È morto Antonio Paolucci: storico dell’arte, ex ministro, che amò Urbino e il Rinascimento

Antonio Paolucci - Courtesy Musei Vaticani da Avvenire.it
di CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Si è spento a Firenze Antonio Paolucci a 84 anni, storico dell’arte, museologo e cittadino onorario di Urbino. Lo storico ricostruttore che rimetteva insieme i pezzi delle opere d’arte, come aveva fatto suo padre, come aveva fatto suo nonno: con lo scalpello e le scapole curve a restaurare pezzi di legni antichi nella bottega di Rimini, sua città natale.

Storico dell’arte contro il sisma

Da dirigente ebbe il compito di rimettere insieme i pezzi delle chiese colpite dal sisma: fu nominato commissario straordinario per il restauro della basilica di San Francesco ad Assisi in seguito al terremoto nell’Umbria e nelle Marche nel 1997. Anni dopo, nel 2018, partecipò alla ricostruzione della basilica di San Benedetto a Norcia, che era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2016 nell’Italia centrale.

Fu a capo del recupero dei beni artistici da direttore dell’Opificio delle pietre dure di Firenze: “I nostri restauratori in Italia sono in assoluto i migliori del mondo” disse molti anni dopo in occasione del restauro del San Rocco di Bartolomeo della Gatta al museo Horne di Firenze.

Il ricordo di Maurizio Gambini

Lo ricorda Maurizio Gambini oggi in occasione delle celebrazioni di Paolo Volponi “Era molto attaccato a questa città”. Nato a Rimini il 29 settembre 1939, ministro per i Beni culturali dal 1995 al 1996 sotto il governo Dini, direttore dei Musei vaticani, che per lui era “il museo dei musei”, dal 2007 al 2017 e soprintendente per il Polo museale fiorentino.

L’amore per il Rinascimento

Anche a Urbino lo legava l’impegno alla rinascita: il padre e il nonno erano antiquari e i loro mobili sono ancora in città. “Faccio questo mestiere perché vengo dal mestiere” diceva Paolucci, per ricostruire appunto, per rinvenire la “bellezza che si è fatta figure”.

In tutta la bellezza di cui siamo circondati, Paolucci aveva trovato la sua grande passione: il Rinascimento, di cui era uno dei massimi esperti. Divenuto cittadino onorario con una cerimonia al Teatro Sanzio il 6 dicembre 2008, grazie a lui sono state recuperate opere di grande valore, ha guidato la riqualificazione di piazza Duca Federico nel 2009 e ha presieduto le Celebrazioni Raffaellesche.

Netta la sua preferenza di Raffaello rispetto a Michelangelo: “Michelangelo è incontentabile, è estremo. In tutto questo Raffaello non c’è: Raffaello è calma, lusso, eleganza, splendore, gioia di vivere”.

Paolucci divulgatore

Contribuì alla divulgazione dell’arte, promuovendo un concetto di “museo diffuso”, dove ogni elemento culturale è da conoscere, catalogare e tutelare, Era noto anche per i suoi scritti su importanti testate giornalistiche nazionali e per le sue apparizioni televisive, come le puntate a tema per Tv 2000, in cui mostrava e spiegava i tesori e i luoghi meno conosciuti dell’Italia rinascimentale, come il Museo del Bargello di Firenze, ex prigione della città medicea e adesso museo del David di Donatello, l’opera emblema del Quattrocento italiano.

 

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