Inchiesta palloni gonfiati, l’avvocato di Gambini: “Siamo fiduciosi, non c’è alcuna prova”

di FRANCESCA DE MARTINO

URBINO – Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini insieme ad altri quindici dei diciotto indagati nell’ambito dell’inchiesta “Palloni gonfiati bis” è stato rinviato a giudizio. Il rinvio è stato disposto nell’udienza preliminare del 13 novembre scorso dal giudice Egidio De Leone che ha quindi accolto la richiesta dell’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Irene Lilliu. Solo tre non andranno a processo: la posizione di Fabio Cleri era stata archiviata con un decreto del Tribunale ad agosto 2018, mentre due hanno scelto il patteggiamento. Si tratta di Tiziano Pieri, dirigente della società sportiva già coinvolto nel primo filone dell’inchiesta sulle sponsorizzazioni fasulle all’Asd Pieve di Cagna e l’imprenditore Sergio Belpassi. La prossima udienza, che aprirà il dibattimento, è fissata al 7 febbraio 2020.

“Siamo fiduciosi, non c’è alcuna prova di restituzione di denaro agli sponsor. Il sindaco avrebbe risparmiato solo poche centinaia di euro perché le cooperative non pagano tasse sul fatturato, ma su parte dell’utile netto. Il capo d’imputazione è inverosimile”, spiega Gianluca Marcucci, legale del sindaco e di altri due imputati. “E’ un processo che non avrebbe ragione di esistere – conclude Marcucci – nel 2018 per un processo agli sponsor dell’Urbino Pieve che hanno la sede a Rimini la procura competente archiviò subito il processo”.

“Il problema riguarda la società perché non c’è modo di confermare che somme di denaro siano tornate agli sponsor. Anche noi siamo ottimisti sull’esito del processo”, concorda Andrea Agostini l’ avvocato di Renzo Romagnoli, un altro degli imputati a processo. Quello di reperire denaro, continua Agostini, è “uno dei classici problemi delle piccole società calcistiche e che si vedono spesso in Italia. Per sopravvivere commettono degli errori finanziari”.

L’accusa

Il sindaco, insieme agli altri imputati, sarebbe responsabile in quanto rappresentante legale dell’azienda Terra Bio, di “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti nel periodo che va dal 2012 al 2014” e per aver gonfiato delle sponsorizzazioni a favore del club di calcio Asd Urbino Pieve poi restituite in maniera illecita. Le somme destinate agli sponsor sarebbero state gonfiate per far ottenere agli imprenditori dei vantaggi fiscali come, secondo quanto si legge dall’atto di rinvio a giudizio, “evadere le imposte sul reddito e sull’Iva”. In caso di condanna la pena prevista per il sindaco e, gran parte degli altri imputati, va da un anno e sei mesi a 6 anni di reclusione.

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