Pesaro e Urbino candidate a capitali europee della cultura 2033, ora c’è anche il logo. Gambini: “Saremo un nuovo Rinascimento per il Paese”

Il simbolo della candidatura di Pesaro e Urbino a capitale della cultura 2033
di FRANCESCO COFANO E NICHOLAS MASETTI

MATERA – “Benvenuti a Matera”. Con queste parole Salvatore Adduce Paolo Verri, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019, ricevono i sindaci di Pesaro e Urbino Matteo Ricci Maurizio Gambini, arrivati nella città lucana per presentare la candidatura congiunta a capitale europea della cultura per il 2033. Un’accoglienza che sa di passaggio del testimone tra il paese che il segretario del Partito comunista Palmiro Togliatti, dopo una visita ai Sassi, definì “vergogna nazionale” nel 1948 e le due città marchigiane.

Dopo 70 anni Matera si è saputa riscattare prima con l’iscrizione nei beni patrimonio dell’Unesco nel 1993 e poi col riconoscimento di città della cultura nel 2019. E ora Pesaro e Urbino sono pronte a cogliere la stessa opportunità per unire e promuovere un territorio “che non deve dividersi tra entroterra e costa”, spiega il sindaco Gambini.

La presentazione

Per Urbino non è il primo tentativo di aggiudicarsi la nomina: già nel 2013, quando il primo cittadino era Franco Corbucci, la città ducale ci provò, ma dovette arrendersi proprio a Matera. Adesso la decisione di tentare ancora, questa volta da portabandiera di un intero territorio vista la partecipazione alla presentazione della candidatura di numerosi sindaci: in primis Giuseppe Paolini, nella doppia veste di presidente della Provincia e primo cittadino di Isola del Piano; poi il sindaco di Gradara Filippo Gasperi, quello di Acqualagna, Gloria Nei, e il vicesindaco di Fossombrone Katia Marcuccini.

“Siamo partiti con una rincorsa molto lunga – dice Gambini – ma questo è un bene perché le cose da fare sono tante. Pesaro e Urbino sono vicine ma diverse: la prima ha avuto uno sviluppo importante nel Dopoguerra, rappresenta quella parte del paese che più è cresciuta ma che a volte si pone in contrapposizione a realtà dell’entroterra come Urbino. Ora è arrivata l’ora di lavorare insieme per un nuovo Rinascimento del nostro paese perché in questo momento difficile per tutta l’Italia abbiamo bisogno di un progetto a lungo termine”.

Le due città ci proveranno sulla scia delle celebrazioni delle loro perle: Gioachino Rossini, di cui l’anno scorso sono stati festeggiati i 150 anni dalla morte, e Raffaello Sanzio, che nel 2020 sarà ricordato con le celebrazioni a 500 anni dalla scomparsa.

I sindaci della provincia di Pesaro e Urbino a Matera

E proprio “la bellezza e la cultura – dice Matteo Ricci – sono i due fattori che salveranno il nostro paese. Matera è la dimostrazione che bisogna osare e guardare al di là del mandato amministrativo, pensando alle nuove generazioni piuttosto che alle prossime elezioni. E noi puntiamo a un progetto strategico di sviluppo, per questo siamo la prima realtà italiana a provarci”.

Il primo mattoncino è stato la creazione del logo per la candidatura, firmato dall’Isia di Urbino. Un logo plurale, un vero e proprio alfabeto di segni ispirato alla cultura architettonica, paesaggistica e artistica del territorio di Pesaro e Urbino. Spiega il direttore dell’Istituto Jonathan Pierini: “La scelta è dovuta a due esigenze: doveva essere un segno grafico capace di crescere nel tempo, come questa candidatura, e, allo stesso tempo, capace di di raccontare una provincia così ricca.  Non aveva senso creare un simbolo chiuso e finito per una candidatura in evoluzione. Un sistema aperto a modifiche è più funzionale”.

I sindaci di Pesaro e Urbino Matteo Ricci e Maurizio Gambini

La road map

Al di là del simbolo e dei buoni principi, tuttavia, la strada è ancora molto lunga, come hanno precisato gli stessi Gambini e Ricci: l’Italia (che nel 2033 ospiterà la capitale della cultura insieme ai Paesi Bassi) inviterà le città a presentare le candidature solo nel 2027, sei anni prima dell’anno prefissato. Dopo una prima scrematura di una giuria di esperti indipendenti della cultura, la capitale italiana verrà ufficializzata solo nel 2029. Un percorso ancora lungo dunque. Ma “siamo convinti che ce la daranno, non possono non darcela”, afferma il presidente della provincia Paolini. Tutti gli abitanti della provincia, ma anche delle Marche, sperano che la sua convinzione si trasformi in realtà.

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