Foreman a Urbino, il playmaker VL amante dell’arte: “A Jordan preferisco Raffaello”

di CRISTINA R.CIRRI e RAFFAELE DI GAETANI

URBINO – “Wow, this is so nice”. Justin Wright Foreman gira tra una sala e un’altra di casa Raffaello, meravigliato. Il Playmaker americano, classe 1997, neo acquisto della Vuelle Pesaro, con il suo look da sportivo ieri pomeriggio è arrivato a Urbino per fare un salto nella storia dell’arte, sua grande passione insieme al basket. La visita a casa Raffaello era il premio promesso dalla società in caso di vittoria in campionato. Foreman non se l’è fatto ripetere due volte, alla sua prima partita, in casa con il Brescia, ha trascinato i marchigiani alla vittoria, e ieri ha finalmente fatto visita alla città ducale per ammirare le opere del pittore di cui è un grande appassionato.

Al Ducato Foreman racconta da dove nasce che la passione per l’arte: “È nata quando da piccolo frequentavo nel Queens una classe di storia dell’arte e Raffaello è stato uno degli artisti che ho studiato di più insieme ad altri geni italiani come Michelangelo e Leonardo”.

Il Playmaker della Vuelle Justin Wright Foreman

Un americano a Urbino

Foreman arriva dalla discesa di Via Raffaello, accompagnato dal direttore sportivo della VL Stefano Cioppi, come una delle tante persone che camminano per Urbino in felpa bianca e un cappello in pieno stile americano.

Il giocatore ex Utah Jazz entra a Casa Raffaello. Dopo aver salito le scale arriva al primo piano nella sala grande, dove in inglese, il presidente dell’Accademia Raffaello Luigi Bravi gli spiega la disposizione della casa e l’importanza di Raffaello. Subito viene rapito dal Martirio di San Sebastiano di Giovanni Santi. Nello sguardo dell’americano c’è la curiosità di chi, dopo aver vissuto nella grande mela dei grattacieli alti come l’Empire State Building, al cospetto della bellezza di un’arte così lontana da dove è cresciuto, non può fare a meno di immortalare opere come la riproduzione dell’Incoronazione della Vergine con il suo smartphone.

Il playmaker della squadra pesarese ascolta la lezione di storia dell’arte di Bravi, di come la casa natale dell’artista fu acquistata nel 1873 dall’Accademia Raffaello grazie alla donazione di cittadini italiani e stranieri. E soprattutto con la donazione del nobile inglese Morris Moore.

“Non c’è accademia al mondo dove Raffaello non sia studiato” sottolinea il presidente. E Foreman ne è la prova vivente. Infatti ad una domanda su quale sia il suo artista italiano preferito risponde proprio “Raffaello. Lui è uno di quelli che ho studiato alle scuole ed è il primo sul quale ho imparato qualcosa”.

La visita di Foreman a Casa Raffaello guidata da Luigi Bravi

Il blu di Urbino spiegato a un ex Nba

Nel cortile c’è uno strumento con cui in passato venivano prodotti i colori per gli artisti. Foreman non si accontenta di ascoltare ma fa anche domande su come venivano ottenuti i colori. Durante la spiegazione mima anche il movimento con cui i vecchi produttori agitavano quell’oggetto per creare le varie colorazioni.

In particolare il discorso si concentra sul blu che in passato era quello più utilizzato nelle opere d’arte. Uno dei modi per ottenerlo era estrarlo da una pianta, il guado. Proprio questo aveva fatto la fortuna del Ducato di Urbino nel 1500 perché deteneva il monopolio nella sua distribuzione, afferma Bravi.

Lo sport come arte

“Il basket è arte” dice Foreman. Fuori dal campo, con quelle stesse mani con cui costruisce il gioco della sua squadra, gli piace disegnare. Ma in famiglia quello più bravo a farlo, dice, è suo fratello.

Intanto mentre si avvicina il termine della sua visita si sporge dalla finestra per ammirare lo scenario su via Raffaello. Non potrà visitare Palazzo Ducale perché è alla viglia del fine settimana di una partita importante, quella contro la Virtus Bologna. Ma prima di andarsene decide di andare nella sala dove sono ospitate le opere di giovani artisti. Quando gli viene spiegato che sono proprio gli emergenti a poter fare richiesta di mostrare le loro opere è entusiasta. Sul pomeriggio passato a Casa Raffaello conclude:” Grazie mille. Non avrei mai pensato di venire qui, è stata una grande esperienza”. Raffaello o Michale Jordan? “Raffaello”, risponde, senza esitazione.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi