Urbino, il primo giorno di un anno scolastico tutto nuovo

di REDAZIONE

URBINO – C’é chi fuma l’ultima sigaretta di nascosto prima di entrare, chi si domanda in che classe sarà e da dove si entra. Un collaboratore scolastico col megafono dà le direttive sulla misurazione della temperatura all’ingresso. Tanti genitori che al di fuori dal cancello, vogliono assistere al fatidico “primo giorno di scuola” dei loro figli: chi con una mano alzata in segno di saluto o, chi di nascosto, quasi per non voler sembrare troppo sentimentali. Alcuni ragazzi si abbracciano, altri si scherniscono e qualcuno si perde per strada.

Due ragazze di 14 anni di Cagli, dopo più di un’ora di pullman, sono arrivate al parcheggio dell’ Itis Mattei ma non sanno dove devono andare. Loro sono iscritte al primo anno del liceo artistico Scuola del Libro e credevano che il pullman le avrebbe lasciate davanti all’ingresso, e invece no. Sperdute e sicuramente in ritardo per la prima campanella delle 8.10 chiedono informazioni su come arrivare:” Non ci arriverai mai”, dice un pessimista,  e qualcun altro consiglia loro di usare Google Maps. Una giornalista del Ducato decide di accompagnarle in macchina ad una condizione: “Non prendete passaggi dagli sconosciuti la prossima volta, ok? “. Questa è l’aria che si respira davanti alle scuole superiori di Urbino, il primo giorno di scuola. Accompagnato da una inevitabile gabbia di regole di sicurezza.

Il nuovo sistema del green pass

Il decreto legge 122 dell’11 settembre 2021 parla chiaro e stabilisce che l’ingresso all’interno degli edifici scolastici è consentito solo con la carta verde: tutto il personale scolastico, dai docenti al personale Ata fino al dirigente, passando per i visitatori esterni, genitori compresi, devono essere dotati del certificato per poter entrare nelle scuole di qualsiasi ordine e grado. Una rivoluzione che applica la frontiera del digitale alla formazione scolastica e mette in luce come l’esigenza di sicurezza e di tutela della salute corra di pari passo con la tecnologia.

SCUOLA – Rientro in aula ai tempi del green pass

Il ministero ha predisposto in tempi da record all’interno della piattaforma Sidi (Sistema Informativo dell’istruzione) una sezione con cui quotidianamente i dirigenti scolastici possono monitorare la scadenza della certificato verde dei dipendenti. Per privacy, non è possibile accedere ai dati sensibili e verificare quindi se il personale sia vaccinato o abbia eseguito un tampone, ma l’unica discriminante per lavorare nella scuola è effettivamente la validità del green pass. La collaboratrice del Preside dell’Iis Raffaello, Iris Bonci, conferma: “La piattaforma funziona alla perfezione e permette di verificare immediatamente chi è in possesso del green pass valido. Qualora ci fosse qualcuno che non risulta in regola, non potrà accedere all’edificio scolastico. Gli studenti dovranno entrare provvisti di mascherina, che sarà obbligatoria durante la permanenza negli edifici scolastici”.

Gli studenti all’ingresso del liceo Raffaello di Urbino

“Che abbiamo alla prima ora?”. “Latino”

Tre ragazze camminano trafelate sulla discesa di Via Oddi, quella che porta alla loro scuola, il liceo classico e linguistico Raffaello. Hanno la mascherina abbassata sul mento, pronta per essere alzata appena entreranno a scuola. “Fa effetto – dice una di loro – tornare dopo tanto tempo che facevamo lezione a distanza”. E dall’eventualità di tornare in dad non sono spaventate, ci hanno fatto l’abitudine.

Accelerano il passo e si dirigono verso uno dei quattro ingressi, ognuno definito da un colore: giallo, rosso, verde, blu. “Per noi è il primo giorno di liceo” dice un ragazzino insieme ad alcuni suoi compagni. Tengono la mascherina alzata già da fuori. Sono emozionati e un po’ spaventati ma una professoressa li rassicura e li guida al loro ingresso. “Che abbiamo in prima ora?” chiede uno all’amico “Latino” risponde l’altro. Oggi inizieranno il terzo anno di liceo e la sensazione generale è che all’emozione del primo giorno in classe si aggiunga quella di sedere al banco dopo mesi di lezione dietro uno schermo. Mentre i ragazzi si aggiornano su cosa hanno fatto quest’estate, suona la campanella delle 8: in pochi minuti via Oddi si svuota. Sono tutti in classe.

“Il primo giorno è sempre bello”

Alla scuola media Volponi gli insegnanti, armati di green pass, varcano i cancelli. Sorridono, sono felici, da molto tempo non vedevano i loro allievi. I ragazzi, dal canto loro, provano sentimenti contrastanti: c’è chi è contento di tornare tra i banchi e chi, come dire, preferirebbe seguire le lezioni comodamente spaparanzato sul divano. Del resto, qualche inconveniente della scuola in presenza c’è. Primo tra tutti il doversi svegliare presto la mattina, mettersi uno zaino sulle spalle e partire alla volta delle lezioni, sfidando traffico, autobus che non passano e compagni di viaggio ancora più ritardatari. Ma una cosa bella c’è: rivedere i propri amici.

