Stefano Sensi, gol in azzurro ed eroe di Urbania. Gli amici: “Quella volta che voleva fare mille palleggi…”

Uno degli striscioni per Sensi al Mapei Stadium di Reggio Emilia
di NICCOLÒ SEVERINI

URBINO – Tutta Urbania ha fatto gol con Stefano Sensi martedì sera. La città dove il talento del Sassuolo è cresciuto e ha calcato i primi campi da gioco ha esultato con lui per la prima rete con la maglia dell’Italia contro il Lichtenstein. Il giocatore del Sassuolo torna ogni volta che può a casa, quando non è impegnato con i neroverdi e la Nazionale.

Oltre alla famiglia e ai suoi genitori che erano allo stadio, dalle Marche amici e vecchie conoscenze dell’Urbania calcio hanno gioito come se fossero lì, allo stadio Tardini di Parma, ad abbracciare Sensi dopo la rete.

Gli amici: “Gioia incontenibile”

“Sono veramente troppo contento. Ci ha colto impreparati – scherza Alberto Catani, uno dei migliori amici di Sensi –  non ci aspettavamo nemmeno che giocasse. Poi figuriamoci: ha segnato di testa!”. Non sono le sue caratteristiche, Sensi è un centrocampista d’impostazione, ma la prima rete è arrivata grazie ad un inserimento su un pallone alto. Non erano preparati, ma Catani promette che dalla prossima partita il gruppo si organizzerà per vedere il match tutti insieme e cercheranno di coinvolgere tutto la città.

Catani e Sensi si conoscono da quando sono bambini, stesso quartiere, stesso campetto e sempre con il pallone. Sensi ha sempre detto che il campetto sotto casa e i suoi amici sono stati fondamentali. Proprio nel quartiere di Bonci, a Urbania, ha cominciato a calciare il pallone. Con lui l’insperabile fratello Samuele, più grande di lui di due anni e i suoi migliori amici, Alberto e Alessio Vrioni, che da compagni di squadra nelle partitelle di quartiere sono diventati i suoi primi tifosi: “Gli abbiamo scritto subito dopo la partita, non riuscivamo a contenere la gioia”.

Stefano Sensi tra i suoi amici di sempre

“Non ci sorprende più di tanto quello che sta facendo – racconta Alessio – lui ha sempre avuto quest’obiettivo. Quando ne fissa uno lo raggiunge. Una volta sotto casa voleva fare mille palleggi e non è tornato a casa finché non ci è riuscito”.

Domenica saranno allo stadio Dall’Ara per vedere Bologna-Sassuolo e fare le congratulazioni al loro amico di persona, dopo i tanti messaggi.

Raccontano di uno Stefano sempre molto legato a casa, che non è cambiato con il successo che sta avendo. Ogni volta che torna a Urbania, Sensi va al campo dove ha cominciato, con la squadra della città. Gli piace stare vicino ai bambini del settore giovanile e lo scorso Natale ha regalato alcune delle sue magliette per la tombola benefica di Natale. “Stefano ci aiuta e partecipa a tutte gli eventi e le manifestazioni solidali che organizziamo”, conclude Antonio.

L’Urbania calcio: “Si vedeva che era un predestinato”

“Andava a dormire con il pallone – dice Davide Tacchi, suo ultimo mister all’Urbania – finito l’allenamento, giocava altre due ore al campetto sotto casa”. È la sua voglia continua di giocare a calcio che ha portato Sensi ad essere il primo durantino a esordire e segnare in Nazionale. “Si vedeva che era un predestinato – continua Tacchi – oltre alle grandi doti tecniche, è la mentalità che fa la differenza.”

Davide Tacchi con i genitori di Stefano fuori dallo stadio Tardini martedì sera

“È anche un po’ merito nostro”, dice con orgoglio Maria Flavia Pagliardini, presidentessa del settore giovanile dell’Urbania Calcio. Dalla società raccontano di un ragazzo piccolino, già calcisticamente molto più avanti degli altri e grazie ai suoi genitori sempre presenti è cresciuto sulla strada giusta, quella che ha portato alla Nazionale.

L’Urbania aveva una collaborazione con il Rimini Calcio, la prima società professionistica ad avere puntato su Sensi, e dalle Marche ha chiamato qualche ragazzo: “Fare su e giù dalla provincia romagnola non è facile – spiega la presidentessa – molti non hanno retto lo stress. Stefano è l’unico che ce l’ha fatta”.

La Pagliardini racconta il primo ricordo di Sensi calciatore: “Ero in autostrada, stavo viaggiando per lavoro. Ho incrociato il pullman del Cesena – seconda squadra di Stefano – e ho subito riconosciuto quel ragazzino composto ed educato, quasi non lo riconoscevo. È sempre stato un ragazzo disciplinato e questo lo ha aiutato. Poi sulla partita della Nazionale: “L’abbiamo vista al circolo della nostra squadra. Al gol siamo esplosi di gioia”.

Due anni fa per uno stage estivo organizzato ad Urbania, il centrocampista, libero da impegni, è tornato per allenare i ragazzi dei settori giovanili, arrivati da tutta la provincia per la sua presenza.

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