“L’Unesco non dà medaglie ma l’onere di un bene”, Urbino da preservare e restituire migliore ai giovani

Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, alla cerimonia per i 25 anni di Urbino Patrimonio Unesco
di MARTINA TOMAT

URBINO – “Siamo dei nani sulle spalle dei giganti. Siamo chiamati a non perdere questo testimone e di passarlo alle generazioni future. Metterò la firma per l’Arcidiocesi di Urbino con la mano che mi trema” è l’arcivescovo Sandro Salvucci a dirlo durante la cerimonia per il 25° anniversario dell’iscrizione del centro storico di Urbino nella lista dei siti patrimonio mondiale Unesco al Teatro Sanzio, riaperto proprio per l’occasione. In altre parole: Urbino ci è stata consegnata in tutta la sua bellezza e va custodita e tramandata.

“L’Unesco non dà medaglie ma l’onere di un bene” sottolinea l’ambasciatore permanente all’Italia per l’Unesco, Liborio Stellino, in collegamento video da Parigi. Ma è una musica ricorrente in tutto l’arco della mattinata dove, durante il saluto delle autorità parlano in presenza anche il prefetto Emanuela Saveria Greco e il presidente della provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini. E il sindaco Maurizio Gambini che guarda lontano: “Questa città non è degli urbinati ma di tutti i cittadini del mondo che devono sentirsi a casa. Deve essere il patrimonio di tutti. Urbino deve essere ridata a questi ragazzi in sala”.

Tra città ideale e suggerimenti dei ragazzi

Il riferimento è agli studenti del Volponi e del Pascoli, presto introdotti da un entusiasta assessore al turismo Roberto Cioppi. Alcuni, con emozione, salgono sul palco e danno il loro contributo genuino e deciso. Raccontano Urbino a parole loro e con citazioni e video e danno suggerimenti: “Vorremmo che Mercatale diventasse luogo d’incontro” chiedono per esempio alcuni di loro in rappresentanza del Pascoli mentre dal Volponi, cullati dalla musica del flauto traverso e di una chitarra da loro suonati, fanno una promessa: “Ci impegniamo a rispettare Urbino”. Urbino che è città ideale che esiste anche nella realtà. Frase questa frutto dei ragazzi ma ribadita anche dal Comune. 

I valori, gli attributi e la mappa interattiva

Ma questa bellezza che sfiora l’ideale “va protetta”. Questo è possibile grazie a un piano di gestione: “Per tutti i siti italiani Unesco è obbligatorio dal 2006 – spiegano Carlo Ricci e Barbara Baronetto della fondazione Links che ha aiutato a stilarlo con un grande lavoro di ricerca – ogni 6-8 anni bisogna mandare un rapporto a Parigi, quando qualcosa non va bene viene richiesto un report, c’è anche una valutazione di impatto”.

La fondazione, dopo una ricerca di un anno ha messo in evidenza valori e attributi caratterizzanti che hanno permesso a Urbino di diventare patrimonio Unesco: “I valori sono il perché un sito è stato iscritto, nel caso di Urbino sono due: per il suo interscambio di valori umani: a Urbino sono successe cose che sono state portate altrove, parliamo dell’arte e dell’architettura per esempio. E per il suo essere rappresentante di un periodo storico, ovvero del Rinascimento”. Gli attributi sono invece il cosa, la materializzazione del perché: tra quelli materiali c’è palazzo Ducale per esempio o Santa Chiara tra quelli non materiali le visuali o i personaggi illustri”.

Presto sul sito del comune sarà scaricabile una mappa interattiva con gli attributi: “Sono stati georeferenziati perché la popolazione, i turisti e i ragazzi possano comprenderli al meglio e vederli”.

Tutti uniti per Urbino

Sono state firmate due intese. Una a livello territoriale per la valorizzazione al territorio tra il Comune di Urbino rappresentato dal sindaco Maurizio Gambini e le unioni montane Alta Valle del Metauro, Montefeltro e Catria e Nerone. Un’altra, a più ampio raggio, ha visto la sottoscrizione del nuovo atto d’intesa per la valorizzazione del sito patrimonio mondiale e ha coinvolto i rappresentanti di dieci istituzioni (il ministero della Cultura col segretario regionale, la Soprintendenza regionale e la Galleria nazionale delle Marche, Regione Marche, provincia Pesaro e Urbino, Comune di Urbino, Università degli studi di Urbino, Erdis, Arcidiocesi di Urbino- Urbania- Sant’Angelo in Vado, Accademia Raffaello Urbino).

“Quando si lavora insieme il risultato è migliore – spiega l’assessore regionale alla Cultura Chiara Biondi – Urbino è un fiore all’occhiello dal punto di vista culturale, è il primo riconoscimento che la regione Marche ha avuto 25 anni fa. La cultura è disseminata a Urbino ed è un motore di sviluppo per il territorio”. Il protocollo è un po’ la prima pietra dunque di un’opera da erigere nel prossimo futuro.

E a proposito di pietre: “Urbino è una delle poche città in cui si può vedere il substrato roccioso e il primo cengio roccioso su cui è stata fondata la città – spiega durante la tavola rotonda che conclude la mattinata la Professoressa Patrizia Santi dell’Università di Urbino. Un substrato di grande interesse e tutto da scoprire e proprio per questo è stato costruito un itinerario di geologia urbana: “Con attenzione particolare all’edificato storico e monumentale dal punto di vista dei materiali, dal loro riconoscimento alla loro provenienza. L’itinerario ha dieci punti strategici che possono essere anche ampliati. Urbino non è solo rinascimento. Vogliamo dare anche una visione diversa, che non ci si aspetta” .

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