Urbino, laurea al ct azzurro Mancini: “L’allenatore deve creare un gruppo coeso” – FOTO

di DAVIDE FANTOZZI E STEFANO SCIBILIA

URBINO – Un fiume di applausi ha accompagnato Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio vincitrice dell’ultimo Europeo, nell’ingresso del Teatro Raffaello Sanzio di Urbino. Il ct ha infatti ritirato oggi nella città ducale la laurea honoris causa in Scienze dello Sport dall’Università Carlo Bo. “Con questo mio riconoscimento viene affermato il valore che lo sport riveste nella vita di molte persone e nei riguardi delle giovane generazioni che popolano in gran numero questa splendida città, patrimonio dell’Unesco”. Ha detto all’inizio della sua lectio magistralis.

“La vittoria quando c’era bisogno di coesione”

A consegnare la pergamena è stato il rettore dell’ateneo Giorgio Calcagnini, che ha aperto la cerimonia di consegna della laurea congratulandosi con Mancini: “È stato importante che la Nazionale abbia vinto in un periodo in cui c’era bisogno di grande coesione”. Il rettore ha inoltre manifestato soddisfazione per “il desiderio comune di organizzare questo incontro”.

Successivamente è stato il direttore del Dipartimento di Scienze Biomolecolari, Orazio Cantoni, a prendere parola sul palco del Sanzio, complimentandosi con il tecnico azzurro e ripercorrendo la sua carriera da giocatore, dalle giovanili fino all’esordio in Serie A con il Bologna, attraverso i successi con le maglie di Sampdoria e Lazio, arrivando ai numerosi trionfi da allenatore, culminati con la vittoria di Euro 2020 in terra inglese.

[aesop_gallery id=”297819″]

“Fiero dei miei ragazzi”

Mancini ha affrontato in una lectio magistralis il tema della leadership, della coesione e dello spirito di gruppo. Si dice “orgoglioso” il mister: “Con questo mio riconoscimento viene affermato il valore che lo sport riveste sul piano culturale e sociale”. Parlando di spirito di squadra, il discorso è caduto inevitabilmente sulla spedizione dell’Europeo, ricco di soddisfazioni ma non privo di ostacoli lungo il percorso. “Nella notte prima della finale verso le 2, i tifosi inglesi hanno lanciato petardi sotto le nostre finestre e per arrivare allo stadio abbiamo fatto 45 minuti di autobus nel traffico. Nonostante tutto, il risultato che abbiamo ottenuto è sorprendente e per questo ringrazio i miei ragazzi perché sono fiero di loro. A ripensare a quello che abbiamo fatto mi vengono i brividi”.

Il coach è passato poi a quella che ritiene la componente fondamentale del suo mestiere: “L’allenatore deve avere la leadership che sviluppa l’autostima e deve fare in modo che il gruppo sia coeso”. Al termine del discorso, Mancini ha dedicato diversi minuti per rispondere alle domande dei giornalisti presenti e per fare selfie e foto di gruppo con i tifosi presenti. All’uscita l’immancabile coro “Dottore, dottore…” di cui spesso si riempiono le strade di Urbino.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi