Foto in mostra per riaprire le botteghe chiuse di Urbino

Giancarlo Gobbi nella sua bottega
di EMILIA LEBAN

URBINO – Grandi rocce e cime innevate, pezzi di vecchie fortificazioni e cieli azzurri che scorrono lungo le pareti candide. Sono le immagini raccolte nella mostra fotografica “Grande Guerra Bianca” di Stefano Torrione, fotografo professionista che ha viaggiato per il mondo collaborando con diverse riviste, tra cui National Geographic Italia. Poi, sulle scale, le fotografie di maschere antigas e scarponi rotti, che trasmettono in pieno la sofferenza dei soldati che hanno combattuto in quel freddo. Infine, il cuore della bottega: il laboratorio di Giancarlo Gobbi, l’artigiano fotografo che ha aperto il suo studio in una calda giornata di luglio in cima a via Raffaello, con l’intenzione di trasformarlo in una piattaforma di dialogo aperta a tutti: fotografi, appassionati e semplici curiosi.

L’esposizione di Torrione è solo il primo gradino di un progetto ambizioso. “Grande Guerra Bianca è la storia di una follia umana, una guerra devastante – racconta Gobbi al Ducato – Abbiamo scelto questo soggetto perché volevamo dare una sensazione di diversità, di rottura con ciò che si vede normalmente a Urbino”.

Cannone sulle Alpi. Foto di Stefano Torrione

Il progetto: dal locale al nazionale

Il passo successivo è un’altra mostra che verrà inaugurata subito dopo quella di Torrione. Da metà novembre saranno esposti i lavori del fotografo contemporaneo Marco Lando. E poi, per il 2022, il programma è già fittissimo: lo Studio Berné di stampa fine art, l’altra realtà che opera nella bottega, ha altre sette mostre pronte in archivio, dai paesaggi immortalati da Christian Basetti, ai lavori di Roberto Polillo, tra fotografia e informatica. Sono attese anche le conferenze del giornalista Michele Smargiassi, del critico fotografico Roberto Mutti e del pioniere della filosofia applicata alla fotografia Claudio Marra.

Poi, sarà la volta di creare un network con le botteghe di altre città d’Italia, in cui le opere degli artisti potranno essere esposte. Per il momento si prevede una collaborazione con uno studio fotografico di Venezia.

Il progetto, per il momento, è interamente autofinanziato. “Per me è un investimento, per far conoscere meglio la mia realtà e il mio lavoro – dice Gobbi – In futuro potrei chiedere ai visitatori di pagare il biglietto a un prezzo simbolico”. La gestione delle mostre presto passerà in consegna a un’associazione culturale e il fotografo sta anche sondando il terreno con degli sponsor.

La Grande Guerra Bianca di Stefano Torrione

La sinergia con le realtà artistiche locali

Il fulcro dell’iniziativa resta Urbino. Da una piccola bottega a un grande circuito culturale: “La mia iniziativa parte da questo spazio. Voglio che diventi un luogo di frequentazione non passiva, ma interessata e consapevole – spiega Gobbi – Consolidarsi sul territorio è il primo e più importante step del progetto”.

Per farlo bisogna lavorare in sinergia, coinvolgendo le realtà artistiche locali. È  nel progetto un dialogo con l’Isia, l’Accademia di Belle Arti e il liceo Scuola del libro, per esporre nei rispettivi spazi i lavori l’uno dell’altro, stimolare incontri culturali, seminari e corsi di formazione. E dopo, c’è la parte di riqualificazione cittadina, un vero e proprio “regalo per la città”: andare alla scoperta dei vicoli più nascosti e delle botteghe in disuso per utilizzarle come spazio di esposizione. Il tutto, terminerà con un grande festival culturale, che coinvolgerà gli artisti del territorio. “Urbino è una bomboniera – racconta Gobbi – E questa bottega vuole essere un piccolo gioiello”.

“Sarebbe bello mettere insieme le diverse realtà artistiche – conclude Giancarlo – Dopotutto la fotografia è uno strumento per crescere e comprendere ciò che c’è attorno: è personale ma è anche memoria collettiva”.

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