Apecchio: anche una inchiesta sulla morte di Luciana, che ha sconvolto la provincia

di CLARISSA CANCELLI

URBINO-  La donna fantasma. Così è stata soprannominata Luciana Simoncelli, la donna che dopo aver passato quasi tutta la sua vita chiusa in casa, è stata trovata morta sabato notte a Serravalle di Carda, una frazione del comune di Apecchio. Una storia che ha colpito molto gli abitanti di questa parte delle Marche e ha sollevato molti dubbi.

Proprio come una fantasma, non poteva essere vista da nessuno. Solo da pochi eletti. In questo caso, dalla madre e dalla sorella, che vivevano insieme a lei, e da alcuni abitanti, che la scorgevano sempre di sfuggita. Come un’apparizione.

Di un fantasma non si ha percezione, non si ha un’immagine netta e definita. Facendo uno sforzo, si  possono immaginare i suoi contorni, delineare, con un po’ di fantasia, il suo profilo. La stessa cosa si può dire di Luciana che, secondo quanto spiegato dalle sue familiari, voleva vivere chiusa nella sua stanza, facendo l’uncinetto. Senza vedere nessuno. Ed è così che, con il passare degli anni, la donna è finita per diventare un vago ricordo per gli abitanti del posto.

“Ho ricevuto la chiamata intorno alle sette. Sapevo già che la persona era morta perché così mi è stato detto al telefono” ha raccontato al Resto del Carlino la guardia medica, Lorenzo Di Biasio. “Sono salito in camera e ho visto questa donna magrissima distesa sul letto, già con la rigidità della morte”.

Luciana era arrivata a pesare 30 chilogrammi. “Mangiava pochissimo”: la spiegazione dei suoi familiari. Nessuna cartella clinica, nessun esame, nessun documento, solo una vecchia tessera sanitaria. “Non abbiamo mai chiamato il 118 perché lei non voleva e si sarebbe messa a urlare” ha risposto la sorella alle domande della guardia medica.  Ha poi spiegato che Luciana era morta intorno alla mezzanotte. Non ha saputo dire perché avesse aspettato sette ore prima di chiamare un medico.

La procura di Urbino ha avviato un’indagine conoscitiva, chiedendo ai carabinieri di ottenere più informazioni possibili su di lei.

Nemmeno il medico di famiglia, il dottor Massimo Valentini, l’aveva mai incontrata. Tutte le volte che aveva tentato di vederla, aveva ricevuto un netto rifiuto dalla madre.

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