Lombardi (Rete4) agli studenti di Urbino: “Leggete i grandi della letteratura per capire la tv di oggi”

"Fuori dalla scatola: cercare un'identità al di fuori della televisione" con Sebastiano Lombardi, direttore di Rete4
di FRANCESCA DE MARTINO

URBINO – Ha conquistato gli studenti  di Urbino con sensibilità, raccontando come si fa la televisione di oggi. Il direttore di Rete4 Sebastiano Lombardi è intervenuto all’Aula Magna di Palazzo Battiferri davanti agli occhi curiosi di tanti studenti da varie facoltà, mettendosi sullo stesso loro piano: “Non è facile progettare una vita. Adesso sono un direttore ma non mi dimentico del mio passato di studente pieno di sogni e speranze”.

Una lezione professionale e umana e un invito a capire la propria interiorità per poter entrare in empatia con il pubblico televisivo e rispondere ai loro interessi. A introdurre l’evento dal titolo ‘Fuori dalla scatola: cercare un’identità pur facendo televisione’ è stato il rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi: “Ringrazio Sebastiano per essere qui oggi a fornirci un’esperienza concreta d’innovazione nella comunicazione televisiva come quella di Rete4”.

Lombardi, il più giovane direttore delle reti Mediaset, si è rivolto agli studenti con umiltà e naturalezza ricordando loro il percorso che lo ha portato a essere il professionista che è oggi.

“Se un giovane vuole lavorare per la televisione deve guardarla con attenzione  – ha detto al Ducato – i giovani devono essere curiosi e leggere tantissimo i grandi del passato perché solo così potranno capire veramente cosa c’è dietro quella scatola”.

Il racconto di Lombardi inizia con la laurea in lettere moderne con il massimo dei voti a ventiquattro anni e da quel momento tante difficoltà: una strada piena di ostacoli e di “porte in faccia”. La sua carriera è partita da uno stage a Mediaset dove si è occupato del ruolo del conduttore per poi passare allo sport dove si è occupato di rinnovare i format sportivi.  Un inizio di carriera che si è interrotto bruscamente: “Mi hanno detto che non avevano più bisogno di me”, ricorda, e lo mandarono a casa senza motivazioni.

La sua vita professionale è ripartita in Rai dove, grazie a un incontro fortuito con una responsabile dei format televisivi, è riuscito a reinserirsi nel mondo della televisione ripartendo da zero. La società esterna alla Rai per cui lavorava però poco dopo fallì e si ritrovò con le mani in mano, ma la caparbietà e l’impegno seminato in passato lo riportarono a Mediaset. Per arrivare dove è oggi.

“Le cose succedono – ha incoraggiato gli studenti della città Ducale – se avete fame di andare nella direzione che vi appartiene. Siamo sempre dei geni nelle cose che sappiamo fare e io mi sono battuto per i miei talenti”. Lombardi ha voluto far capire che il successo non arriva all’improvviso, ma è frutto di studio e sacrificio.

Nel corso dell’incontro si è parlato del ruolo del direttore di rete: “Un direttore è un manager e deve ottenere gli obiettivi che si è prefissato – ha aggiunto – che sia una percentuale precisa di share o soddisfare il tipo di pubblico a cui ci si rivolge”.

Al centro del dibattito c’è stato anche il concetto d’identità in quanto segno di riconoscimento di un canale, ogni rete televisiva ha il suo pubblico che si riconosce nei progetti televisivi che gli vengono proposti.

“L’identità di una rete televisiva si costruisce conoscendo il proprio pubblico, i suoi consumi televisivi, le sue abitudini e i suoi stili di vita e in generale osservando il contesto sia televisivo che culturale dove si vive. Questi elementi si mischiano in una serie di competenza e di immaginazione e da lì si costruisce un prodotto”, ha concluso Lombardi.

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