Omicidio di Fossombrone, Marchionni in aula. Sentito perito informatico. Rinvio al 19 marzo

Andrea Marchionni al Tribunale di Urbino - Foto: Corriere Adriatico
di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Fa il suo ingresso in tribunale scortato da due agenti della Polizia penitenziaria. Ha lo sguardo perso e le manette alle mani. Andrea Marchionni, falegname 47enne di Fossombrone, è sul banco degli imputati perché il 25 luglio scorso ha bussato alla porta di sua cognata, Marina Luzi, 39 anni e madre di una bambina di 9, e le ha sparato a sangue freddo, sull’uscio di casa. Poco dopo si è costituito.

Oggi, durante l’udienza preliminare, il giudice Gianmarco Cantalini ha deciso di rinviare l’udienza al 19 marzo prossimo dopo aver ascoltato la perizia fatta dall’ingegnere Nicola Chemello sul computer di Marchionni. Il perito informatico – intercettato dal Ducato – non ha voluto rilasciare dichiarazioni. “Oggi abbiamo ascoltato l’ingegnere Chemello – dice l’avvocato di Marchionni Donatella De Castro – e il giudice ha stabilito il rinvio dell’udienza al 19 marzo. In sostanza non è successo nulla”.

Marchionni, a seguito della perizia psichiatrica chiesta dalla pm Simonetta Catani, era stato dichiarato incapace di intendere e di volere al momento del fatto ma in grado di affrontare il processo. In una lettera l’uomo aveva spiegato il fatto con tesi complottistiche su Covid, massoneria e nanotecnologie accusando Marina Luzi di volerlo contagiare.

Un delirio che lo ha portato a convincersi di essere perseguitato dalla cognata a tal punto da maturare un piano omicida nella villetta bifamiliare di via Pirandello a Fossombrone. “Ho mirato alla testa per non farla soffrire” aveva detto Marchionni alla gip Francesca D’Orazio.

Presenti anche la madre e la sorella di Marina che hanno lasciato subito il tribunale terminata l’udienza.

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