di LINDA CAGLIONI
URBINO – Chi mangia il dolce sputa l’amaro, suggerisce un antico proverbio. Forse è valso anche per l’equipe di medici e infermieri dell’ospedale di Urbino che, nella mattinata di venerdì 27 marzo, ha ricevuto tre scatole piene di dolci e torte traboccanti di crema pasticcera. L’idea è partita da Federica Mariani, che gestisce la gelateria La Romana di Fermignano: “Ai primi di marzo era tutto pronto per ripartire con l’attività dopo l’inverno, ma il decreto ha cambiato ogni piano, siamo stati costretti a chiudere subito – ha raccontato Federica – donare le torte che avevamo già preparato alle persone che tutti i giorni sono in prima linea per salvare la vita della gente mi è sembrata la cosa più logica da fare”.
Dall’idea alla realizzazione il passo è stato breve. Federica ha cercato in rubrica il numero di Alessandro Capucci, presidente dell’associazione Protezione civile di Fermignano, per farsi aiutare nel trasporto dell’omaggio a base di zuccheri e dolcezza: “Federica voleva dare il suo contributo a medici e infermieri perché stanno facendo un grande lavoro – ha spiegato Alessandro – e noi abbiamo deciso di darle una mano a realizzare il suo desiderio. Abbiamo chiesto in prestito un mezzo che rispettasse tutti i parametri di sicurezza al Gruppo di volontariato di Montecopiolo. E così, a bordo di una Defender 110 Station Wagon guidata da un volontario, una ventina di torte sono arrivate a destinazione”.
Per qualche secondo, la quotidianità scandita dalle emergenze e dal suono delle sirene è stata alleviata dalla piccola dolce sorpresa. Non è la prima volta, dall’inizio dell’emergenza, che il personale dell’ospedale di Urbino riceve doni simili. Il bisogno di dimostrare riconoscenza a chi sta facendo l’impossibile per fermare il contagio è declinato nelle forme più disparate, tutte accomunate dalla necessità di ribadire il proprio grazie. Solo qualche giorno fa, tra i reparti affollati della struttura, l’attenzione era andata ai biscotti spediti dalle suore clarisse di Urbino: “A volte si tratta di dolci, altre volte di striscioni affettuosi appesi. Quando capitano queste cose ci sentiamo coccolati – ha detto Roberta Pandolfi, coordinatrice infermieristica del reparto di rianimazione –, sentiamo che la gente comprende lo sforzo che facciamo e cerca di dimostrarcelo. La situazione resta difficile, le cose non cambiano. Ma almeno sentiamo di non essere da soli”.