Liceo del Made in Italy, nelle Marche pochi iscritti. Bene lo scientifico, numeri alti per gli istituti tecnici

Fuori dal Liceo Classico Raffaello
Di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Nelle Marche sono 13.640 gli alunni di terza delle scuole secondarie di primo grado che, a partire dal prossimo anno, entreranno nei licei, negli istituti tecnici e in quelli professionali. Ma solo lo 0,1% ha scelto la nuova offerta formativa, voluta dal governo di centrodestra, del Made in Italy. I dati sono stati resi noti dal ministero dell’Istruzione e del merito.

Sono otto (su diciannove) gli istituti scolastici marchigiani che, entro la scadenza fissata del 18 gennaio scorso, hanno fatto domanda per la nuova offerta formativa del Made in Italy: il liceo Laurana Baldi di Urbino, il Mamiani di Pesaro, il Matteo Ricci di Macerata e il Francesco Stabili di Ascoli Piceno. Mentre, per gli istituti paritari, il Leonardo di Civitanova Marche, il liceo San Giovanni Battista di San Benedetto del Tronto e, a Fermo, il polo scolastico Giovanni Paolo II e la scuola Loviss Srl.

L’Ufficio scolastico regionale ha confermato al Ducato che il numero minimo per formare una sezione è di 10 alunni. Il futuro del Liceo del Made in Italy è quindi incerto come incerto è il destino di coloro che si sono iscritti alla nuova offerta formativa. Se la soglia minima non dovesse essere raggiunta in nessun istituto, il nuovo indirizzo di studio non sarà attivato.

L’offerta formativa non sembra aver attirato i giovani. Il liceo del Made in Italy – annunciato dalla premier Giorgia Meloni allo scorso Vinitaly e trasformato in riforma il 27 dicembre scorso – sembra essere destinato a un flop ancor prima di iniziare. Il dato delle Marche non si distacca poi di tanto da quello nazionale: in tutta la penisola solo lo 0,08% si è iscritto al nuovo indirizzo di studi tricolore, per un totale di 375 alunni.

I numeri premiano i licei

L’indirizzo di studio del liceo, nelle Marche, accoglie il 54,92% degli iscritti, di cui 12,89% ha scelto lo scientifico tradizionale. Seguono l’indirizzo linguistico (8,78%) e le scienze applicate (8,23%). Sul lato umanistico il liceo delle scienze umane, con il 7,21%, supera l’indirizzo classico che si ferma al 5%.

Sugli istituti tecnici si è concentrato il 31,92% di iscrizioni. Prevale il settore tecnologico (20,51%) rispetto a quello economico (11,41%). Tra gli indirizzi di studio tecnologici, il 4,92% si è iscritto al percorso Informatica e telecomunicazioni. L’indirizzo economico che ha riscosso più successo è quello in amministrazione, finanza e marketing con l’8,69%.

Il 13,16% si è iscritto agli istituti professionali. L’indirizzo di studio in enogastronomia ed ospitalità alberghiera, con il 4,14% di iscritti, è in cima alla classifica. A seguire il curriculum in manutenzione e assistenza tecnica (2,14%), i percorsi di istruzione e formazione professionale (1,73%), i servizi per la sanità e l’assistenza sociale (1,31%) e poi tutti gli altri.

Dati a confronto

Rispetto allo scorso anno scolastico il numero degli iscritti ai licei italiani diminuisce dal 57,10% al 55,63%. Aumenta, invece, l’adesione agli istituti tecnici che dal 30,90% dello scorso anno sale al 31,66%. L’indirizzo di studio professionale cresce leggermente: dal 12,10% dell’anno 2023-2024 si attesta al 12,72% nel nuovo anno.

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