I percorsi di luce nei vicoli nascosti di Urbino

Ph. Jacopo Nanni Bartolucci
di STEFANO SCIBILIA

URBINO – Il percorso notturno immersivo nella parte più antica di Urbino inizia da Porta Maia, scesa la sera, una tenda di luce invita a entrare: “Porta Maia è l’ingresso che abbiamo cercato di decorare meglio con questa tenda che è legata in un punto e aperta in un altro come se volesse invogliare il pubblico a passarci attraverso, spiega Antonio Santoro, scenografo del progetto “Urbino percorso di luce”. Una passeggiata alternativa rispetto alle direttrici usuali, che collegano Palazzo Ducale e il Duomo al monumento a Raffaello e alla fortezza, segnata da percorsi e giochi di luce. Seguendo il percorso ci sono dei punti importanti da osservare con attenzione, come ad esempio il portico della flagellazione di Piero della Francesca in Via delle Arti, teatro di una proiezione con musica rinascimentale.

L’iniziativa è stata promossa dall’amministrazione comunale con il sostegno e il patrocinio della Regione Marche. Una visione sperimentale per raccontare Urbino da prospettive e angolazioni diverse. Un grande lavoro di illuminazione serale ogni sera fino al 30 settembre, dalle 20:30 alle 24. Il pubblico potrà assistere a giochi di luce con la possibilità di conoscere la storia dei luoghi attraverso un lettore di codici Qr da inquadrare con lo smartphone. La consulenza e la ricerca storica è stata curata da Roberto Vecchiarelli.

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L’iniziativa ha come obiettivo la valorizzazione urbana e nasce dalla partecipazione del Comune di Urbino al bando pubblico “Installazioni artistiche Light Desing per la valorizzazione dei borghi e centri storici”. “L’obiettivo è quello di far visitare degli spazi che non vengono considerati dai turisti – dice al Ducato Santoro –  perché attraverso questi vicoli più nascosti abbiamo deciso di esaltare la parte più antica della città. Il materiale di cui è composta la tenda all’inizio del percorso si ripresenta poi in altri punti di collegamento tra un checkpoint e un altro ed è in fibra ottica, non solo per la resa estetica ma anche per un discorso di velocità di comunicazione”.

Già dall’inaugurazione c’è stata una grande partecipazione da parte del pubblico, curioso e interessato nel cercare di capire in cosa consistevano questi giochi di luce. Lo scenografo ha anche voluto ribadire l’importanza di valorizzare i borghi storici di Urbino: “Questa città vive di arte ed è giusto far trovare una atmosfera coinvolgente alle persone che vengono qui per la prima volta”.

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