Discarica, parlamentari a Riceci. Morrone: “Qui per fare chiarezza. Ascolteremo di nuovo gli amministratori”

Il presidente della Commissione parlamentare rifiuti Jacopo Morrone in visita alla discarica di Riceci
di ANDREA BOCCHINI

PETRIANO – Sono una cinquantina. Forse qualcosa in più. Si sono dati appuntamento vicino alla panchina gigante rosa, tra le colline di Petriano. Lì sotto dovrebbe sorgere la maxi discarica di Riceci. Puntano il dito verso il paesaggio (altri si servono dell’ombrello): “Vedi là, c’era una vecchia discarica dismessa”. Altri cercano di combattere la foschia per riuscire a “beccare” il profilo di Urbino: “Si vede! Guarda è laggiù” urla qualcuno. Non vedono l’ora di mostrarlo ai parlamentari che stanno per arrivare. Chissà se una discarica qui si vedrebbe anche da Urbino? Loro sperano di non scoprirlo mai. Sono i cittadini di Gallo, altri di Petriano e c’è qualcuno che parla di “alcuni venuti da Montefabbri”. Da anni i comitati e le associazioni si battono contro quello che definiscono “un eco-mostro” da cinque milioni di metri cubi. Ma oggi, nei loro occhi, si legge speranza perché finalmente qualcuno, ai ‘piani alti’, viene a vedere direttamente il sito di Riceci.

La discarica dei “giocatori di poker”

Ad arrivare per primo sul sito di Petriano è l’onorevole Francesco Emilio Borrelli (Avs) da sempre in prima linea, sia a Roma che sul territorio marchigiano, contro la costruzione dell’impianto di Riceci. “Sono emerse parecchie contraddizioni nelle tante audizioni – dice Borrelli – abbiamo sentito amministratori smentirsi tra di loro. Questa vicenda va assolutamente chiarita sia nei confronti dei cittadini che delle istituzioni coinvolte”. E su Marche multiservizi e il suo amministratore delegato Mauro Tiviroli, Borrelli aggiunge: “È un accanito giocatore di poker (dice usando una metafora ndr). Ancora nel 2024 si parla di discarica, una parola che fa venire i brividi”. E su un possibile “lieto fine”, il deputato di Avs conclude: “Spero che i cittadini di questo territorio non si ritrovino una discarica davanti a Urbino patrimonio dell’Unesco”.

“Le audizioni? Si contraddicono”

L’hanno chiamata Missione Marche. La commissione d’inchiesta sui rifiuti è arrivata ieri. Prima a Fano dove questa mattina ha visitato la discarica di Monteschiantello e di Ca’ Asprete (Tavullia) E poi è toccato al sito di Petriano dove l’impianto di rifiuti speciali non pericolosi è nato da un accordo dal valore di 3,2 milioni di euro (circa) tra la società partecipata pubblica Marche multiservizi e quella sammarinese Ecoservizi srl. Denaro oramai finito nelle tasche dell’azienda del Titano anche se la discarica di Gallo non dovesse realizzarsi.

Il presidente della commissione ecomafie Jacopo Morrone (Lega), il sindaco di Petriano Davide Fabbrizioli e l’onorevole Dario Iaia (FdI).

Dubbi sulle audizioni ascoltate li ha anche il presidente della commissione Jacopo Morrone (Lega) che parla di “alcune cose che verranno sicuramente approfondite. C’è un magistrato che se ne occupa, i commissari che si interessano e molte delle versioni finora date confliggono tra di loro”. E sul sopralluogo Morrone aggiunge: “Siamo qui per fare chiarezza e rispondere a cittadini e comitati”. Rispetto invece agli altri due siti visitati (quello di Fano e Tavullia) il presidente della commissione parla solo di “una visita fatta esternamente alle due discariche per vedere se c’era necessità o meno di aprire impianti del genere”.

Ma Riceci merita una menzione a parte: “Qui c’è un percorso strano, con un progetto dubbio presentato, che verrà assolutamente approfondito”, aggiunge Morrone che spende qualche parole sul panorama “le Marche sono una terra stupenda, un bellissimo paesaggio”. E sulle successive audizioni, non esclude che possano essere ri-ascoltate persone già audite: “Verranno richiamati sindaci, Provincia e Regione per fare chiarezza su alcune posizioni”.

Francesco Emilio Borrelli della Commissione parlamentare rifiuti in visita al sito di Riceci

Il sopralluogo arriva a seguito delle sette audizioni che si sono già svolte a Roma. In particolar modo dopo le ultime due, quelle dell’immobiliarista Mauro Della Betta e dell’ex membro del Cda di Marche multiservizi Maurizio Mazzoli.

“La battaglia continua”

Al fianco dei comitati cittadini e a scortare i parlamentari, il membro dell’esecutivo nazionale di Europa Verde-Verdi Gianluca Carrabs: “Spero che si rendano conto che questo è un sito inidoneo per fare una discarica. Bisogna valorizzare il paesaggio attraverso una filiera agricola di qualità e percorsi turistici, non con una discarica che fa diventare questo territorio una pattumiera d’Italia”. Un’opera, secondo Carrabs, che “oltre a vedersi da Urbino, influenzerebbe tutto il territorio compresa la città ducale”. La battaglia continua e “utilizzeremo tutti i mezzi per contrastare questo progetto sia in sede politica che amministrativa”, conclude Carrabs.

Il tema della gestione dei rifiuti “è provinciale” ricorda il candidato sindaco di Urbino del centrosinistra Federico Scaramucci che, sulla maxi discarica di Riceci ha le idee chiare: “Non ha nessun senso realizzare un impianto del genere”. Mentre sulle audizioni, evidenzia “l’incoerenza di alcuni amministratori. Nell’attuale amministrazione comunale urbinate ci sono visioni contrastanti, lo stesso Gambini ha detto di essere favorevole alla discarica di Riceci“.

I cittadini di Gallo e Petriano consegnano al presidente Morrone un’immagine di com’era il sito di Riceci in passato.

E sui prossimi step, se dovesse arrivare la vittoria alle elezioni di giugno, Scaramucci dice no “senza sé e senza ma alla realizzazione dell’impianto”. E per dimostrare che non siano solo parole, è pronto “da aprile un convegno con l’Università ed esperti del settore per vedere quali sono i modelli di gestione dei rifiuti all’avanguardia, non certamente le discariche”.

I cittadini sono stanchi

“Si vede chiaramente dalle audizioni che non ci sia stata chiarezza e trasparenza tra enti deleganti e delegati nel Cda di Marche multiservizi. Stiamo parlando di tanti soldi pubblici, occorre approfondire”, dice il presidente dell’associazione cittadina DiversaMente Andrea Torcoletti. Un progetto, secondo i comitati, che “non ha nulla a che fare con la chiusura virtuosa del ciclo dei rifiuti, ma è solo un’operazione economica e speculativa” come ha ribadito alla stessa Commissione l’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi.

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