Un carpegnolo al traguardo di New York. Matteo Bravi: “Che emozione correre la maratona delle maratone”

Matteo Bravi, Carpegna, mentre taglia il traguardo nella 49sima maratona di New York
di ELIA FOLCO

URBINO – Quarantadue chilometri e 195 metri. Oltre 52.000 persone sulla linea di partenza, tutta la città di New York che urla il tuo nome scritto sulla maglietta, senza nemmeno sapere chi tu sia. E l’emozione di tagliare il traguardo dopo tanti mesi di lavoro e sacrifici, per arrivare in fondo e poter dire di aver completato la maratona più famosa del mondo. Matteo Bravi, originario di Carpegna, queste emozioni le ha vissute sulla propria pelle: ha corso la quarantanovesima edizione della maratona della Grande Mela, completata in 3 ore 27 primi e 41 secondi, piazzandosi al 5572° posto in classifica. Un modo per festeggiare i 40 anni di età, dice lui, che però ha dovuto seguire un allenamento molto rigido per arrivare al traguardo: “La mattina mi alzavo alle cinque per andare a correre, con la pioggia e con il sole e poi andavo al lavoro” dice Bravi, che lavora come responsabile informatico nella redazione di San Marino Rtv, e pratica la corsa solamente come hobby. “Ho iniziato con i miei amici per tenermi in forma, poi mano a mano – racconta Bravi -ho iniziato a pormi degli obiettivi, ad allungare il percorso e a migliorare sempre di più i miei tempi; poi ho iniziato a partecipare alle prime corse fino a questa pazzia che è la maratona di New York”.

Dieci mesi di allenamento per arrivare al grande giorno: “Sono partito troppo forte: alla fine l’emozione mi ha giocato un brutto scherzo. Ricordo che ho guardato l’orologio e me ne sono reso conto subito, ma la musica, l’atmosfera e il tifo erano tali – dice Bravi -che non ci ho voluto pensare, ho continuato a correre, sperando di non pagarla alla fine, ma ho sbagliato: gli ultimi 195 metri sono stati davvero pesanti, ma sono riuscito a restare sotto le tre ore e mezza, che era il mio obiettivo iniziale”.

E ancora più della vittoria, per Bravi è stato bellissimo vedere la soddisfazione negli occhi dei propri cari, con il padre e la moglie, che lo hanno accompagnato fino a New York, ad attenderlo al traguardo, dopo aver seguito tutta la sua prova con trepidazione: “Ricordo che quando ho tagliato il traguardo mio padre era decisamente più contento di quanto lo fossi io, che più che altro ero stanchissimo. Ma per lui, che mi ha accompagnato in bici durante i miei allenamenti, seguendomi passo dopo passo, deve essere stata una soddisfazione immensa vedermi arrivare in fondo, per non parlare di mia moglie – continua Bravi – che mi ha supportato in questa mia pazzia da quarantenne. Anche se quando mi hanno visto partire a razzo si sono arrabbiati, per fortuna sono riuscito a completare il percorso”.

Bello quanto la maratona è stato però anche il post gara: “Dopo la corsa sono rimasto due settimane in America, è un posto che amo moltissimo, e andare in giro con la medaglia al collo (quella consegnata a chiunque tagli il traguardo) è fantastico: la gente ti ferma per strada per fare foto, ricevi un sacco di complimenti e vivi quasi come una celebrità. Un’emozione unica, che un giorno mi piacerebbe riprovare. Non penso l’anno prossimo, ma un giorno, dopo aver magari fatto più esperienza per non commettere errori da principiante, chissà, potrei partecipare un’altra volta”.

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