Urbino, nel giorno del patrono torna la processione di San Crescentino dopo tre anni

di STEFANO SCIBILIA

URBINO – “Oggi vogliamo proporci di prendere San Crescentino come esempio di vita e di fede”. Così l’arcivescovo Giovanni Tani ha aperto la messa che si è svolta in duomo in onore del patrono di Urbino. Le sue parole sono state precedute dal coro della sezione musica sacra dell’arcidiocesi di Urbino, Urbania e Sant’Angelo in Vado. Un canto che elogia un popolo, quello urbinate, che si inchina di fronte a colui che è una fonte di speranza, gloria e amore.

I fedeli aspettavano questo momento da due anni, ovvero da quando la pandemia ha reso impossibile lo svolgersi della processione. In quel periodo la tradizionale cerimonia si è dovuta limitare ad una messa a numero chiuso in piazza Rinascimento. Oggi in una splendida giornata di sole tutto è tornato alla normalità e la signora Anna, 68 anni, con tanto di rosario alla mano, era felice di seguire il suo patrono per le vie della città ducale: “Seguo da sempre la processione di San Crescentino e sono felice di vedere di nuovo tutta questa gente. La fede è ciò che ci salva e ci aiuta a superare i momenti di difficoltà. Veniamo fuori da un periodo difficile e sono proprio queste le circostanze in cui dobbiamo avere forza e non perdere la speranza”.

Anche Giovanni, 71 anni, era felice di vedere San Crescentino fare ritorno tra le strade del centro di Urbino: “Ci hanno privato del nostro santo proprio nel momento in cui ne avevamo più bisogno. Mi auguro che il futuro ci riservi giorni migliori perché il primo giugno è una giornata importante per noi e la città di Urbino merita di festeggiarla come ha sempre fatto”. Presenti alla processione anche tanti giovani. Elisabetta ha solo 20 anni, viene da Roma e studia biologia a Urbino: per lei è la prima volta, “Questa processione è una bella occasione per vedere tanta gente in giro. Tutto questo aiuta la città di Urbino a rimanere viva”.

Crescenziano, chiamato poi Crescentino dagli urbinati per la sua uccisione in giovane età (27 anni), è il patrono di Urbino dal 18 dicembre 1068. Era un cittadino romano nato nel 276. La sua figura è famosa per una leggenda che lo vuole protagonista dell’uccisione di un drago che minacciava il piccolo borgo di Pieve De’ Saddi. Il giovane Crescenziano, veniva da una famiglia ricca e quando entrambi i genitori morirono donò tutte le sue ricchezze ai poveri. Venne esiliato da Roma per la sua fede cristiana e cercò rifugio prima a Perugia e poi a Città di Castello.

Il popolo lo osannava come un salvatore e l’imperatore Diocleziano, che lo vedeva come una minaccia per l’ammirazione della gente e per la sua fede religiosa, né ordinò la messa al rogo. Ma la tradizione narra che le fiamme non sortirono alcun effetto su di lui. Così i soldati di Diocleziano furono costretti a ricorrere a altri mezzi per metterlo a morte. Il suo martirio avvenne proprio il 1° giugno dell’anno 303.

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