A Canavaccio forse strutture romane sepolte. Imab: “Pagheremo gli scavi, pronti a un passo indietro”

L'area di Canavaccio interessata dallo studio e l'anomalia vista dalle immagini aeree
di ANDREA BOCCHINI

URBINO – Una macchia scura, di forma semicircolare, emerge come un’ombra da uno dei campi coltivati lungo via Nazionale che taglia in due Canavaccio. Si nota molto bene da alcune immagini aeree e satellitari. Per gli archeologi è uno degli indizi che lì sotto si potrebbero nascondere resti di un insediamento di età romana, addirittura, è una delle ipotesi, un teatro. Quell’appezzamento, fino a poco tempo fa area agricola, ora è area produttiva. La Imab, società proprietaria, che produce mobili d’arredo, vorrebbe costruire lì un centro logistico per merci. Ma prima di costruire 15.500 metri quadrati di capannoni bisognerà indagare e la stessa società farà eseguire a proprie spese sondaggi e prospezioni.

Visuale da Google Earth del sito di interesse archeologico a Santo Stefano di Gaifa

Lo studio archeologico, datato febbraio 2023, redatto dalla ditta Tecne su committenza del Comune di Urbino, evidenzia un rischio archeologico “alto”, lo confermano anche scoperte precedenti di fornaci (sempre di età romana) pochi metri più in là. Rischio che era già noto il 21 dicembre scorso quando il Consiglio comunale ha approvato, a maggioranza, il cambio di quel terreno a zona industriale.

L’archeologo Mei: “Forse una struttura sepolta”

“In quella zona ci sono anomalie che fanno pensare a qualcosa di sepolto, di forma semicircolare – dice al Ducato Oscar Mei, professore associato di archeologia classica dell’Università di Urbino – potrebbe far pensare a un teatro, una struttura imponente che non può assolutamente essere trascurata”. Tutto il terreno è circondato da aree di interesse archeologico e proprio rispetto a queste conclusioni con esito positivo della Tecne, il professore non ha dubbi: “Per capire meglio cosa c’è sotto dovrebbero essere fatte delle prospezioni geofisiche (geo radar) o con magnetometro (strumentazione non invasiva) oppure fare trincee o saggi di scavo”.

Poi la zona non è nuova a scoperte archeologiche. “Lì vicino sono state trovate delle fornaci – continua il docente universitario -. È una zona ad alta concentrazione e l’esito positivo che si legge nello studio indica, a mio parere, un evidente impatto archeologico”. 

La Imab: “Pagheremo noi gli scavi”

E gli scavi verranno fatti perché la ditta proprietaria del terreno, la Imab Group, ha “un preventivo in mano” per commissionare il lavoro alla Tecne, conferma al Ducato Alberto Bruscoli, amministratore delegato della società con sede a Fermignano. E lo dice anche Francesco Mistani, membro indipendente del Cda della Imab: “Di questa nuova fase di ricerca si occuperà una società specializzata (la Tecne) che noi paghiamo”.

L’area agricola di interesse archeologico a Santo Stefano di Gaifa, in località Canavaccio

La Imab aveva fatto partire già nel 2018 un’istanza all’amministrazione comunale di Urbino chiedendo “la possibilità di edificare una nuovo edificio produttivo nell’area oggetto della variante” – gli oltre 15 mila metri quadrati di capannoni – per, come spiega Bruscoli, “fare un piano di lungo termine servendosi anche di una superstrada (quella a fianco) a quattro corsie”. All’epoca il rischio archeologico poteva essere intuito ma non era ancora certificato.

L’edificio in progetto.

“Con esito positivo non costruiamo”

Ma su una possibile e rilevante scoperta archeologica la ditta di Canavaccio è chiara: “Se non ci fossero le condizioni non costruiremo più – sottolinea Mistani -. Siamo noi per primi a volere indagare per evitare di avere delle sorprese dopo”. Stesso pensiero quello di Bruscoli che oltre ad essere amministratore delegato della ditta è anche presidente del club per l’Unesco Urbino e Montefeltro: “Posso affermare a testa alta che teniamo molto al nostro territorio e non avremmo mai fatto qualcosa che andasse a deturpare il paesaggio, noi seguiamo l’iter che il comune ci dice”.

La questione è anche diventata oggetto di polemica politica da cui la Imab vuole restare fuori: “Penso che molte delle cose che ho letto questi giorni sui giornali siano state scritte perché si è in clima di campagna elettorale – dice Bruscoli -. C’è voglia di portare all’opinione pubblica cose che fanno notizia”. Un tema (quello politico) “che non ci appartiene”, aggiunge Mistani.

Il patrimonio da salvaguardare

E la questione è arrivata anche a Roma e Bruxelles dopo i sopralluoghi fatti sul sito con l’onorevole Laura Zanella, capogruppo Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati e con l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio.

“Noi non siamo contrari alla crescita dei posti di lavoro, ma non vogliamo che per questo si vada a distruggere il nostro patrimonio – dice Gilberto Colocci portavoce del comitato cittadino Eco del Montefeltro -. Canavaccio è stata cementificata a sufficienza, si costruisca da qualche altra parte”. Ma in Consiglio comunale del dicembre scorso erano stati chiari: la zona industriale a Canavaccio è satura, non c’è più posto per costruire. “Siamo diventati la discarica del cemento – dice Alessandro Maria Marchetti dello stesso comitato -. Che eredità diamo ai nostri figli se non valorizziamo il nostro territorio?”.

Parla la politica

La domanda è lecita: lo studio era noto al momento dell’approvazione della delibera sul cambio d’uso del terreno. Perché non è venuto fuori alla seduta comunale del dicembre scorso? Cioè quando si è approvata la modifica al Piano di gestione. “Lo studio è stato fatto su volere della Soprintendenza per aggiornare il sito – dice al Ducato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini – non sono io che decido se si può fare o meno, si andrà più a fondo quando si faranno i rilievi”. E sul pagamento che la Imab ha pronto per gli scavi, Gambini aggiunge: “È il proponente e ha tutti gli oneri di progettazione, è un loro dovere”.

Poi, incalzato sulla scelta di declassare ad area agricola quei circa 60 mila metri quadrati a Pantiere, il primo cittadino spiega che “da tempo ci hanno chiesto di toglierle, la Imab lì non c’entra nulla”. E poi sulla visita dell’eurodeputato Smeriglio, il sindaco accusa: “Mi meraviglio che un parlamentare europeo venga nel nostro territorio senza avvisare il sindaco. Una figura con questo modo di fare non è degno di rappresentare il nostro Paese in Europa”.

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