Le vie di Urbino nelle ‘mani’ di Franco Bigini, restauratore

di DAVIDE FANTOZZI

URBINO – Franco Bigini tiene il pennello incastrato tra indice e medio. Sistema il pollice sotto, da sostegno, per evitare che la punta si sposti quando ripassa la prima ‘f’ di Via Saffi. Sta in piedi su una scala, leggermente curvo in avanti per vedere bene i tratti neri che la sua estensione di legno e setole lascia. Franco fa il restauratore dal ’78, aveva 17 anni quando ha cominciato con il mestiere. “Davo una mano a mio cugino – racconta – e più facevo, più mi innamoravo di questa professione”.

Alla fine del 2021, il Comune di Urbino gli ha assegnato l’intervento su circa 300 elementi in pietra nel centro storico e nelle frazioni: vie, indicazioni e targhe commemorative. I lavori sono iniziati due settimane fa, con la riverniciatura delle lettere ormai rovinate e rese illeggibili dal tempo. Per gli interventi più consistenti si appoggia a un marmista, come nel caso delle insegne di Porta Santa Lucia. “Le abbiamo rimosse perché bisogna reinciderle, sono completamente rovinate”, afferma Franco.

Franco Bigini ripassa la scritta di Via Saffi

L’estrazione però ha richiesto più tempo del previsto: “Intanto perché sono a 15 metri di altezza – spiega –, la prima lastra pesava circa 40 chili, e l’abbiamo messa nel cestello elevatore. La seconda però superava i 90 chili”. Un sorriso increspa i folti baffi. “Si è bloccato tutto. Hanno chiamato i Vigili del fuoco che sono arrivati con la loro scala chiedendo cosa dovessero fare”. Smette di tinteggiare e comincia a ridere, il pennello resta sospeso a mezz’aria tenuto da indice e pollice. “E cosa potete fare, aspettiamo insieme un altro cestello”, finisce di dire, le spalle ormai vittime dei fremiti d’ilarità. Si prende un attimo e ricomincia il suo lavoro. “Eh sì, le targhe commemorative sono impegnative”, asserisce mentre ripassa una “A”.

Fino a luglio sarà impegnato con l’attività di restauro per il Comune. “In questo lavoro sei a contatto con tante persone che non ci sono più. Dovrò informarmi su alcuni di loro – conclude –. Anche perché se ti dedicano una via, qualcosa avrai fatto!”.

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