Il premio Pulitzer per la poesia Muldoon riceve il Sigillo d’Ateneo. “I miei modelli sono i grandi poeti italiani”

Il premio Pulitzer Paul Muldoon con il rettore Vilberto Stocchi
di LINDA CAGLIONI

URBINO – I monumenti celebri della città ducale non ha ancora avuto modo di ammirarli per davvero. E, per il momento, il premio Pulitzer per la poesia nel 2003 Paul Muldoon, di Urbino, dove è arrivato per ricevere il Sigillo d’Ateneo dall’Università “Carlo Bo”, è riuscito ad apprezzare solo l’atmosfera di silenzio e tranquillità che pervade le vie del centro. “Abbiamo paura di rimanere senza rumore nei paraggi. Perché temiamo di rimanere con noi stessi. In questa città, invece, mi sembra che l’unico sottofondo perenne sia il canto degli uccellini. E mi piace che sia così”, dichiara.

La cerimonia si è svolta nella tarda mattinata a Palazzo Passionei, dove il rettore Vilberto Stocchi ha consegnato l’onorificenza al poeta nord-irlandese, nato nel 1951, che ha poi fatto un intervento in cui ha spaziato dall’evoluzione della struttura del sonetto al futuro della poesia, passando per l’importanza del suono nella lingua e il confronto tra impalcature metriche.

L’evento, a cui hanno partecipato diversi accademici, ma anche profani del settore attirati dalla fama dell’ospite, è stato scandito dalla lettura di alcune tra le sue più importanti opere, come “Il Riccio” e “Sushi”, a opera del Centro teatrale universitario Cesare Questa.

Muldoon stesso, professore alla Princeton University. si è cimentato nell’interpretazione in lingua dei suoi testi. La sua voce ha riempito la sala della Tartaruga, dopo che Stocchi aveva motivato così la scelta di consegnarli l’importante riconoscimento: “Muldoon vanta una quarantennale attività poetica, durante cui ha raggiunto traguardi importanti – ha detto il Rettore -. Oltre al premio Pulitzer, infatti, ha ottenuto lo Shakespeare Prize e il T.S Eliot Prize. È stato definito dal Time literary supplement, rivista letteraria britannica, il più significativo poeta di lingua inglese nato dopo la seconda guerra mondiale”.

Anche se Muldoon, nel corso della sua carriera, ha toccato più volte l’apice, non scorda di citare i grandi poeti che lo hanno ispirato. Mostri sacri della metrica che, neanche a farlo apposta, sono tutti provenienti dall’Italia: “I miei autori preferiti sono Virgilio, Ovidio, Dante. Hanno scritto opere irripetibili. Avvicinandoci alla nostra epoca – dice Muldoon – credo sia giusto citare Eugenio Montale perché ha il grande merito di comporre opere complesse, che erano al contempo fruibili da tutti”.

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