Qualche alunno arriva prima del suono della campanella e riconosce i compagni delle elementari che questa volta ritroverà in un’altra classe. Appoggiano gli zaini nuovi sul muretto, in fila, attenti a non sporcarli. Cominciano, poi, ad arrivare altri studenti accompagnati dai genitori. C’è chi arriva da Fermignano. Una mamma è un’insegnante “Non vedevo l’ora di ricominciare” dice, con gli occhi che sorridono sopra la mascherina. Un papà confida al Ducato, sorridendo, che per quanto riguarda l’orario era meglio la didattica a distanza: sua figlia arriva sempre in ritardo. Ma prima o poi si doveva ricominciare. “Lei ha fatto la prima dose di vaccino, ha 13 anni. È una forma di responsabilità sociale” dice, tornando serio. All’ingresso della scuola i collaboratori scolastici dicono che la nuova piattaforma per il controllo del green pass ha funzionato benissimo. Sono tutti molto contenti.

Alle 8.30 i genitori dei ragazzini che devono cominciare la prima media affollano il piazzale. Si abbracciano, scattano foto, qualcuno piange e si asciuga le lacrime. Sono tutti molto emozionati. C’è chi dice che ha un po’ di ‘ansietta’, e anche chi non era troppo triste in dad ma non lo è nemmeno oggi “Solo perché è il primo giorno, che è sempre bello”. Una ragazzina vuole fare l’attrice, “Prima bisogna studiare e poi posso diventarlo”. Dando un insegnamento anche ai più grandi. E poi sulla scuola dice che “È come lavorare a maglia. Prima è faticoso ma poi, quando finisci, Hallelujah!”.

Con le mascherine a coprire parzialmente il volto, gli studenti fanno foto, balletti, corrono, fanno scherzi. Arriva la preside del Volponi Maria Lorena Farinelli. Si sente qualche genitore dire “In bocca al lupo”, qualche altro dice, piangendo, che è come consegnarli nelle mani di un’altra famiglia. Studenti, mamme e papà sono tutti davanti all’ingresso principale “Che bello è! Era ora!” dice la dirigente. E suona la campanella. La scuola riparte.

VOLPONI – Riapre la scuola primaria

In piedi sui bus pieni

I trasporti, come era prevedibile, probabilmente in tutta Italia, sono il punto debole. I piazzali degli autobus sul Giro dei Debitori sono vuoti, nell’umidità delle 7:30 del mattino. Qualche liceale sta bevendo il caffè al bar, un paio di loro chiacchierano scaldati dalla brace della prima sigaretta della giornata. C’è una ragazza in piedi, sola, nello stallo A, all’incrocio con via del Popolo. “Arrivo un po’ prima degli altri perché i miei genitori lavorano”. Durante la conversazione, cominciano ad arrivare altri suoi coetanei, in sparuti gruppetti. A passi lenti si posizionano sugli stalli di appartenenza, ancora intontiti dalla sveglia apripista dell’anno scolastico. “Stiamo aspettando i nostri compagni. Noi prendiamo la corriera solo al ritorno, al mattino è troppo pieno” affermano due studentesse dell’Istituto Raffaello. “Veniamo da Fermignano – continuano – e in tanti prendono la linea arancione”.

La fermata in via Pacioli

Un nutrito gruppo di studentesse del Liceo Laurana Baldi conferma: “Su alcune corriere fanno scendere le persone quando finiscono i posti a sedere, ma io ad esempio vengo da Sant’Angelo in Vado e le persone in piedi lungo la tratta le vedo. Loro tre sono di Fermignano e la situazione è la stessa” dice Giulia. Le fermate calde per quanto riguarda l’Itis Mattei e l’Istituto statale d’arte sono quelle di Fermigano e Urbania. Il pullman parte da Fermignano fa due fermate, a Calpino e Ca’ Vanzino, nella zona industriale, poi dritto verso Urbino. “Alle 7.20 una ventina di miei amici sono rimasti fuori dal bus, era già pieno. Io sono riuscita a salire, ma ho fatto il viaggio in piedi come tanti. Almeno avevano tutti la mascherina a bordo”.

TRASPORTI – 311 mezzi per gli studenti di Pesaro e Urbino

Parla una ragazza di Fermignano, che con delle amiche spezza il serpentone di studenti guidato dai vigili urbani per fermarsi in un bar. Intanto le corriere entrano dalla rotonda di viale Comandino e percorrono via Pacioli per lasciare gli ultimi studenti davanti l’entrata del plesso, alla fine della strada. Sono quasi vuoti ormai. I pullman urbani di Urbino come il 3D hanno lasciato alle spalle la capienza ridotta al 50% che li aveva costretti a raddoppiare le corse lo scorso anno. Adesso possono salire 34 persone, l’80% del totale. L’autista che aveva il turno questa mattina non ha avuto problemi e non ha dovuto lasciare nessuno a terra.

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