Tribunale di Urbino, marito a processo per maltrattamenti in famiglia

di SARA SPIMPOLO

URBINO – “Adesso capisco quelli che sento ai telegiornali che ammazzano le mogli. Hanno ragione”. Questa, secondo la testimonianza dei carabinieri, sarebbe la frase rivolta da B.B. alla moglie dopo anni di violenze e maltrattamenti familiari. L’uomo, ora a giudizio, avrebbe per più anni vessato la moglie, costringendola a rapporti sessuali contro il suo volere, negandole denaro per fare la spesa, controllandola e impedendole di uscire di casa.

Secondo quanto emerso nelle indagini e nel processo, il picco dei litigi sarebbe stato toccato nel 2009, quando la donna rimase incinta del figlio di entrambi (dopo aver avuto nove anni prima una bambina da un precedente partner). “All’epoca – ha raccontato la donna durante l’udienza odierna – avevo problemi all’anca e la pressione alta. Prendevo antidolorifici e medicinali e non riuscivo a svolgere le faccende domestiche”. Una situazione che avrebbe suscitato più volte l’ira del compagno, fino a spingerla ad allontanarlo da casa.

Dopo la nascita del bambino i maltrattamenti sarebbero continuati, fino a quando la donna sporge denuncia e chiede la separazione, arrivata nel 2019. In quell’occasione la signora caccia di nuovo di casa il marito, cambiando anche la serratura del garage in cui lui si appoggiava momentaneamente.

L’uomo chiama allora i carabinieri, che lo accompagnano in casa a prendere i suoi averi. È in quella circostanza che sarebbe stata pronunciata la frase sui mariti che uccidono le mogli, frase per cui la donna sporge denuncia il giorno successivo nella caserma di Piandimeleto. Il carabiniere che ha raccolto la denuncia ha riferito che la signora avrebbe chiesto l’intervento dei militi perché spaventata.

La donna ha raccontato che i suoi due figli sarebbero stati sempre presenti alle liti e che il marito avrebbe in almeno due occasioni alzato le mani sulla figlia maggiore. Una prima volta le avrebbe dato uno schiaffo sulla pancia mentre era seduta sul divano, una seconda l’avrebbe afferrata per il collo dopo una lite per il telecomando.

La ragazza, che oggi ha 20 anni, ha a sua volta sporto denuncia per lesioni personali: sarà ascoltata nella prossima udienza, il 30 novembre prossimo alle 9:30. In quell’occasione verranno sentiti anche altri due testimoni e l’imputato.

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