Dai cieli di Urbino al Cosmo, Marica Branchesi e il Club Unesco: “Ai ragazzi dico: esplorate e poi tornate”

L'astrofisica urbinate Marica Branchesi
di MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – “Quando guardo le immagini dell’universo trovo quello stupore e bellezza che vedo nei palazzi e nelle vie di Urbino”. Mentre lo racconta al Ducato gli occhi le si illuminano: Marica Branchesi è un’astrofisica di origine urbinate, professoressa del Gran Sasso Science Institute, riconosciuta dal Time fra le cento persone più influenti del 2018 per la scoperta delle onde gravitazionali. “Nella scelta di questo lavoro c’è Urbino, che ha un cielo bellissimo. Lo guardavo sempre con i miei nonni”. Nei suoi ricordi sono vivi i momenti dell’infanzia trascorsa nelle colline del Montefeltro: “La vendemmia di ogni anno e il senso della famiglia sono momenti che mi porto dentro e mi legano a Urbino. È il motivo per cui la amo”. Un legame che mantiene stretto ancora oggi, ricoprendo il ruolo di presidente onoraria del Cuum, Club per l’Unesco di Urbino e del Montefeltro. “Marica è la bandiera più bella di Urbino nel mondo – dice il presidente Alberto Bruscoli – per questo l’abbiamo coinvolta. Accettando, ci ha fatto un regalo bellissimo”.

L’impegno del Cuum

2 settembre 2019: a vent’anni dal riconoscimento del centro storico di Urbino patrimonio dell’umanità nasce il Cuum. “Abbiamo deciso
– spiega Bruscoli – di fondare il club per stimolare sul territorio un’adesione ancora più convinta ai valori dell’Unesco, nel modo più inclusivo possibile”. È così che viene interpretato il ruolo del club sul territorio, in conformità non solo con lo spirito, lo scopo e le finalità dell’Unesco, ma anche con i 17 obiettivi che l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu si propone di raggiungere. “Il nostro desiderio è quello di fare aderire un numero ancora più grande di persone”, si augura il presidente.

Il Cuum opera in quattro aree di azione: educazione e socialità, territorio e imprese, eventi e cultura, decoro e paesaggio. In questi ambiti i volontari organizzano eventi, sviluppano progetti e agiscono come cassa di risonanza per iniziative di altre associazioni del territorio. Tra gli eventi che si sono replicati negli anni e stanno più a cuore al club c’è “Gli spazi della cultura” con l’obiettivo di dare vita a luoghi della città “in cerca di autore”, poco conosciuti né valorizzati. Tra questi Bruscoli cita il Teatro Vela e gli spazi Data. Tra l’altro “il dialogo fra le varie anime del territorio potrebbe riguardare anche spazi della cultura virtuali, non necessariamente fisici”, continua il presidente. Ci sono poi altri due progetti: “Urbino senza fili” che mira a ripulire le facciate dei palazzi dai cavi aerei accumulati nel corso dei decenni e “Paesaggi invisibili”, con l’idea di raccontare attraverso fotografie il lavoro delle tante aziende locali impegnate nel biologico.

Fare di Urbino una città giovane

“Mi piacerebbe vedere una città con tanti giovani orgogliosi di prendere per mano i turisti e raccontare loro tutto quello che c’è di bello a Urbino”: è questo l’auspicio, espresso da Bruscoli, del Cuum per la città del futuro. Il club punta su ragazze e ragazzi per tutelare il patrimonio immateriale del sito. A loro è dedicato l’evento “Ispirare per scegliere”, pensato per il futuro delle nuove generazioni, con l’obiettivo di orientare le scelte successive al percorso scolastico attraverso le testimonianze degli adulti.

All’evento di settembre erano presenti oltre 700 studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori. Tra gli ispiratori c’era Branchesi che racconta: “Alcuni ragazzi mi hanno scritto che avevano paura di fare un percorso, ma che dopo quella giornata si sono decisi a intraprendere”. A loro ha detto: “Andate e poi tornate”. “Quando si parla ai ragazzi – afferma l’astrofisica – dobbiamo spingerli a esplorare. Se trasmettiamo loro amore e rispetto per la propria città, vanno e poi tornano”. Ma questa “è una nostra responsabilità”. Perché quando lo fanno è necessario fargli trovare tutte le opportunità che ci sono all’estero e favoriscono la fuga dei cervelli. “Un cambio che permetterebbe non solo ai giovani di Urbino di tornare, ma di creare un polo di attrazione per i ragazzi di tutto il mondo”.

È ciò che racconta la stessa Branchesi: “Continuo a esplorare anche da Urbino. Lavoro tanto da lì, ma molto più rilassata”. Non appena può infatti, l’astrofisica torna nelle colline del Montefeltro con i suoi figli a cui ha trasmesso lo stesso amore che ha lei per il territorio: “Anche loro la adorano”. L’ideale sarebbe, aggiunge e conclude, “proporre ancora più iniziative per i giovani. Una città talmente bella secondo me potrebbe avere più proposte legate alla cultura e al teatro”.

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