L’idea degli studenti urbinati: un’app anti gaffe per imprenditori all’estero

di MARCO FERRARI

URBINO – Portereste mai un mazzo di crisantemi a un incontro galante? La risposta molto probabilmente è “meglio di no”. In Cina, invece, nessuno si azzarderebbe a regalare un orologio per festeggiare un buon affare commerciale. Perché così come in Italia il crisantemo è un fiore associato al lutto, in Cina l’orologio richiama al concetto del tempo che passa, qualcosa di simile alla locuzione latina “memento mori”, ossia “ricordati che devi morire”.
Come fare allora per evitare gaffe quando ci si trova all’estero? Un imprenditore, ad esempio, che volesse regalare qualcosa per sancire un accordo commerciale appena concluso, come dovrebbe comportarsi? Si sono posti il problema gli studenti del corso di Comunicazione Interculturale tenuto dalla professoressa Flora Sisti all’Università di Urbino: così è nata “Blend Up”, un’applicazione digitale rivolta a giovani imprenditori che aiuta a evitare i fraintendimenti culturali, spesso in agguato durante le trattative d’affari all’estero.

Il concetto di fondo è che ognuno di noi padroneggia un certo “codice”, specifico del contesto nel quale siamo cresciuti e con il quale siamo abituati a comunicare. Il codice si compone di gesti, comunicazione verbale e non verbale e cambia di paese in paese. “Volevamo creare uno strumento che permettesse alle persone di differenti culture di comunicare in maniera più efficace”, racconta Teresa Gianlorenzi, una delle studentesse che hanno contribuito a creare l’applicazione.

Blend Up è ancora in fase embrionale ma è già finita sul podio, insieme ad altre quattro “idee innovative”, di Aula Emprende,  un progetto europeo, partito dall’Università di Valencia e organizzato dalla Regione Marche, che ha visto in gara venti gruppi di studenti provenienti dalle quattro università marchigiane.

Durante la competizione, i ragazzi avevano tre minuti per esporre in inglese il proprio progetto legato all’imprenditoria. In tempo reale, i membri della giuria assegnavano un voto a ogni presentazione attraverso un’applicazione. Oltre ai ragazzi di Urbino, hanno trionfato anche due gruppi dell’Università di Ancona, uno di Macerata e uno di Camerino.

I sei ragazzi di “Blend up” hanno vinto uno stage gratuito presso la Warehouse Coworking Factory, uno spazio di lavoro condiviso ideato da Ronnie Garattoni e Laura Sgreccia, due degli imprenditori che hanno sostenuto il progetto mettendo in palio corsi di formazione e stage.

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