Basket, Magnifico e la sua academy Real: “Il sorriso dei bambini è la mia Nba”

Walter Magnifico con i ragazzi della sua accademia di basket
di NICCOLÒ SEVERINI

URBINO – Magnifico sorriso. Sono le due parole chiave del racconto, la prima è il cognome del protagonista: Walter ex giocatore di basket campione d’Italia con la Scavolini Pesaro. La seconda è il suo mantra, quello che cerca di trasmettere ai ragazzi per insegnare loro la sua ‘arte’, la pallacanestro: nel 2010, Magnifico ha fondato a Pesaro la Real Magnifico, la sua scuola di minibasket e basket per formare i bambini dai 5 anni fino ai 19. Vivai aperti oltre che nel capoluogo, anche a Fano e Montelabbate ma ha intenzione di espandersi ancora. Per ora le sue squadre contano oltre 200 iscritti a stagione: partendo dai piccolini degli “scoiattoli” fino ad arrivare all’under 20.

“Mister ti ho visto su YouTube”

“Nonostante abbia vinto due scudetti e giocato tanti anni in Nazionale – spiega l’ex cestista – i miei anni più belli li ho vissuti quando giocavo nelle giovanili a San Severo, perché sono stati i più formativi. Perciò insieme ai miei collaboratori abbiamo deciso di aprire la scuola basket”. È convinto che quel periodo sia il più dolce per un giocatore perché è spensierato, senza le pressioni del professionismo, e pensa solo a cullare il suo sogno. Magnifico ha abbandonato la carriera di allenatore professionista per dedicarsi ai ragazzi. “Spesso i bambini arrivano in palestra e mi dicono ‘mister, ti ho visto alle olimpiadi su YouTube’ e mi chiedono in continuazione della Serie A e di quell’estate americana”.

Magnifico è stato  il primo italiano ad essere entrato nelle mire dell’Atlanta Hawks, squadra di Nba, con cui ha svolto il rookie camp estivo nel 1986, senza però arrivare mai a un contratto a causa delle stringenti regole Fiba degli anni ’80 sui trasferimenti in America.

“Conta solo il divertimento”

Secondo il “mister” l’allenatore deve essere prima di tutto un educatore: “I bambini si avvicinano al parquet per pura passione, il ruolo dell’allenatore è fondamentale per coltivarla: prima di mettermi in gioco ho fatto tanti studi di psicologia e pedagogia”. La condivisione è la regola di Walter: “Io ho l’obbligo di comprendere i bambini per farli apprendere. Non ho mai avuto la presunzione di dire ‘ho giocato in Serie A e ti dico come si fa’. Fino ai 16 anni conta solo il divertimento, poi da lì si può iniziare a pensare al professionismo”.

Infatti la Real Magnifico ha attivato collaborazioni con altre società per farli esordire già da giovanissimi nelle prime squadre: “Approcciare il mondo dei grandi già a quell’età è stato fondamentale per la mia carriera: ho capito a che livello ero e su cosa avrei dovuto lavorare già dai miei esordi. Quando hai a che fare con i ragazzi le qualità umane sono molto più importanti di quelle tecniche ed è così che scelgo i miei collaboratori”.

Pesarese di adozione

Magnifico è nato a San Severo nel 1961, in provincia di Foggia. Dopo aver militato le giovanili nella squadra della sua città e l’esordio in A2 a Bologna, è arrivato a Pesaro nel 1979, dove ha giocato 19 stagioni delle sue 22 da professionista, vincendo due scudetti e una coppa Italia. “Perché ho scelto di rimanere a Pesaro? Questioni di cuore”, risponde Magnifico. Il basket e la famiglia. Dopo un anno ha conosciuto quella diventerà sua moglie, Donatella, e non se ne è più andato. Anche quando sono andato a giocare a Roma e Bologna non ho mai spostato la famiglia. “Quando sono andato a giocare a Bologna la famiglia è rimasta unita, l’anno successivo poi ho vissuto la bellissima esperienza romana da pendolare”, ricorda l’ex cestista.

“Amiamo le Marche e questa provincia bellissima, dove saremmo andati a star meglio?”, si chiede. Nel frattempo arrivano le sue tre figlie Nicole, Gaia e Alyssa. Le prime due hanno provato a seguire le orme del papà, prima di dedicarsi completamente agli studi all’università Carlo Bo nelle sedi distaccate di Pesaro. “La più piccola ha cominciato quest’anno i corsi in Beni culturali a Urbino, motivo in più per visitare  questa splendida città”.

“Purtroppo non abbiamo ragazzi di Urbino – spiega Walter – sarebbe un sacrifico enorme per le famiglie accompagnare i figli tre volte alla settimana a Pesaro per gli allenamenti. Se qualcuno volesse farlo, sarebbe un’ulteriore riconoscenza di un lavoro portato avanti nella maniera giusta”. Quando il Ducato gli chiede perché non ha formato una squadra a Urbino la risposta è secca: “Il nostro obiettivo è far crescere la pallacanestro. Ad Urbino fino a qualche anno fa con il lavoro di Marianna Vetri (assessore allo Sport nella giunta di Maurizio Gambinindr) e dei suoi collaboratori c’era un bel movimento nel settore minibasket, ed ora dopo un po’ di difficoltà si stanno ricreando le basi per una nuova rinascita”. Magnifico comunque sottolinea l’area di Urbino e Fermignano fino ad Urbania è molto viva dal punto di vista cestistico.

Nonostante ciò, Urbino e Fermignano stanno naufragando a zero punti nei rispettivi gironi di Promozione e Prima divisione Marche, ma stanno cercando di svilupparsi a livello giovanile per rilanciare le loro prime squadre.

Walter Magnifico ai tempi della Scavolini Pesaro

Basket rosa

La Real Magnifico non ha un settore giovanile femminile. Per la Federazione le bambine che vogliono giocare a pallacanestro possono giocare con i maschi fino ai 13 anni poi devono obbligatoriamente orientarsi sul settore femminile perché da quell’età la differenza fisica diventa evidente.

La scelta di non pensare alle ragazze, per ora, è stata fatta per poter preservare i settori giovanili dedicati nel pesarese: “Quando i genitori ce le portano, noi consigliamo per prima cosa di andare direttamente nelle squadre con un settore femminile per farle fare un percorso di crescita lineare”, spiega Magnifico.

L’attenzione mediatica è tutto. “Prima dei mondiali di calcio femminile di giugno, il basket rosa era sicuramente più avanti come attenzione e livello. Dopo il grande torneo delle azzurre, molte ragazze si sono avvicinate a quello sport. Se le nostre ragazze ottenessero un risultato simile, sono sicuro che anche la pallacanestro femminile diventerà un grande fenomeno”.

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