URBINO, 3 MAR. – Si chiude con una sentenza di assoluzione in primo grado pronunciata dal giudice Andrea Piersantelli il processo per fatture false che ha coinvolto la squadra femminile di pallavolo Robur Tiboni Urbino Volley e la società di ristorazione Cimas.
Nove gli imputati assolti: Angelo Sansuini, Maurizio Sansuini, Giancarlo Sacchi, Enrica Sacchi e Carlo Carciani per il reato di fatture per prestazioni inesistenti mentre Silvano Paiardini, Girolamo Remedia, Valerio Aluigi e Pietro Eros Ragnucci erano accusati di favoreggiamento.
L’accusa, rappresentata dalla pm Enrica Pederzoli, il 10 gennaio scorso aveva chiesto una condanna di un anno e otto mesi per il presidente dell’associazione sportiva urbinate Sacchi e per sua figlia Enrica e un’altra di due anni per Angelo Sansuini e Maurizio Sansuini, alla guida dell’azienda Cimas. La difesa ne aveva sempre sostenuto l’assoluzione data la mancanza di prove necessarie per provare quanto contestato dal pubblico ministero.
“L’assoluzione per alcuni dei reati contestati è avvenuta nel merito, ma i fatti precedenti al 2012 sono stati prescritti”, riferisce l’avvocato Adriano Blasi, legale dei quattro ex imputati per favoreggiamento.
I fatti
L’accusa riguardava l’emissione di fatture per prestazioni parzialmente inesistenti: le società sportive avrebbero venduto spazi pubblicitari a prezzi spropositati per poi restituire parte dei soldi così che entrambe le parti potessero ricavarne benefici economici. Queste prestazioni, secondo la tesi della pm Pederzoli, venivano pagate con bonifici del valore di 7.000 euro circa e spesso staccati in concomitanza di prelievi in contanti poi utilizzati per restituire una parte del compenso ricevuto.
Dall’altra parte la difesa ne aveva sostenuto da sempre l’assoluzione perché, per verificare che quelle spese erano sproporzionate rispetto alle prestazioni pubblicitarie, sarebbe servito un esame di comparazione con le altre società che non è mai stato fatto: ad esempio verificare il costo necessario per fare un cartellone pubblicitario. Stessa cosa per quanto riguarda i bonifici: secondo i difensori non sempre sono avvenuti in giorni vicini e a volte i prelievi anticipavano i bonifici.
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(f.d.m.)