“Con De Carlo, Mancini e Cuppini per fare di Urbino patrimonio Unesco”. Il ricordo dell’ex sindaco Galuzzi

L'ex sindaco di Urbino, Massimo Galuzzi e l'allora ministra dei Beni culturali Giovanna Melandri durante le celebrazioni per Urbino patrimonio dell'Umanità Unesco
di MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – 25 anni fa, quando il centro storico di Urbino venne nominato patrimonio Unesco, Massimo Galuzzi era il sindaco della città. “Fu un grande onore” che però non sente di potersi prendere da solo. Il merito del riconoscimento lo attribuisce infatti a tre personalità che vi lavorarono molto: Renzo Mancini, Giancarlo De Carlo e Silvia Cuppini. Nei sui ricordi è viva la memoria di quel 5 dicembre 1998. Racconta al Ducato di una grande emozione ma anche della consapevolezza di un qualcosa che spettava alla città: “Avevamo lavorato per molto tempo alla nomina. C’era soddisfazione per l’esito positivo raggiunto ma allo stesso tempo un po’ ce lo aspettavamo”. Fino ad allora erano solo sei i centri storici italiani riconosciuti dall’Unesco: quello di Roma nel 1980, Firenze nell’82, San Gimignano nel ’90, Napoli e Siena nel ’95 e Pienza nel ’96. E in tutto erano 28 i siti dell’intera penisola.

Mancini, De Carlo e Cuppini: a loro tre il merito del riconoscimento

A sinistra Giancarlo De Carlo, a destra Silvia Cuppini

“Nessuno lo ricorda ma secondo me il merito vero fu dell’architetto Renzo Mancini”. Galuzzi riconosce all’allora sovraintendente regionale ai Beni monumentali e architettonici, l’avere individuato l’opportunità: “Poi lavorò per moltissimo tempo con la nostra amministrazione a questo traguardo. In modo particolare con l’architetto Giancarlo De Carlo che aveva elaborato il Piano regolatore e la professoressa Silvia Cuppini, allora assessore alla Cultura”.

Galuzzi individua in queste tre personalità il lavoro principale della candidatura, che come ricorda, non fu affatto facile. “C’era una commissione internazionale con Consiglio a Parigi e più volte, per settimane, venne come rappresentante un architetto spagnolo per verificare tutte le particolarità del centro storico, le qualità architettoniche, la storia e le progettualità future”. Si lavorò infatti, anche in prospettiva: “Con il Piano di gestione e il possibile supporto di leggi si voleva mettere in moto una cosa non solo contemplativa”.

La ministra Melandri a Urbino

La targa scoperta dalla ministra Melandri che ricorda il riconoscimento di Urbino Patrimonio dell’umanità Unesco

Alla nomina seguirono giorni di celebrazioni “per valorizzare il lavoro che era stato fatto e le cose che si potevano fare in prospettiva”. Nell’occasione venne a Urbino Giovanna Melandri, l’allora ministra per i Beni e le attività culturali, che scoprì la targa posta sotto i torricini. “Poi ci siamo collegati con gli altri siti Unesco tra cui Napoli e Barumini in Sardegna. Vennero anche i Mamuthones in giro per la città”. L’onore, aggiunge infine Galuzzi, va anche e soprattutto a chi ha realizzato e costruito Urbino: “Va a loro e alla storia della città perché è quello che ha contato nel riconoscimento Unesco”.

Articolo aggiornato alle 15.10 del 12 dicembre 2023. Avevamo scritto erroneamente il nome Enzo Mancini anziché Renzo Mancini. Ci scusiamo con i lettori.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra e di terze parti maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi