagerare con questo tipo di prodotto, ma se si ha la possibilità poi di smaltire queste calorie sarebbe consigliabile mangiarlo a colazione. Due o tre biscotti sono la quantità massima per un adulto, mentre per un bambino un biscotto e non di più”.

Secondo la Serafini si può arrivare anche alla dipendenza: “La Nutella è ricca di zuccheri, questi in un certo senso vanno a controllare il nostro cervello e ad attivare un recettore per cui poi si diventa anche dipendenti”, ha concluso.

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