A Urbino la fiaccolata di pace per l’Ucraina: “Siamo tutti fratelli e sorelle”

di SARA SPIMPOLO

URBINO – Una ragazza indossa un cappuccio con i colori dell’arcobaleno. Un bambino ha costruito la bandiera dell’Ucraina, con il giallo e il blu. Gli stessi che si riflettono sul palazzo di piazza della Repubblica. Urbino per l’Ucraina, Urbino contro la guerra. Due bandiere della pace spiccano sul gruppo riunito nella piazza per una fiaccolata “che dica no alla guerra in tutto il mondo”.

GLI STUDENTI – A Urbino il corteo per l’Ucraina: “Non diamo per scontate pace e democrazia”

Una manifestazione organizzata dall’arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado, con i ragazzi e le ragazze della Pastorale giovanile diocesana e della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana). I manifestanti si ritrovano in piazza della Repubblica, accendono le fiaccole e si riuniscono in un minuto di silenzio. Poi la musica. “There are people dying, if you care enough for the living, make a better place for you and for me”. È Heal the World di Michael Jackson, il canto che si leva prima che la folla si diriga verso Chiesa di San Francesco per una preghiera.

“La guerra è anacronistica, siamo fortunati ad avere un tetto”

Leonardo e Alessandra

“Sono venuto qua per testimoniare contro questa guerra che non dovrebbe esserci”, dice Leonardo, studente di scienze della formazione di origine salentina. “Dopo essere già stati martoriati da una pandemia mondiale, una guerra di questo tipo nel 2022 mi sembra anacronistica”.

“Vorrei vedermi come una portatrice di pace – continua la sua collega Alessandra -. Mi sento fortunata oggi perché ho un tetto sopra la testa”.

Un bambino accende la fiaccola fuori dalla chiesa. Foto di Sara Spimpolo

Fuori dalla chiesa, i bambini giocano con le candele mentre dentro i giovani di Fuci suonano alla chitarra dei canti religiosi. Laura è arrivata da Colbordolo, paesino vicino a Vallefoglia, proprio per la fiaccolata. È accanto a Giovanna, studentessa di biologia, per la quale “essere qui oggi ci dà l’occasione di condividere lo stesso pensiero: che siamo tutti fratelli e sorelle nel mondo, e non è giusto quello che sta succedendo”.

“Non abbiamo imparato niente”

Larissa e le sue amiche

“Io stento ancora a crederci, è surreale” si sfoga Larissa, un’altra studentessa. “Ultimamente non sto più dormendo – continua – ho paura che non ci sia più gente che crede nell’umanità. Il potere è in mano nostra, bisognerebbe agire di più”. Ammette di non sapere come fare, ma di sicuro sa che non vuole dare adito a semplificazioni su ciò che sta succedendo. “È un conflitto complesso, con dinamiche ed equilibri precari. Demonizzare i russi nella loro interezza non mi sembra la soluzione. Come non lo è cambiare il nome al cocktail Moscow mule. Imparare dagli errori potrebbe essere un buon punto per iniziare. Due guerre mondiali, un conflitto in Kosovo, nell’ex Jugoslavia, le guerre in Africa e nel Medioriente. Finora non abbiamo imparato nulla. Dov’è finita la politica del disarmo? In guerra sono sempre i civili innocenti a rimetterci”.

Una danza per la pace

Alla fine della cerimonia religiosa, il gruppo folk danze popolari di Pallino porta le casse in piazza. E si danza una Ma Navu, una danza ebraica tradizionale attraverso la quale si disegnano – con i piedi, con le mani – dei versi della Bibbia. Per questa occasione, Michela Pescetto e le altre danzatrici hanno scelto il versetto 7 del passo 52 di Isaia: “Come sono belli i piedi del messaggero di pace all’aurora”. “Un gesto che – spiegano – ci auguriamo sia davvero portatore di pace”.

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