Consiglio comunale Urbino, voto unanime sull’ ex fornace Volponi. Scontro su assessori e variante Canavaccio

di CHIARA RICCIOLINI

URBINO – Il Consiglio comunale di Urbino prima vota compatto l’acquisizione dell’ex fornace Volponi, poi maggioranza e opposizione tornano a darsele di santa ragione sulla possibilità per i consiglieri eletti di ricoprire anche la carica di assessori e della variante edilizia a Canavaccio.

Voto unanime, dunque, per l’acquisto dell’ex fornace Volponi al prezzo di 200 mila euro, un affare per il Comune considerando che il valore iniziale di partenza all’asta era di 2 milioni e 400 mila euro. Questa transazione rappresenta la conquista di un area importante per la città, considerando che un tempo l’intera comunità urbinate lavorava alla fornace, dalla quale provengono i mattoni utilizzati nella costruzione di Urbino. Lo spazio in questione consiste in 9.300 metri quadrati che probabilmente saranno destinati a scopi abitativi. Interpellato sulla questione, Gambini risponde: “Dobbiamo capire se ci sono altri enti della città o anche privati che magari sono interessati a costruire un’area di sviluppo adiacente alla città. Siamo aperti alle idee, ne abbiamo qualcuna però speriamo che presto vengono i cittadini e le imprese a capire cosa si può fare in quell’area”.

Assessori e consiglieri, il dibattito in aula

Approvata la delibera per costruire una palestra al servizio dell’Istituto Raffaello i via Ottaviano Ubaldini, adozione definitiva della variante al Piano regolatore generale (Prg) approvata a settembre 2023.

Il dibattito però concentra sulla normativa che regola l’incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di assessore. Urbino, nonostante sia diventata capoluogo, segue le regole dei piccoli comuni. Attualmente, la legge prevede che la carica di consigliere sia incompatibile con quella di assessore solo nei comuni con più di 15mila abitanti, mentre questa incompatibilità non sussiste nei comuni di dimensioni inferiori. Urbino è ancora una volta al centro di una dicotomia.

L’opposizione ha chiesto di aggiungere una regola che impedisca agli assessori che sono anche consiglieri di votare su proposte di delibera che li riguardano direttamente. Questa proposta è stata spiegata da Mario Rosati del Pd: “Contestiamo che nel nuovo regolamento i consiglieri possano essere anche assessori. Quello che chiedevamo era il rispetto di un principio democratico per cui chi presenta la delibera non dovrebbe poterla votare. Infatti per il regolamento attuale è possibile essere assessore e sedere in Consiglio, allora la proposta dell’opposizione è che l’assessore che siede in consiglio e propone una delibera non possa darsi voto”.

La questione Canavaccio

Si scaldano gli animi sulla questione Canavaccio, in relazione alla decisione di trasformare un terreno agricolo a Santo Stefano di Gaifa in un’area industriale, come previsto nella variante al piano regolatore. La decisione aveva sollevato preoccupazioni riguardanti la conservazione di possibili resti archeologici sepolti. Queste perplessità sono state principalmente espresse da Alleanza Verdi-Sinistra, Europa Verdi e il comitato cittadino Eco del Montefeltro che hanno illustrato nella mattinata di ieri l’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura. Uno studio condotto nel febbraio 2023 ha infatti evidenziato l’alto rischio archeologico di quell’appezzamento, ponendo la necessità di effettuare una valutazione approfondita prima di procedere con qualsiasi intervento urbanistico.

Secondo il sindaco, le forze di opposizione “stanno ostacolando lo sviluppo industriale dell’area e stanno contribuendo a spingere ulteriormente le persone lontano da Urbino”, città che già soffre di un problema di spopolamento. In risposta, Giorgio Londei ha sostenuto in Consiglio che lo sviluppo di Urbino è necessario, ma è fondamentale scegliere i luoghi più appropriati per tale crescita: “Non si vuol far opposizione allo sviluppo della città, ma qui la questione è che lo sviluppo deve avvenire dove si sono le possibilità di farlo avvenire e di conseguenza ci sono gli spazi”

La possibile ricandidatura

Alla domanda “Ha intenzione di ricandidarsi” Gambini risponde al Ducato: “Non ho ancora sciolto la riserva, devo prima sapere cosa vogliono fare i partiti. Soprattutto non se ‘mi ricandido’. Ma ‘mi ricandido per fare cosa?’. Siccome ci sono molte decisioni a livello provinciale che non vengono prese, tantissime sull’acqua, sui rifiuti, sui trasporti. Credo che ci debba essere un progetto complessivo che non riguarda solo la città di Urbino, di Pesaro o di Fano. Dobbiamo lavorare insieme, se no continueremo a non fare la diga per l’acqua, che è una cosa gravissima.”

Commissione ecomafie

Gambini, convocato oggi alla commissione Eco-mafia mafie per la questione della discarica di Riceci, ha dichiarato al Ducato di essere stato informato che Marche Multiservizi avrebbe acquisito il 40% di Aurora. In aggiunta, ha chiarito che la discarica a Urbino è necessaria per la provincia, ma non è detto che debba essere situata a Riceci.

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