Dieci anni per l’oblio oncologico, legge “obsoleta”. Ivonne Pagliari: “Già dato tanto tempo al cancro”

Ivonne Pagliari, paziente oncologica e testimone AIRC
DI CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Una legge che andava fatta diversamente e molto prima. Così Ivonne Pagliari, 50 anni, paziente oncologica, di Corbordolo, frazione del comune di Vallefoglia e testimone dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), commenta la legge sull’oblio oncologico approvata in senato il 5 dicembre di quest’anno. “Questa legge mi ha piacevolmente sorpreso e demoralizzato – dice al Ducato – mi fa sperare di essere in un paese che sta facendo qualcosa, ma c’è da fare di più”.

Pagliari è psicologa e scrittrice, come paziente oncologica chiede di ridurre i tempi: dieci anni sono obsoleti. Dieci anni sono il dazio da pagare, secondo questa legge, per poter comprare una casa, per adottare un bambino, per ottenere un posto di lavoro. Per non avere più addosso il marchio del cancro.

La legge

Il 5 dicembre 2023 il Senato ha approvato il testo che protegge gli ex pazienti oncologici da discriminazioni legate alla malattia.

Le persone guarite affrontano continui rifiuti in richieste di mutui, prestiti, assicurazioni, partecipazione a concorsi pubblici o privati e domande di adozione. La nuova legge elimina l’obbligo di fornire informazioni o subire indagini dopo dieci anni dalla fine delle cure e dopo cinque anni se la persona si è ammalata prima dei 21. Secondo i dati Airc, “in Italia 3,6 milioni di persone sono vive dopo una diagnosi di tumore. Di queste, circa un milione può considerarsi guarito”.

Recita il testo della norma: “Le stesse indagini non possono avere ad oggetto una patologia oncologica pregressa quando siano trascorsi dieci anni dal trattamento attivo in assenza di recidive o ricadute della malattia, ovvero cinque anni se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età”.

Dieci anni, come una sentenza

Le terapie però oggi sono varie e differenziate, tanti pazienti proseguono le cure anche dopo la fine della chemioterapia. Da capire quindi cosa si intenda per “trattamento attivo”. Ivonne Pagliari, per esempio, dopo aver asportato il tumore, ha terminato la chemioterapia nel 2019. Da allora si è sottoposta regolarmente a iniezioni ormonali. Il 2 dicembre l’ultima iniezione di enantone. Ora si chiede: “Quando sarò guarita dal cancro? Parliamo di quando mi hanno asportato il tumore? Di quando avrò finito tutte le terapie? Da quando partiranno per me i dieci anni?”.

Questa legge per lei non tiene conto delle persone: “Non puoi dare dieci anni a una persona, è come avere una sentenza del tribunale. Se io ho tolto il mio cancro, ho fatto le terapia, perché devo aspettare dieci anni? Le recidive possono venire anche dopo trent’anni. Siamo sulla strada buona però riduciamo i tempi perché noi di tempo al cancro ne abbiamo già dato tanto”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi