Elezioni comunali a Urbino 2019: problemi e soluzioni per la città. Le interviste ai cinque candidati sindaco

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di REDAZIONE

URBINO- Le elezioni del 26 maggio si avvicinano, oltre al voto delle europee, i cittadini di Urbino saranno chiamati a eleggere anche il loro sindaco. La redazione del Ducato ha deciso di porre nove domande a ogni candidato sui temi più attuali e delicati per la città. Ognuno ha risposto elencando proposte e iniziative della rispettiva lista. Le interviste hanno preso la forma di uno speciale radiofonico, che potete ascoltare qui sotto, di un servizio video e di un testo scritto, che potrete navigare grazie al menu più in basso, diviso per parole chiave. Abbiamo scelto di non dare un ordine gerarchico alle risposte dei candidati, che sono elencate dunque in maniera casuale.

Ascolta lo speciale radio

ASCOLTA TUTTE LE INTERVISTE – Le risposte integrali dei candidati

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IL PRIMO ATTO DA SINDACOPERCHÉ VOTARE LA SUA LISTA?RILANCIO DEL CENTRO STORICOBILANCIO E INVESTIMENTIVIABILITÀTURISMOSPOPOLAMENTODISCARICA E RIFIUTISTUDENTI/RESIDENTI

Qual è la prima cosa che farebbe una volta eletto sindaco?

Maurizio Gambini: Riqualificazione del centro città con il completamento degli spazi per i giovani.

Giorgio Londei: Liberare il Mercatale dalle macchine e portarci il verde.

Gabriele Lauricella: Portare avanti un tavolo tecnico con l’Università, pensare all’inserimento del reddito energetico e istituire una commissione Natura, che comprenda tutte le associazioni culturali e sportive all’interno della città.

Mario Rosati: Le nostre liste hanno impostato tutto il loro lavoro sul rapporto con i soggetti istituzionali più importanti della città. Direi quindi che l’attivazione di tavoli di concertazione sarebbe la prima cosa da mettere in campo.

Donato Demeli: La prima cosa è quella di cercare di incontrare tutti gli attori di questa città, dai commercianti, agli studenti, agli abitanti per risolvere la questione più importante, ossia come far convivere questi tre soggetti all’interno della città.

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Perché dovrebbero votare la sua lista?

I cinque candidati sindaco per le elezioni comunali 2019 a Urbino

Mario Rosati: Perché partiamo da una posizione nettamente differente da tutti gli altri e da una visione a lungo termine della città.

Gabriele Lauricella: Perché la nostra è una lista giovane, che lavora costantemente ormai da cinque anni. Abbiamo dimostrato con il 65% di mozioni approvate in Consiglio comunale che quando proponiamo qualcosa sappiamo di cosa parliamo e siamo preparati sul tema.

Giorgio Londei: Perché è una lista giovane, rinnovata. Ragazzi, ragazze, persone di esperienza. È un mix che può rilanciare Urbino.

Donato Demeli: Perché penso ci sia bisogno di avere un sogno per questa città, capire come riuscire a farla ripartire.

Maurizio Gambini: Perché un’azione di governo non si finisce mai in cinque anni.

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Qual è il suo piano per il rilancio del centro storico?

Gabriele Lauricella: Abbiamo studiato le proposte ricevute dai Volontari per Valbona, che puntano a una valorizzazione del verde pubblico, all’installazione di un arredo urbano di buon livello e alla possibilità di creare eventi con una cadenza abbastanza regolare.

Maurizio Gambini: Fare una promozione adeguata a quella che in questi cinque anni ha portato un aumento dei turisti. In questo senso è importante l’azione dei commercianti urbinati, che devono legare la loro attività al turismo, agli universitari e ai residenti che vivono non solo in centro, ma su tutto territorio.

Mario Rosati: Abbiamo intenzione di strutturare un vero centro per l’innovazione presso la Data, in collaborazione con l’Università e con gli istituti creativi di Urbino. Selezionare le start-up e facilitare il loro strutturarsi nel centro storico. Pensavamo poi a misure di intervento facilitanti per forme di impresa di artigianato più tradizionali. Vogliamo inoltre rafforzare la rete e l’offerta commerciale, coinvolgendo i grandi marchi.

Donato Demeli: Penso che questo centro storico vada gestito in maniera corale e un progetto che già avevo affrontato come assessore qualche anno fa è quello del centro storico come centro commerciale naturale.

Giorgio Londei: Nel centro storico bisogna riportare abitanti, avere una sana convivenza con gli studenti, trovare gli immobili per attirare anche le giovani coppie. Il ripopolamento del centro storico, la convivenza con gli studenti e il rilancio delle attività commerciali e artigianali sono decisivi per i prossimi cinque anni.

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Qual è la situazione finanziaria a Urbino e in quali ambiti, secondo lei, sono necessari investimenti?

Comune di Urbino

Donato Demeli: Il maggior investimento è quello umano. Bisogna intercettare l’Università  per lanciare delle start-up volte a utilizzare il patrimonio culturale e professionale che viene fuori dalla città.

Mario Rosati: Non credo che la situazione dell’amministrazione sia fiorente, ma gli investimenti sarebbero necessari in prima battuta per riattivare l’economia, quindi nei settori che noi riteniamo più importanti, e la cultura oltre che naturalmente l’artigianato e le attività più tradizionali.

Maurizio Gambini: La nostra amministrazione in questi anni, nonostante gli investimenti, è riuscita ad abbassare l’indebitamento comunale e della società partecipata di 6.700.000 euro.

Giorgio Londei: Gli investimenti sono necessari per riportare abitanti e rilanciare le attività commerciali e artigianali istituendo un fondo. Poi bisogna vedere meglio come funzionano i servizi, a cominciare dalla sanità dove io credo che Urbino abbia bisogno di una terza casa albergo.

Gabriele Lauricella: A Urbino non abbiamo problemi di dissesto, come invece ci sono in altri comuni nel resto d’Italia. Io andrei a investire proprio sul turismo. Finora si è vissuto di Università ma purtroppo anche questo aspetto sta peggiorando, proprio perché c’è una politica di muro contro muro, tra studenti e amministrazione.

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Ha in mente nuovi progetti sulla viabilità per collegare meglio Urbino alle altre città?

Quel che resta della ferrovia Fano-Urbino

Giorgio Londei: Bisogna rilanciare Urbino con la Fano- Grosseto e collegarla meglio con Pesaro e la valle del Foglia.

Maurizio Gambini: Attuare e mettere risorse per la Pesaro-Urbino e per il completamento della Fano-Grosseto. A livello progettuale è tutto pronto, manca solo l’esecuzione.

Gabriele Lauricella: Sollecitare la riapertura della ferrovia Fano-Urbino e spingere fortemente affinché si completi il cosiddetto Lotto 10, ossia quella parte di Fano-Grosseto che va da Canavaccio a Fermignano, che permetterebbe un accesso più agile a chi vuole raggiungere da sud Urbino, via autostrada.

Donato Demeli: La mia idea è quella di riuscire a fare della stazione ferroviaria un punto di raccolta di tutte le merci e far entrare in città soltanto mezzi elettrici leggeri.

Mario Rosati: La prima necessità è quella di completare il lotto 10. Senza questo intervento è inutile pensare a qualsiasi altra cosa. Negli ultimi anni tutti i collegamenti che portavano verso Roma e verso Pesaro sono diminuiti. Queste linee potrebbero essere rafforzate attraverso collegamenti diretti. Si potrebbe pensare anche a collegamenti stagionali con gli aeroporti.

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Quale sarà la vostra strategia di comunicazione culturale e turistica?

I torricini di Palazzo Ducale

Maurizio Gambini: Abbiamo presentato un programma culturale biennale con Palazzo Ducale, con il direttore della Galleria nazionale delle Marche Peter Aufreiter, con Luigi Bravi, presidente dell’Accademia Raffaello, e con gli oratori in mano all’assessore regionale per il turismo Moreno Pieroni e al presidente della Regione Luca Ceriscioli.

Mario Rosati: Turismo e cultura sono per noi i due aspetti strategici importantissimi e su questi va studiato un piano programmato che deve funzionare sia con strumenti digitali che tradizionali, ma anche con un piano di marketing ben pianificato.

Donato Demeli: Utilizzare tutte le fiere che già ci sono, sia al livello nazionale che internazionale. Quello che era diventato il giovedì, magari depurato da qualche eccesso, era importante perché portava persone da tutte le città. Era un momento di festa e di gioia.

Giorgio Londei: Noi faremo in modo che ogni turista che viene a Urbino abbia delle informazioni sulla città, sulla storia, sulle curiosità e che abbia l’elenco di tutte le strutture ricettive, ristorative e di bar, così da ottenere una visione completa. Doteremo tutti i turisti di un’App su cui daremo tutte queste informazioni.

Gabriele Lauricella: Noi cinque stelle siamo una forza che si muove con i social e quindi spingeremo con questi mezzi.

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La popolazione residente è in costante calo da 10 anni: cosa pensa di fare per invertire la tendenza e riportare Urbino sopra i 15.000 abitanti? 

Gabriele Lauricella: Urbino ha dalla sua parte la qualità della vita, è una città dove si vive bene e ha un tasso di criminalità basso. Dovrebbe attrarre maggiormente e l’idea sarebbe di spingere chi studia a rimanere, investendo in una famiglia, aumentando sia la popolazione che la ricchezza. I dati spesso sono falsati, non sono divisi per categoria: nelle statistiche si mescolano i numeri dei turisti e degli studenti. Avere dati chiari aiuterebbe a comprendere meglio il fenomeno.

Donato Demeli: Questa è una cosa molto importante, però io penso che la questione centrale sia quella di riuscire a rilanciare la città da un punto di vista lavorativo, con start-up e non solo, portando investimenti e cercando di riempire le nostre zone artigianali intorno alla città: questo è solo un pezzo della strategia. Poi far ripopolare il centro storico con giovani coppie. Un’altra cosa è cercare di favorire la residenzialità degli studenti: in primis perché sarebbero attori delle scelte che fa questa città tramite il diritto di voto, e poi perché potrebbero portare vantaggi alla città e avere vantaggi loro stessi.

Giorgio Londei: Bisogna riportare abitanti attrezzando i grandi palazzi che sono disponibili, a cominciare da palazzo De Rossi, dare un premio alle giovani coppie e agli abitanti che vengono qui a Urbino e considerare i tanti stranieri che abitano anche nelle frazioni e che non hanno la cittadinanza. Ho pensato anche a un’eventuale residenzialità per gli studenti, visto che le borse di studio vengono date solo ai non residenti. A tutti gli altri si può andare incontro con dei servizi, per esempio l’abbonamento gratuito per i mezzi oppure intervenendo in parte sulle tasse universitarie. Lo studente potrebbe prendere la cittadinanza a Urbino dato che studia qui tre anni, o addirittura cinque.

In realtà il Ducato ha verificato che, secondo quanto stabilito nel bando di concorso dell’Erdis Marche, la borsa di studio è prevista per tutti gli studenti, con una suddivisione in fasce: studenti fuori sede, pendolari e in sede.

Maurizio Gambini: Il mio obiettivo non è solo riportare Urbino sopra i 15.000 abitanti, perché la soglia dei 15.000 non modifica lo status della città. 14.500 o 15.500 non è importante e non serve un traguardo o un limite assoluto da raggiungere. La verità è che la popolazione sta calando soprattutto nelle aree interne, ma non accade solo a Urbino. Vogliamo far crescere gli abitanti e far venire la popolazione in città, favorendo la residenzialità con la promozione territoriale oltre a quella turistica. Vogliamo aumentare la produzione dell’energia “pulita”. A riguardo l’amministrazione vuole attuare un progetto ad hoc: dare un incentivo comunale di 1.500 euro una tantum alle famiglie che scelgono di abitare a Urbino o che sono più sensibili alle questioni ambientali.

Mario Rosati: Noi crediamo che questa sia una tendenza che incide su tutto l’entroterra, non soltanto qui. Ma Urbino ha delle potenzialità a oggi inespresse. Vanno messe in campo una serie di soluzioni, in particolare lo sviluppo economico-sociale della città. Renderla nuovamente attrattiva significa far tornare le persone, oltre naturalmente a tentare percorsi di confluenza e fusione con altri comuni.

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La discarica di Ca’ Lucio è quasi esaurita: ha un piano per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati in futuro?

Donato Demeli: Il vero piano è arrivare a medio lungo termine a rifiuti zero, cioè non avere più rifiuti differenziati. Il porta a porta è ciò che realmente funziona, ed è stata abbandonato o quasi dalle ultime amministrazioni, o perlomeno non è stato portato in tutte le zone del comune. È l’unico modo per controllare realmente chi separa i rifiuti. Un altro progetto parallelo era quello delle compostiere nelle zone rurali, perché il compostaggio crea problemi nelle discariche. Rifiuti zero è un progetto radicale, ma è l’unico che funziona.

Gabriele Lauricella: Marche Multiservizi che gestiva la struttura voleva ampliarla e noi abbiamo sempre lottato a fianco di chi voleva chiuderla o limitarla. Siamo per la riduzione al minimo del rifiuto indifferenziato. Quello attuale è fallimentare, dentro ogni fusto d’immondizia c’è un miscuglio di materiale non corrispondente alla raccolta.

Maurizio Gambini: Io personalmente ho promosso e condiviso con la provincia il piano della gestione dei rifiuti dei prossimi decenni, che prevede la diminuzione delle tubature di Ca’ Lucio da 680 mila a 400 mila, lo spostamento del trattamento meccanico biologico a Ca’ Asprete, la costruzione di un impianto di biometano nell’area di Fano. Perché non basta solo la raccolta differenziata, ci vogliono anche gli impianti. Abbiamo questo progetto chiaro, in linea con gli altri comuni: non aumentare le tariffe e pianificare la gestione dei rifiuti ora e in futuro nel territorio provinciale.

Mario Rosati: La gestione della discarica di Ca’ Lucio non riguarda soltanto il comune di Urbino. Deve essere un’azione concertata con il territorio e costruita insieme agli altri comuni.

Giorgio Londei: Ca’ Lucio va chiusa, punto.

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Quali sono le sue soluzioni per far convivere studenti e residenti senza danneggiare i commercianti?

Studenti in piazza contro l’ordinanza

Maurizio Gambini:  Le soluzioni che noi proponiamo per far convivere studenti e cittadini sono già finanziate e sperimentate e riguardano la rivalutazione della Data e del Collegio Raffaello. Per quanto riguarda la Data sono stati già stanziati più di un milione di euro e i lavori verranno avviati quest’estate. Per il Collegio Raffaello abbiamo stabilito la copertura del cortile (il Legato Albani) per farlo sfruttare ai giovani anche nelle ore notturne senza disturbare la comunità. Ho già parlato con il Rettore Vilberto Stocchi per diluire il periodo delle lezioni in tutta la settimana e non solo in due giorni. In questo modo aumenterebbe il periodo di permanenza dei ragazzi in città.

Mario Rosati: La presenza degli studenti è una richiesta per la città di Urbino. In molti l’hanno capito, altri l’hanno sfruttata forse un po’ troppo, forse speculandoci un po’ troppo. Ricostruire un rapporto sano, virtuoso tra chi abita, chi vive a Urbino significa appunto ricostruire un tessuto di relazioni che non può che portare beneficio a tutti. Però bisogna che queste dinamiche siano innescate, supportate e il soggetto che deve farlo non può che essere l’amministrazione.

Giorgio Londei: Quando ho fatto il sindaco non ho mai avuto problemi di rapporti fra gli studenti e gli abitanti, anzi ho sempre avuto un rapporto meraviglioso, franco, leale, buonissimo. Anche adesso impegno molto nell’attività gli allievi dell’Accademia. Lo studente è una ricchezza culturale ed economica. Dobbiamo renderci conto che gli studenti sono più degli abitanti. Non è un dato contestabile. L’Università, l’Isia (Istituto superiore per le Industrie artistiche), l’Accademia, quasi mille studenti dell’Istituto tecnico industriale, oltre 700 del Liceo Artistico, più i licei.

Gabriele Lauricella: Far vivere bene famiglie e studenti è una nostra priorità. Uno dei modi per far convivere pacificamente più fasce d’età è creare spazi, magari esterni al centro storico (esempio collegio Raffaello), dove lo studente, passata una certa ora, possa continuare a fare feste.

Donato Demeli: Far convivere commercianti, residenti e studenti è abbastanza facile, perché se si riesce a incontrare queste categorie, poi si può anche a capire quali sono le loro esigenze. Non si può vietare a qualcuno di stare in giro anche fino alla mattina alle 7, l’importante è che non disturbi gli altri. Forse le forze dell’ordine dovrebbero essere utilizzate negli orari più a rischio e non alle dieci di sera.

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