Uniurb inaugura il Campus Enrico Mattei. Ricerca su nuovi farmaci e cure: “L’inizio di una nuova era”

Mattia Tiboni, ricercatore di tecnologia farmaceutica
di MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – La definiscono “un’oasi, di sapere e bellezza”, immersa nelle campagne del Montefeltro, con laboratori nuovi di zecca in una struttura di ricerca nata oltre mezzo secolo fa e dalla quale riprenderà a fiorire innovazione: nuovi farmaci e cure su forme tumorali e malattie che colpiscono anche i bambini. Nel nuovo Campus scientifico Enrico Mattei inaugurato il 20 marzo dal rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini ci sono una risonanza magnetica nucleare, stampanti 3D e “microscopi a forza atomica”: strumenti all’avanguardia per un investimento di 20 milioni di euro.

Il sindaco Maurizio Gambini, il rettore Giorgio Calcagnini e la prefetta
della provincia di Pesaro Urbino Emanuela Saveria Greco al taglio del nastro al campus Enrico Mattei dell’Università di Urbino

L’hub sarà la nuova casa dei ricercatori della Carlo Bo, uno spazio in cui potranno produrre con sinergia e competitività. “Quello che facevo in due settimane, in questi laboratori posso farlo in una”, dice soddisfatto Mattia Tiboni, ricercatore di tecnologia farmaceutica, mentre mostra le nuove strumentazioni. “È l’inizio di una nuova era” per il sindaco di Urbino Maurizio Gambini e anche per la prefetta della provincia di Pesaro Urbino Emanuela Saveria Greco, presente anche lei all’inaugurazione. Si unisce l’assessore regionale Stefano Aguzzi: “Abbiamo fatto una cosa veramente grande”.

Il finanziamento e gli obiettivi del Pnrr Vitality

Non solo nuove attrezzature scientifiche, l’intervento di riqualifica del Campus ha interessato anche la prevenzione sismica, l’efficientamento energetico e il miglioramento tecnico e impiantistico. “Il progetto è frutto di un percorso che parte da lontano – dice il prorettore vicario Vieri Fusi – e ha una visione ben determinata: l’ammodernamento delle strutture”. La riqualifica del primo lotto del Campus è solo l’inizio, infatti. Presto cominceranno gli interventi anche nel secondo lotto.

Il Campus scientifico Enrico Mattei

Un lavoro che è stato possibile realizzare grazie ai 20 milioni del progetto Pnrr “Vitality – Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità per l’economia diffusa nel Centro Italia”. Tiboni spiega che il progetto che ha ottenuto il finanziamento ha tre obiettivi principali: la sintesi di nuove molecole con attività farmaceutica, lo sviluppo di nuove forme farmaceutiche e la diagnostica per creare formulazioni per la diagnosi delle patologie tumorali. “I nuovi macchinari sono molto più efficienti, permettono di accelerare i tempi di sviluppo e raggiungere prima gli obiettivi”. Oltre agli strumenti, il progetto Vitality ha dato posti di lavoro a molti dei suoi colleghi, in carica per ottenere gli obiettivi definiti in fase progettuale.

La cura per i più piccoli grazie alla stampante 3D

Pasticche a forma di cuori per i bambini

Come spiega il ricercatore Tiboni, nel laboratorio di tecnologia farmaceutica si dà forma al principio attivo realizzato dai colleghi chimici in capsule, polveri e medical device. ‘Addolcire la pillola’? Sì può. Grazie alle stampanti 3D è possibile realizzare anche pasticche a forma di cuoricini e orsacchiotti per convincere i pazienti più piccoli ad assumere la cura. Si parla di “aderenza terapeutica pediatrica”. Queste tecnologie consentono di produrre in grande quantità alcuni tipi di medicinali e diffonderli così al grande pubblico.

Oasi di “sapere e bellezza”, che non resti isolata

Uno dei laboratori del Campus scientifico Enrico Mattei

Lo spazio è nato negli anni ’70 come centro di formazione e ricerca (Sogesta) del gruppo Eni. Nel ’95 è stato poi acquisito dall’Università di Urbino, conservando lo stesso acronimo. Le sue mura negli anni hanno ospitato tantissimi ricercatori e scienziati del mondo: “Il premio Nobel per l’economia Franco Modigliani“, ricorda tra gli altri il rettore Calcagnini, allora studente di economia e commercio. Un’oasi capace di “coniugare sapere e bellezza”, come evidenzia anche il prorettore alla didattica e alla comunicazione Giovanni Boccia Artieri. Camminando tra i laboratori, i più fortunati hanno finestre con affaccio sulle colline urbinati e tra un esperimento e l’altro possono ammirare il panorama che c’è fuori. La sfida ora, lanciata daFusi, “è che questi posti non restino isolati”.

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