Una targa a casa Volponi e tre giorni di celebrazioni per il centenario del poeta urbinate

di CARLA IALENTI

URBINO – Una targa sul muro esterno della casa all’angolo di via Matteotti con via Saffi, lungo le mura al punto panoramico in faccia al monte Nerone, ora ricorda che qui nacque Paolo Volponi il 6 febbraio 1924. L’hanno scoperta ieri il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini e la figlia di Volponi, Caterina. È l’anno di Volponi, a un secolo dalla nascita dello scrittore e politico urbinate, l’università di Urbino assieme alla “Fondazione Carlo e Marise Bo” ha organizzato una celebrazione nelle giornate del 6, 7 e 8 febbraio.

La cerimonia è cominciata con una mostra a Palazzo Passionei Paciotti e l’affissione della targa commemorativa sulla casa natale dello scrittore; è proseguita nel pomeriggio con un convegno a palazzo Bonaventura a cui hanno partecipato Emanuele Zinato, docente di letteratura italiana dell’università di Padova, Marcella Peruzzi ed Elena Baldoni della “Fondazione Bo”, Nicoletta Trotta, responsabile del Centro manoscritti di Pavia e Salvatore Ritrovato, docenti di letteratura italiana dell’università di Urbino e uno dei curatori della mostra.

Il professore dell’università di Urbino Salvatore Ritrovato parla dello scrittore Paolo Volponi

Seguiranno nei prossimi 7 e 8 febbraio altri interventi di docenti universitari italiani e stranieri per affrontare i temi trattati da Volponi nelle sue opere, dalla distopia al postumano fino all’ecologia. In tutto saranno 22 i relatori che discuteranno dell’insieme delle opere raccolte nel Fondo Volponi dell’Archivio della Fondazione Bo.

Foto e documenti: in mostra la vita di Volponi

In mattinata il rettore Giorgio Calcagnini e il sindaco Maurizio Gambini hanno inaugurato la mostra, lasciando la parola a Gualtiero De Santi, docente di letteratura dell’Università di Urbino. Presente anche la figlia di Paolo Volponi, Caterina. Diverse sale di Palazzo Passionei Paciotti sono state allestite con foto in bianco e nero del giovane Volponi, con cronologie e stralci delle sue opere e con documenti ad esse riferite.

Il docente ha ricordato che “la moglie di Paolo Volponi, Giovina Jannello, era un’intellettuale che aveva intrapreso studi giuridici anche lei, aveva vissuto a Londra e negli Stati Uniti e lavorava nella Olivetti”.

De Santi, intervistato dal Ducato, ha ricordato alcuni dei “grandi progetti politici di Volponi mai realizzati”, perché osteggiati, come “il cimitero di Urbino progettato dall’architetto Pomodoro un progetto definito ‘ateo'” da chi non lo vedeva di buon occhio, “innovativo dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista sociale, perché “senza cappelle” avrebbe letteralmente abbattuto i muri tra classi sociali.

La targa sulla casa natale in via Matteotti

A seguire, la cerimonia si è spostata a via Matteotti, nella casa recentemente ristrutturata in cui nacque Paolo Volponi. Qui è stata scoperta e affissa una targa in sua memoria. Alle 15 la celebrazione si è spostata a Palazzo Bonavenutra, in via Saffi, nell’aula del rettorato. A moderare il convegno Roberto Danese, avvolto in una sciarpa rossa.

La casa natale di Paolo Volponi in via Matteotti

Il docente Emanuele Zinato intervenuto per primo ha mostrato cinque immagini di scritti di Volponi digitalizzati e confluiti in varie opere, tra cui “La macchina mondiale”. Temi affrontati negli scritti il lavoro in fabbrica che sottrae tempo alla vita, l’animalità come proiezione della corporeità umana e il corpo umano paragonato a una macchina perfezionabile.

E proprio grazie alle macchine e alla tecnologia la Fondazione Carlo e Marise Bo ha reso possibile la consultazione in digitale delle opere di Volponi, delle sue lettere e delle 12 tesi di laurea e una di dottorato incentrate sulla sua complessa figura artistica e politica.

Dopo l’intervento di Nicoletta Trotta dal titolo “Tra le carte di Paolo Volponi al Centro Manoscritti dell’Università di Pavia”, ha concluso il convegno della prima giornata celebrativa il docente Salvatore Ritrovato con “Bo lettore di Volponi”.

Il 7 e l’8 febbraio i docenti universitari italiani delle università di Perugia, Bari, Chieti, Parma, Milano, Oslo, Urbino, Bologna, Napoli, e un docente italiano a Oslo parleranno di corporeità, animalità, architettura sociale e satira nelle opere di Volponi.

Articolo rettificato in data 08/02/2024 alle ore 19:06. Avevamo scritto per errore che la madre invece che la moglie di Volponi aveva studiato giurisprudenza.

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