Discarica, l’affare Riceci non piace più. Ma tre milioni sono già a San Marino

Il sito di Petriano dove dovrebbe sorgere la maxi discarica di Riceci
di ANDREA BOCCHINI e MARIA CONCETTA VALENTE

URBINO – La discarica di Riceci da cinque milioni di metri cubi, tra le colline di Petriano, non la vuole nessuno. Eppure il 12 dicembre 2022, il Consiglio di amministrazione di Marche Multiservizi, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei comuni della provincia di Pesaro e Urbino, ha approvato l’acquisizione del 40% del capitale sociale di Aurora srl, la società di Rimini che ha avanzato il progetto, per una spesa di oltre tre milioni di euro. Soldi finiti nelle casse di Ecoservizi srl, società di San Marino che detiene l’altro 60% di Aurora. E se il progetto venisse bocciato o se qualcuno si tirasse indietro? Marche Multiservizi dovrà spiegare (motivando anche bene) perché ha già pagato 3,2 milioni un progetto che non vedrà mai la luce. L’affare (finora), sembrano averlo fatto i sammarinesi.

La discarica è un affare d’oro

A fiutare l’affare è Aurora, che nel 2022 acquista un terreno di oltre 473 mila metri quadrati. Qui dovrebbe nascere un impianto del valore di oltre 91 milioni di euro. Che Aurora arrivi da Marche Multiservizi con i terreni in mano lo conferma al Ducato l’avvocato Baccio Paolo Fiaccarini, membro del Cda di Marche Multiservizi designato dal comune di Urbino: “Sono venuti da noi e ci hanno proposto di fare una discarica”. E Mms non si fa sfuggire l’occasione perché il sito di Riceci è una gallina dalle uova d’oro. Un’operazione che il Consiglio di amministrazione di Marche Multiservizi approva a maggioranza. Tutti votano la discarica senza fiatare. Eccetto Margherita Pedinelli, assente giustificata, che si dimette dal Cda dopo la decisione. La consigliera dichiarerà di non sapere nulla e di non avere i verbali.

L’acquisizione di Mms

Il piano è diviso in tre step, dal valore totale di 25 milioni che porteranno Marche Multiservizi ad acquisire il 100% di Aurora. Per ora Ecoservizi ha incassato 2,6 milioni di euro, di “entrate straordinarie”, denaro che anche se il progetto dovesse essere bocciato non tornerà alla multiutility pesarese. Le altre due tranche, invece, come riporta l’inchiesta del Corriere Adriatico, dipendono dalla realizzazione o meno del sito: 13.260.000 euro nella seconda fase, con cui si acquisirà il 20% di Aurora, e 8.240.000 euro per il restante 40%. Totale, appunto, 25 milioni. Somma che secondo Fiaccarini “andrà a coprire i costi di produzione per la costruzione della discarica”.

Dettaglio del bilancio di Ecoservizi che, nel 2022 rispetto al 2021, è passata da un utile di esercizio di 173 mila euro a oltre 2 milioni e 300 mila

Chi è Aurora srl?

I dati societari di Aurora, acquisiti dal Ducato, riportano zero addetti e un capitale sociale di 50 mila euro. Hera (principale socio di Mms) nel proprio bilancio del 2022 la definiva “non operativa e non dotata di consistenze patrimoniali”. L’arrivo di Mms è una vera fortuna. Ma a quanto pare lo è per Ecoservizi. E i risultati cominciano a vedersi: il bilancio della società sammarinese, che controlla la maggioranza di Aurora, dice che dal 2021 al 2022 l’utile dell’esercizio passa da 198.587 euro a oltre 2 milioni e 300 mila. Mentre i proventi straordinari da due euro a oltre 2 milioni e mezzo. A fronte di costi di produzione rimasti pressocché invariati.

Rifiuti sì, rifiuti no e dove metterli

Quella di Riceci è una discarica per rifiuti speciali non pericolosi, cioè provenienti da attività aziendali e commerciali e senza sostanze nocive per l’ambiente. E quindi, per legge, deve stare a una distanza minima di due chilometri dai centri abitati. Ma Riceci non li rispetta e Aurora, nell’agosto scorso, ha trovato un appiglio: il piano gestione rifiuti della Regione (quello in vigore è del 2015) prevede che la distanza “può essere ridotta da metri 2.000 a metri 500 a condizione che (…) i rifiuti speciali non superino il 50% del totale dei rifiuti conferiti annualmente”. E il tetto massimo di rifiuti speciali proposto da Aurora è proprio del 50%. Il resto saranno rifiuti urbani indifferenziati. Alla provincia di Pesaro e Urbino una discarica serve perché le atre due, quella di Monteschiantello (Fano) e di Ca’ Asprete (Tavullia) si esauriranno nel 2027. E nelle centinaia di pagine del Piano rifiuti non c’è altra soluzione. Nemmeno Riceci è menzionata. Il sito di Riceci potrebbe diventare la discarica del centro Italia: leggendo le pagine del progetto definitivo presentato da Aurora, i potenziali clienti risultano parecchi (46) e provengono non solo dalle Marche ma anche dall’Emilia-Romagna, dall’Umbria e dall’Abruzzo.

Il no fermo dei cittadini di Gallo

La discarica tocca personalmente i cittadini di Gallo e Petriano. Sergio si domanda se potrà continuare a mangiare le ciliegie del suo orto. Crescentino andrebbe via, “ma dove me ne vado?! La mia intera vita è qui”. Gaetano si definisce “uno dei più attivi” e il 5 e 6 marzo andrà a Bruxelles con altri due rappresentanti di Gallo, per portare il caso in Commissione ambiente dopo la visita dell’eurodeputato Massimiliano Smeriglio. Cartelli, striscioni appesi ai balconi, alle ringhiere, ai tronchi degli alberi. Si legge in tutti “no alla discarica”. Lì vicino, all’inizio di via Riceci, la scuola elementare Salvatore Quasimodo. Due rappresentanti dei docenti, che preferiscono rimanere anonime, ci raccontano come la questione sia “naturalmente presente anche nei vissuti dei bambini”. Ci dicono che nel ruolo di insegnante rientra l’educazione civica e ambientale, ma che ora “è un argomento molto delicato visto che è un tema anche politico”.

E le associazioni cittadine contrarie alla costruzione di quello che per loro è un eco-mostro si sono fatte sentire. “Abbiamo aspettato più di sette anni per l’approvazione di un piano d’ambito e quello che abbiamo oggi non pianifica”, dice Andrea Torcoletti, presidente dell’associazione cittadina Diversamente. E oggi, con la proroga di altri sei mesi, si vanno a bypassare le elezioni amministrative del prossimo giugno. Ma a Riceci non si sta per niente tranquilli.

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