Francesca di Fermignano, modella coi libri in valigia: “Voglio dar valore al mio territorio”

Francesca Pagnanelli
di CECILIA ROSSI

URBINO – “Mi presentavo ai set fotografici sempre con gli appunti nella borsa. Durante la seduta di trucco e messa in piega li tiravo fuori e mi mettevo a studiare con i bigodini in testa”. Francesca Pagnanelli vive la sua vita tra due mondi che sembrano distanti, ma non per lei: a Milano Francesca fa la modella per firme come Dolce & Gabbana, a Fermignano vive con la sua famiglia. A fine febbraio è uscita dall’Università di Urbino con in mano la pergamena “tanto sudata”. Una laurea in Lingue e culture straniere, con la specializzazione in inglese e spagnolo, che è stata “una soddisfazione enorme, un traguardo a cui tenevo tantissimo”, ammette.

Il trampolino dal Montefeltro a Milano

L’Ateneo di Urbino l’aveva scelta come uno dei volti della campagna di comunicazione nel 2018, alla fine del suo primo anno di studi universitari. Gli occhi azzurri spiccano sopra la tazzina da caffè che Francesca avvicina alla bocca, poi si ferma e riprende a parlare: “La sento mia questa Università”, raccontava Francesca nell’intervista fatta sul blog universitario. Già la passione per le collezioni e le sfilate era diventata più di un sogno nel cassetto: “Diciamo che al momento mi definisco ‘aspirante modella. Sono seguita da un’agenzia specializzata, ma si tratta di un impegno occasionale che mi piacerebbe diventasse un lavoro vero e proprio”. Il suo sogno ha cominciato a realizzarsi nel 2017, ha ottenuto la fascia di “Bella d’Italia”, che aveva fatto tappa a Urbino, per le selezioni regionali, per poi vincere anche il titolo marchigiano.

Da lì il trampolino verso le passerelle è stato quasi immediato. “Mi sono voluta buttare subito. Anche se all’inizio è stato difficile, perché se cominci a 19 o 20 anni in questo settore sei già considerata ‘grande’. Ma a me non piacciono le strade facili. Sapevo che avrei dovuto collaborare con colleghe più navigate di me, che fanno questo lavoro da quando hanno 15 anni. E poi ci sono gli spostamenti continui: una vita in treno praticamente”. Francesca infatti ha deciso di rimanere qui e di fare tappa a Milano quando il lavoro chiama, come durante il periodo della Settimana della Moda.

“Mi vivo la dimensione della città, più frenetica e viva, senza mai distaccarmi dalla dimensione locale. Sono felice di non aver dovuto rinunciare al paese” dice. “Finora sono riuscita a vivere bene questa specie di schizofrenia tra due ambienti così diversi”, scherza. “Dopo il liceo classico ‘Raffaello’, sapevo che avrei voluto continuare a studiare il più possibile, per cui ho continuato a portare avanti gli esami come potevo, viaggiando sempre con i libri in valigia”.

Francesca Pagnanelli, nel cortile del collegio Raffaello alla sua laurea

Anche gli ultimi due anni, che sono stati difficili per tutti, sono stati per lei una conferma: “Studiando le lingue, non potevo perdere familiarità con i vocaboli e le espressioni. Soprattutto spagnolo, che ho iniziato da zero all’università e di cui mi sono appassionata. Durante il lockdown il lavoro a Milano si era azzerato e mi sono trovata a domandarmi quanto tenessi al mio percorso universitario. Con tanti impegni mi è capitato di trascurarlo, ma allentando i ritmi ho avuto la certezza di aver fatto la scelta giusta”, racconta Francesca.

“Il sincretismo tra la civiltà normanna e quella anglo-sassone”

Mentre a Urbino Francesca ha trovato il luogo giusto per i suoi studi, da Fermignano ha avuto la spinta giusta per mettersi in gioco. “Devo ringraziare tanto i miei genitori, che mi hanno dato la possibilità di fare le mie scelte. Fin da subito ho voluto rendermi indipendente economicamente: ho lavorato come barista a Fermignano per non pesare sulla mia famiglia con le rette universitarie. E anche ora riesco a farlo, con un lavoro che amo a pieno”.

Il traguardo che ha certificato questo suo impegno è arrivato il 22 febbraio scorso, quando ha finalmente indossato la corona d’alloro: “Volevo scrivere una tesi che mi avrebbe portato a studiare molto, così ho deciso di farne una sperimentale”, spiega Francesca. “Significa che ho dovuto consultare archivi e testi antichi: il tema è il sincretismo tra la civiltà normanna e quella anglo-sassone a cavallo tra l’XI e il XII secolo. Una fatica, che mi ha dato tantissima soddisfazione. Soprattutto perché ho potuto discuterla in presenza”.

Il futuro che non dimentica le radici

Sul futuro, Francesca mantiene un orizzonte ampio. “Nel breve termine vorrei concentrami per prendere la certificazione C2 per lo spagnolo, ma continuerò sicuramente a studiare iscrivendomi a un corso di laurea magistrale. Non so in che ambito ancora, perché sono interessata alla moda in generale: dalla comunicazione all’organizzazione. Mi vedrei manager in futuro”. E sembra non scartare l’idea di stabilirsi qui e dare vigore all’imprenditoria locale.

“C’è fermento in questa zona, c’è voglia di fare. Ho visto che, anche nel periodo più duro del Covid, sono fioriti vari brand e realtà locali della moda, che ho conosciuto con passaparola o che mi hanno contattato direttamente perché avevano visto il mio lavoro. Ma soprattutto tramite i social, in particolare Instagram”.

Francesca ha 28mila follower e utilizza la piattaforma per presentarsi “nella maniera più trasparente possibile” perché ne riconosce l’utilità. “Ma faccio tutto in modo molto naturale, la spontaneità è fondamentale. Mi avevano consigliato di usare molto di più l’inglese, la lingua ufficiale della moda. E io ne approfitto anche per fare pratica e migliorare negli esami” scherza Francesca. “Vorrei dare ai luoghi in cui sono cresciuta il loro giusto valore. Nel mio piccolo spero di poter contribuire a renderlo un territorio ancora più ricco di opportunità per noi giovani”.

About the Author

Cecilia Rossi
Nata e cresciuta nelle Marche, studio a Urbino, dove mi laureo in Comunicazione con una tesi sull'involuzione autoritaria in Ungheria. Ho vissuto per sei mesi a Bruxelles, dove non ho migliorato il mio francese, ma in compenso ho studiato un po' di economia. La maggior parte del tempo leggo libri, lavoro a maglia e mi perdo nei documentari.

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